Taccuino personale di Francesco Canessa: SAVIANO E LE CANZONI DELLA MALA
Saviano e le Canzoni della mala.
Roberto Saviano, campione mondiale del neo-realismo letterario partenopeo, miete successi anche come musicologo. Un suo saggio compare nel programma di sala della stagione sinfonica della romana Accademia di Santa Cecilia nientemeno che per il concerto di Claudio Abbado con l’Orchestra Mozart, accanto a quello di Giovanni Carli Ballola, firma d’alta specializzazione, come le altre che di solito compaiono su quelle pagine. Abbado gli aveva dedicato l’ultimo suo concerto al San Carlo, donde lo spunto per accoglierne uno scritto che ne tracciasse un ritratto.
In contemporanea con quei concerti nella Sala Santa Cecilia, nell’altra del Parco della Musica denominata Sala Sinopoli, lo stesso Saviano ha tenuto una conferenza sulla Musica neomelodica napoletana, fervidamente applaudita dal pubblico e ampiamente riportata dalle agenzie di stampa, inserita nei programmi culturali di Radio3. Filo conduttore, il campanello d’allarme per il degrado sociale di Napoli e dintorni monitorabile attraverso canzoni come “’O killer” , ‘Nu latitante”, “ ‘Sti Cinesi” e via così. Eccellente pretesto per tener viva come è giusto, l’attenzione sul problema gravissimo che sta a cuore a lui come a tutti noi onesti.
E’ altrettanto vero però che il fenomeno della malavita in versi e musica non è nuovo, ma rappresenta una costante nella poesia e nella canzone napoletana, che con le sue dimensioni e qualità ha finito per storicizzare un elemento comune alle forme di musica popolare d’altre radici, basti pensare alla canzone parigina o a quella milanese della Mala di Gaber e della Vanoni. E che si presta a interpretazioni differenziate, non necessariamente pessimistiche o addirittura allarmate.
Nella introduzione di Alberto Consiglio alla sua fondamentale Antologia dei Poeti napoletani, stampata mezzo secolo fa (1957 Firenze, Parenti Editori) egli giustifica la presenza assai numerosa < di testi che alludono a “guapparia” o a “camorra” e che dipingono o interpretano figure o aspetti ponibili sotto il segno del vizio e del delitto > sottolineando la forza che per contrasto acquistano i sentimenti dal venire espressi in condizioni diverse da quelle comuni. E davvero sono tanti quei testi, dagli’antichi e anonimi “Ah, quanto è bello lo morire acciso” a “..Tu m’haje arredutto dinto a la Vicaria “ sino a “Canzone ‘e carcerate” ( di Giacomo), “Guapparia (Bovio) o “’O Basista” (Russo) alla vasta e significativa produzione vivianesca. < Un tempo questi esercizi poetici venivano giustificati coi precedenti della scuola verista – prosegue l’autore – oggi possiamo osare di sottolinearne altra caratteristica, la valenza del sentimento che da essi emana.> E cita a conclusione e conforto della propria tesi la poesia senza confini di Garcia Lorca, che in “Romance de la pena negra” canta il “prendimiento e la muerte” del brigante gitano Antonito El Camborio.
Casalesi o Scissionisti hanno dunque sostituito soltanto i vecchi protagonisti, quel che c’è sostanzialmente di nuovo e diverso in “ ‘O Killer” ed affini, riguarda la letteratura: non finiranno mai in una Antologia di Poeti.
Francesco Canessa
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Trani, Incontro con la poesia e la musica alla Libreria “La Maria del Porto”
Sabato 27, marzo 2010 ore 18,30
Libreria La Maria del Porto
via Statuti Marittimi, 42
Trani (Bari)
Incontro con la poesia e la musica
la poetessa Rossella Tempesta
e la violoncellista e folksinger Susanna Canessa
presentano
la poetessa Rossella Tempesta e la violoncellista /folksinger Susanna Canessa insieme in una performance che fonde poesia e musica. Rossella Tempesta legge i suoi versi da “L’impaziente” accompagnata dalle canzoni folk raccolte nel Cd “Nefeli” cantate dalla stessa musicista Susanna Canessa.
“L’impaziente”
raccolta di poesie di Rossella Tempesta
“Una voce che è prima di tutto impaziente di cantare la vita, in tutte le sue sfaccettature, nelle sue maree e nei suoi inabissamenti, cambiando necessariamente di volta in volta tonalità, altezza, ritmi del suo movimento. Quella di Rossella Tempesta è una poesia pregna di odori, colori, profumi e sfumature, del paesaggio e dell’anima, o meglio delle anime della poetessa, dell’umano e di ciò che dell’Oltre è dato intravedere” (dalla prefazione di Chiara De Luca).
