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Omaggio al Settecento musicale

Venerdì 20 novembre 2009 si apre la

XVI Rassegna di eventi musicali della Fondazione.
Protagonisti saranno l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta
da Giovanni Battista Rigon e il solista Paolo Brunello

Si aprirà all’insegna del Settecento la XVI Rassegna di eventi musicali
della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, intitolata
quest’anno

Oltre il tempo della musica. Tra memoria e futuro.

I grandi anniversari e il Settecento di Mattia Bortoloni: sono questi i due
filoni ispiratori del Programma Musica 2009-2010, la tradizionale rassegna
di eventi musicali promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e
Rovigo, che quest’anno giunge alla sedicesima edizione.

Il cartellone renderà omaggio ad alcuni geni immortali della musica: Henry
Purcell (1659-1695) nel 350° anniversario della nascita, Georg Friedrich
Händel (1685-1759) nel 250° anniversario della morte,
<http://it.wikipedia.org/wiki/Londra>  Joseph Haydn (1732-1809) e Giuseppe
Torelli (1658 <http://it.wikipedia.org/wiki/1658> -1709
<http://it.wikipedia.org/wiki/1709> ) nel secondo e terzo centenario della
morte, e ancora: Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) e Alessandro
Scarlatti (1660-1725), di cui nel 2010 saluteremo il 300° e 350°
anniversario della nascita.

Accanto a questo percorso si snoderà un itinerario musicale che ruota
intorno al pittore rodigino Mattia Bortoloni. Alla sua figura, ancora poco
nota al grande pubblico, sarà infatti dedicata la mostra ospitata a Palazzo
Roverella dal 30 gennaio al 13 giugno  2010, promossa dalla Fondazione
insieme all’Accademia dei Concordi e al Comune di Rovigo.

Il Settecento, cui si ispira la rassegna, è ben rappresentato da Wolfgang
Amadeus Mozart e da Antonio Salieri, dei quali saranno eseguite
rispettivamente la famosa Sinfonia n. 40 in sol minore K 550 e la Sinfonia
Veneziana. A questo secolo sono ispirate anche le due composizioni
novecentesche in programma: il corale bachiano O Mensch bewein’ dein’ Sünde
gross trascritto da Max Reger per oboe e orchestra e l’Idillio-Concertino
op. 15 di Ermanno Wolf-Ferrari per oboe, due corni e archi.

Il concerto, affidato all’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da
Giovanni Battista Rigon e all’oboista Paolo Brunello, avrà luogo venerdì 20
novembre 2009 alle ore 21.00 presso la Chiesa Parrocchiale Visitazione di
Maria Santissima di Donada di Porto Viro (Rovigo).

L’oboista Paolo Brunello ha intrapreso gli studi muicali presso il
Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto sotto la guida di R.
Cesena e successivamente ha frequentato la Hochschule der Künste di Berlino,
sotto la guida del Maestro H. Schellenberger. Ha partecipato ai corsi di
perfezionamento tenuti dal M° A. Loppi a Pescara e dal M° L. Koch al
Mozarteum di Salisburgo. Oltre ad aver svolto un’intensa attività
concertistica sia come solista che in gruppi da camera, ha suonato come
primo oboe solista nell’Orchestra Filarmonia Veneta. In seguito al Concorso
indetto dal Teatro alla Scala è stato chiamato a collaborare come primo
oboe. Attualmente è primo oboe dell’Orchestra di Padova e del Veneto.

A dirigere l’Orchestra di Padova e del Veneto sarà Giovanni Battista Rigon.
Considerato dalla critica «uno dei migliori direttori rossiniani su piazza»
(Enrico Girardi, Il Corriere della sera), approda alla direzione d’orchestra
dopo anni di carriera internazionale come pianista del Trio Italiano.
Formatosi a contatto con importanti musicisti quali Accardo, Canino, Demus,
De Rosa, Franco Rossi, si è distinto negli ultimi tempi in alcune importanti
“prime” in tempi moderni. Ha inaugurato infatti le edizioni 2006 e 2008 del
Festival di Martina Franca con I giuochi di Agrigento di Paisiello (1792), e
Il re pastore di Piccinni (1765). Molto apprezzato in Rossini, affronta
anche repertori più moderni, come in occasione dell’inaugurazione della
stagione 2004 de “I concerti del Quirinale” con musiche di Britten e
Hindemith. La sua discografia comprende Il flauto magico di Mozart, nella
storica versione italiana del 1794 di De Gamerra (Nuova Era), e i già citati
Giuochi d’Agrigento di Paisiello (Dynamic). È inoltre fondatore e direttore
artistico delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza.