Per maggiori Info su “L’impaziente” clicca qui
“Nefeli”
nuovo album di Susanna Canessa
E’ un viaggio attraverso la musica classica e la musica folk. Ho unito il mio essere violoncellista alla passione di folksinger in brani (tutte cover) che raccontano semplici storie d’amore come North, Fenesta vascia, Luna rossa, Non potho reposare; storie di violenza sulle donne come Caleb Mayer; amori passionali come El preso numero nueve, appartenente alla tradizione popolare messicana; storie mitologiche come Il tango di Nefeli; Llegò con tres heridas, canzone contro la guerra augurandomi che questa possa finire e trasformarsi in Un mondo d’amore, con un inno alla libertà Donna Donna ed alla vita Gracias a la vida.
Per maggiori info e per ascoltare le anteprime del Cd “Nefeli” clicca qui
Rossella Tempesta è nata a Napoli. Vissuta a Terlizzi, Milano, Cattolica e Rimini attualmente risiede fra Napoli e Formia. Si occupa di Poesia e Cultura anche promuovendone la divulgazione con eventi e iniziative corali. Suoi testi e interventi appaiono sulle riviste “La Mosca di Milano”, “Graphie”, “ClanDestino”, “AttraVerso”, “Poesia”, “Poeti e Poesia”. Per la sua poesia ha ricevuto i premi “Dario Bellezza”, “Salvatore Quasimodo”, “Miramare Poesia”, “Hostaria dal Terzo”, “Sandro Penna”. Fra le sue opere i volumi Alla tua porta prefazione di Davide Rondoni (Walter Raffaelli, Rimini 2000) e Passaggi di Amore prefazione di Elio Pecora (Edizioni della Meridiana, Firenze 2007)
Violoncellista, ha iniziato gli studi a Napoli con il M° G. Caramia.
Ha continuato a Parigi con il M° Alain Meunier, seguendo anche i suoi corsi di perfezionamento in Italia. Si è diplomata al Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli. Ha svolto intensa attività artistica in orchestre sinfoniche, come la “A. Toscanini” e la “Filarmonica Marchigiana”, in gruppi da camera, da solista e in formazione di otto violoncelli insieme al M° A.Meunier esibendosi al Festival di Ravello, Parigi, Caserta, Capri e al Teatro S. Carlo di Napoli.
E’ fondatrice del Trio con pianoforte “Jacqueline du Pré” con il quale si è esibita in prestigiose sale da concerto tra cui, a Napoli, il Teatro S. Carlo e il Teatro di Corte, in antiche chiese e chiostri ed in altre città come Milano, Como, Gaeta, Anacapri, Reggio Calabria, Fano e Cosenza. Recente il suo spettacolo teatrale di musica e cinema “Music in the movies” replicato più volte per importanti Rassegne e “Enoch Arden” melologo di Strauss per l’Associazione “A.Scarlatti” e la Rassegna “MozArt Box”. Unisce le sue doti di violoncellista solista a quelle di cantante negli spettacoli di musica, canto e poesia come “Viaggio in Grecia”( andato in scena nei luoghi archeologici più suggestivi). Nel ruolo di Folksinger non esita ad imbracciare anche la chitarra e gran successo riscuotono i sui concerti “Gracias a la vida!”e “Love,amore…amor!”. Titolare della Cattedra di “Teoria Solfeggio e Dettato Musicale” e tiene corsi di “violoncello” “Editoria multimediale”, “Informatica musicale”, presso il Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino. A novembre 2009 è uscito il suo album “Nefeli” musica folk…e un po’ di Classica prodotto insieme a “Ca’Bianca” Ed.Musicali.
Libreria Spartaco (S.Maria C. V), Presentazione del libro “L’impaziente” e del cd “Nefeli”
Sabato 20, marzo 2010 ore 18,00
Libreria Spartaco Interno4
Via Martucci 18
S. Maria Capua Vetere (CE)
Note a piè di pagina. Una sera con…
la poetessa Rossella Tempesta
e la violoncellista e folksinger Susanna Canessa
Presentazione del libro “L’impaziente” e del cd “Nefeli”
Poesia e musica si fondono in una performance straordinaria e imperdibile nella Libreria Spartaco-Interno4 di via Martucci a Santa Maria Capua Vetere, sabato 20 marzo (ore 18.00): la poetessa Rossella Tempesta e la violoncellista Susanna Canessa sono pronte a regalare mille emozioni con i versi tratti dal libro “L’impaziente” (ed. Boopen Led) e le canzoni raccolte nel cd “Nefeli”.
La performance
Sulle note di “Nefeli” – un viaggio attraverso la musica classica e canzoni folk cantate dalla musicista Susanna Canessa – Rossella Tempesta legge i versi del suo ultimo lavoro poetico, “L’impaziente” (edizioni Boopen Led). “Sono rime che nascono dal ventre della sua città, Napoli, che ella descrive in modo diretto e in alcuni squarci con una preziosità straordinaria e colorita, cogliendo della sua terra, quasi come fosse appostata con una cinepresa, le vite affannate e la corporeità invadente di famiglie calate nei quotidiani secolari gesti” spiega su “Liberal” il poeta e critico letterario Loretto Rafanelli.