L’Orchestra di Padova e del Veneto, costituita nell’ottobre 1966, si è
affermata come una delle principali orchestre da camera italiane nelle più
prestigiose sedi concertistiche in Italia e all’estero. Il suo primo violino
dalla fondazione è Piero Toso. Peter Maag – il grande interprete mozartiano
– ne è stato il direttore principale dal 1983 al 2001. Alla direzione
artistica si sono succeduti Claudio Scimone, Bruno Giuranna, Guido Turchi e,
come direttore musicale, Mario Brunello. L’attuale programmatore artistico è
Filippo Juvarra. A partire dal 1987, l’Orchestra ha intrapreso una
vastissima attività discografica con oltre cinquanta incisioni per le più
importanti etichette. Annovera collaborazioni con i nomi più insigni del
concertismo internazionale. Tra gli impegni più recenti si ricordano i
concerti a Milano per il Festival MITO SettembreMusica 2009 e a Venezia per
la Biennale Musica. L’Orchestra di Padova e del Veneto è sostenuta da
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione del Veneto, Provincia
di Padova, Comune di Padova e Fondazione Antonveneta.

Diversa origine e destinazione caratterizzano le due sinfonie di Wolfgang
Amadeus Mozart e Antonio Salieri. La Sinfonia in sol minore K 550 di Mozart
è probabilmente la più nota delle sue sinfonie. Frutto della maturità del
musicista (fu composta nel 1788), essa è un esempio mirabile dello stile
classico. Di tutt’altro genere la composizione di Salieri. La Sinfonia in re
maggiore denominata La Veneziana nasce infatti come ouverture per alcune sue
opere e prende il nome da una probabile esecuzione che ebbe luogo a Venezia.
Sempre a Venezia, l’1 settembre del 1932, fu eseguito per la prima volta
l’Idillio-Concertino op. 15 in la maggiore per oboe, due corni e orchestra
di Ermanno Wolf-Ferrari. Composizione spesso definita neoclassica,
rappresenta un esempio particolarmente fortunato della sua produzione
strumentale. Sarà infine eseguito il Corale BWV 622 O Mensch, bewein’ dein’
Sünde gross  di J. S. Bach, trascritto per oboe e orchestra da Max Reger nel
1915. Due elementi la caratterizzano: la passione di Reger per la musica di
Bach, nata durante gli studi di composizione, e la sua abilità nel
trascrivere e nel trasformare il materiale musicale di un’altra epoca.

Le sedi che ospiteranno i concerti sono state scelte con l’intento di
valorizzare alcuni tra i più bei luoghi delle due province, nei quali la
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha realizzato importanti
interventi di recupero artistico (la Chiesa di San Gaetano a Padova e la
Chiesa dei Santi Francesco e Giustina a Rovigo, per citare due tra i più
recenti restauri) e, nel contempo, dare visibilità al vasto – e spesso
ancora poco conosciuto – patrimonio di realtà culturali e artistiche locali.

L’ingresso è libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti.

Ufficio stampa:
Studio P.R.P.
Alessandra Canella
tel. 049.8753166 canella@studiopierrepi.it
canella@studiopierrepi.it>

Per informazioni:
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
tel. 049 8234800 (int. 3)
e-mail info@fondazionecariparo.it

18 novembre, 2009 Posted by | Agenda Eventi, Arte, Concerti, Direttori d'orchestra, Italia, Musica, Pittura, Rassegne, Regioni | , , , , | Lascia un commento

Napoli, Maschio Angioino,”TRACKS-Impronte di memorie”,Mostra di Mary Samele

“TRACKS – Impronte di memorie”

con opere recenti dell’artista pugliese Mary Samele
alla “Sala della Loggia” di Castel Nuovo (Maschio Angioino) – Napoli
a cura di Maurizio Vitiello
venerdì 20 novembre 2009, alle ore 17
Col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, della Provincia di Napoli e della Regione Campana e della Scuola del Cinema di Napoli.
La mostra è costituita da 10 quadri di cm. 70×100: la pittura è costituita, principalmente, da grassello, stucco, vari colori, spago, carta e ruggine, quest’ultima prodotta, in maniera esclusiva dalla stessa artista. Il senso minuto, intimo, celato, segreto e spirituale di una realtà governata, condotta e istruita da una sensibilità, estremamente accorta e progettuale, compare ed innalza la sua forza e la sua acme in scenari in cui si apprezzano, tra i rilievi della pasta di un’agita matericità, scoscese effrazioni, scandite pluriarticolazioni, grumi cromatici accennati, reti e reticoli, segmenti, segni, segnali, segnacoli e segnature.

Alle ore 17.30, sarà presentata la mostra con interventi di Nicola Oddati, Stefano Arcella, Pino Cotarelli, Franco Lista, Rosa Romano e Maurizio Vitiello.

Alle ore 18,00 sarà proiettato un video, a ciclo continuo, di Mary Samele, che presenterà sui quadri le parole della poesia “Aviatore di stelle marine”, di Michele D’Orsi, grazie al montaggio di Ivano De Simone; lettura dell’attore napoletano Stefano Ferraro, accompagnato dalle note del compositore Mario Alberto Annunziata.
Visite guidate alla mostra di Lucia Paesano.
Disponibili catalogo, cd e video.
Resterà aperta sino a martedì 1° dicembre 2009.

Scheda della mostra a cura di Maurizio Vitiello
L’ultima serie realizzata da Mary Samele, intitolata ”TRACKS – Impronte di Memorie”, sarà allocata con una presentazione di tono nella “Sala della Loggia” del prestigioso Castel Nuovo, monumento che verrà sempre chiamato Maschio Angioino da tutti i napoletani.
La pittura, come si può vedere e controllare, è costituita, principalmente,  da grassello, stucco, vari colori, spago, carta e ruggine, quest’ultima prodotta, in maniera esclusiva dalla stessa artista, e non saremo noi a svelare la matrice di formazione e la sintesi di realizzazione, davvero particolarissima; lasciamo al contatto diretto con l’artista, che si potrà, certamente, avere il giorno dell’inaugurazione, ma anche determinare e/o sviluppare durante il periodo espositivo, quindi nei giorni a seguire.
E’ intrigante guadagnarsi la possibilità di saper apprendere e, quindi, di conoscere una sua peculiarità operativa.
Il materiale, distribuito in maniera varia, diversa e variegata, rispecchia la nostra mente come una mappa dello spazio; il grassello è, e riassume, il manto bianco della nostra vita, raccolta, incanalata e racchiusa nella mente, la ruggine forma l’alone in cui si annida il ricordo.
In ogni quadro emergono e si distinguono degli elementi che regolano stimoli, circostanziano e dettagliano il ricordo; sono dadi, carte, conchiglie, che non hanno assolutamente un significato, se non quello di legare, e, quindi, di riprendere e di stimolare un proprio ricordo all’osservatore.
L’attuale pittura della giovanissima e tenace Mary Samele si presenta ancor più interessante, compatta e valida, nonché accattivante e sorprendente per alcuni aspetti che andremo a presentare man mano.
Il senso minuto, intimo, celato, segreto e spirituale di una realtà governata, condotta e istruita da una sensibilità, estremamente accorta e progettuale, compare ed innalza la sua forza e la sua acme in scenari in cui si apprezzano, tra i rilievi della pasta di un’agita matericità, scoscese effrazioni, scandite pluriarticolazioni, grumi cromatici accennati, reti e reticoli, segmenti, segni, segnali, segnacoli e segnature.
Si apprezza, così, la costruzione simbolica, la caratura informale, il carattere alto di una pittura determinata, che vuol essere altro; insomma, vuole decantarsi in una distinta dichiarazione di presenza nel mondo.
Mary Samele vuole esserci, vuole essere in questo mondo, vuole essere dentro la storia quotidiana della città che la ospita, vuole significare e significarsi.
Il suo “esprit” lo si legge nella filigrana del disegno accurato della composizione, controllata dalla partecipazione materica in cui si mescolano, rovesciano e s’incalzano attraversamenti e si rivoltano e si rincorrono rimandi, e, così, aumenta il suo valore percettivo.
Gli orditi e le trame stratificano chiasmi e convergenze,  puntellano paesaggi dell’anima, saperi e sapori mediterranei, sottili concezioni d’insieme, scenari che hanno intenzione di guadagnare la confidenza dello spazio.
La mano di Mary Samele conquista tessiture di spazi memoriali ed immaginati e da queste tessiture affiorano concetti sospesi tra abbagli ed emozioni, tra trepidazioni e turbamenti, tra piacevolezze formali e sondate, raffinate, ricercate delicatezze astratte.
Cromatismi tracciati, intervallati da luci ed ombre, intendono far risalire memorie, surrealtà ecologiche, dinamismi controllati.
L’artista dettaglia sequenze, distilla elementi capillari, concepiti con le ragioni della fantasia, fantastici e vitali, sotto l’impulso di una fresca vena; in fondo, produce commenti visivi di tono garbato, delicato.
L’immaginazione fertilissima, combinata con rarefatte sintesi operative, rende singolari risultati.
I suoi lavori risucchiano cadenze visive di un iter mentale, tutto proteso a rivitalizzare la memoria, a non appannarla; insomma, per permettere, così, a note passate di riconfluire nella vita corrente nell’ottica di essere utili riferimenti per poter processare e poter, adeguatamente, cribrare dati attuali.
Emerge la voglia dell’operatrice di corroborare la composizione con assunti materici in una disposizione di elaborate misure ed impronte, che possono esprimere rifrazioni e riflessi regolati da un intimo sentire e dall’hinterland dell’anima.
In questi lavori, che ripropongono dentellate consonanze mentali, si leggono ritmi, variazioni e dinamicità, nonché vivaci, solide e differenti armonie,  mentre in altre palesemente si dichiara il richiamo ad una pittura intimista che si coniuga ad una pittura di naturalità.
Cadenze trasparenti e sagaci, sapienti e svegli accenni coloristici presidiano varchi verso atmosfere in cui trapassano cromie tenui, che c’indicano leggerezze di tratto.
Ed, entrando con l’occhio nella rete compositiva, si coglie un preciso dettato di plurime e nette combinazioni pulsanti, determinato da dosaggi alternati.
Mary Samele ci mostra il suo notevole interesse per la materia, che, sapientemente, trasferisce con un rapido e quotidiano esercizio pittorico.
La giovane artista guadagna sostanza alle attese e coglie, nei suoi collegamenti visivi, certezze acute di soglie e di confini, ma dispone affinché ci sia un varco, un respiro, un’apertura e per questo il suo intendimento indugia, con severa discrezione, sull’esterno del mondo e mantiene un pudico contatto con il sentiero del limite, che non ravvede assolutamente come soglia di preclusione.
Un sentimento di riappropriazione del quotidiano urbano la spinge a verificare e a “scorrere con gli occhi” i movimenti dell’angolo di strada e di quelli lontani mille miglia.
Il nostro vivere, con i frenetici sussulti quotidiani, può essere “digerito” e “metabolizzato” grazie ad una profonda ed estrema presa di coscienza, rinvigorita anche dal vaglio di ciò che si sedimenta.
Il “focus” dell’azione segnico-pittorica di Mary Samele prende spunto da vene intimistiche ritagliate dalle odierne umane vicende sino ad arrivare e a toccare una chiave più vicina all’astrazione.
Questa mostra al Maschio Angioino è un incontro parallelo tra segni, scanditi con lucidità di sintesi, e parole, raccolte sul “fil rouge” del ricordo, e questa doppia declinazione del motivo del ricordo si pone come un’interpretazione più liberale per captare qualsiasi movimento o gesto, che ci circonda o ci abbraccia.
Questa tesi più diretta riesce a convogliare, tra l’altro, anche la comunicazione non verbale in filtri letterari e visivi, sino ad arrivare a “fermare” la memoria come testimonianza del vissuto e a rivitalizzarla come proiezione di cunei ideali futuri.

Maurizio Vitiello

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18 novembre, 2009 Posted by | Agenda Eventi, Arte, Campania, Cultura, Italia, Mostre, Musica, Napoli, Regioni | , , , , | Lascia un commento