“L’impaziente” raccolta di poesie di Rossella Tempesta
“Una voce che è prima di tutto impaziente di cantare la vita, in tutte le sue sfaccettature, nelle sue maree e nei suoi inabissamenti, cambiando necessariamente di volta in volta tonalità, altezza, ritmi del suo movimento. Quella di Rossella Tempesta è una poesia pregna di odori, colori, profumi e sfumature, del paesaggio e dell’anima, o meglio delle anime della poetessa, dell’umano e di ciò che dell’Oltre è dato intravedere” (dalla prefazione di Chiara De Luca).
Per maggiori Info su “L’impaziente” clicca qui
“Nefeli” nuovo album di Susanna Canessa
E’ un viaggio attraverso la musica classica e la musica folk. Ho unito il mio essere violoncellista alla passione di folksinger in brani (tutte cover) che raccontano semplici storie d’amore come North, Fenesta vascia, Luna rossa, Non potho reposare; storie di violenza sulle donne come Caleb Mayer; amori passionali come El preso numero nueve, appartenente alla tradizione popolare messicana; storie mitologiche come Il tango di Nefeli; Llegò con tres heridas, canzone contro la guerra augurandomi che questa possa finire e trasformarsi in Un mondo d’amore, con un inno alla libertà Donna Donna ed alla vita Gracias a la vida.
Per maggiori info e per ascoltare le anteprime del Cd “Nefeli” clicca qui
Rossella Tempesta è nata a Napoli. Vissuta a Terlizzi, Milano, Cattolica e Rimini attualmente risiede fra Napoli e Formia. Si occupa di Poesia e Cultura anche promuovendone la divulgazione con eventi e iniziative corali. Suoi testi e interventi appaiono sulle riviste “La Mosca di Milano”, “Graphie”, “ClanDestino”, “AttraVerso”, “Poesia”, “Poeti e Poesia”. Per la sua poesia ha ricevuto i premi “Dario Bellezza”, “Salvatore Quasimodo”, “Miramare Poesia”, “Hostaria dal Terzo”, “Sandro Penna”. Fra le sue opere i volumi Alla tua porta prefazione di Davide Rondoni (Walter Raffaelli, Rimini 2000) e Passaggi di Amore prefazione di Elio Pecora (Edizioni della Meridiana, Firenze 2007)
Info: Libreria Spartaco-Interno4, via Martucci 18, S. Maria C.V. – Tel. 0823 797063
Si presenta al “Denaro” INSALAVITUDINE di Annamaria Sabini Liberatore
Giovedì 18 marzo 2010- ore 18,00
“Insalavitudine”
di Annamaria Liberatore
Ne discutono con l’autrice
Federica Cigala, Ermanno Corsi e Maria Ida Avallone
Intervento musicale di Susanna Canessa
Letture di Domenico Orsini
Sala Conferenze del Denaro • Piazza dei Martiri 58 – Napoli
Gli incontri andranno in onda su Denaro TV – denaro.it
Una sublime parmigiana di melanzane, la frittata di scammaro, le prelibate linguine al tartufo, la torta di neve.
Il cibo a fare da filo conduttore per il prossimo appuntamento di Librinredazione con l’invitante scoperta dei sapori e dei profumi della vita quotidiana di Annamaria Sabini Liberatore, autrice di “ Insalavitudine” edito da Graus.
La raccolta di racconti e di poesie arricchiti dai ricordi dell’infanzia e della maturità della scrittrice, giornalista e docente di Scrittura creativa, sarà presentata giovedì 18 marzo insieme all’autrice e all’imprenditrice Maria Ida Avallone, delegata regionale dell’associazione donne del vino.
L’incontro sarà allietato dall’intervento musicale di Susanna Canessa, dalle letture di Domenico Orsini, nipote della scrittrice Maria Orsini Natale.
Saluteremo il pubblico in sala con un brindisi offerto dalle cantine Villa Matilde.
Stampa l’invito:invito INSALAVITUDINE
Presentazione del libro di Licia Vetere con l’intervento musicale di Susanna Canessa
presso il centro “A ruota libera”
Via Caldieri, 140 – Napoli
presentazione del libro
Diario semiserio di coppie incognite
di Licia Vetere
Boopen Led editore
Un diario semiserio di prose e versi, fra realtà e visione, illusioni e fobie. Storie bizzarre e drammatiche, per curiosare nella fantasia e nei lati oscuri di quegli esseri che noi chiamiamo umani e nei loro legami che, sullo sfondo del paradosso, si mostrano come immagini astratte in una stanza vuota.
Una silenziosa esplosione al di là degli sguardi. Un sentiero dove il lettore è l’altra metà della coppia e al tempo stesso protagonista sulla linea di confine che separa l’amore dal sogno.
“La felicità consiste nel difendersi dal mondo, tessendovene sopra un altro”. Musil
Presentazione di Aldo Putignano
Letture a cura della compagnia Homoscrivens
Interventi musicali di Susanna Canessa
tratti dal suo nuovo album
Nefeli
musica folk … e un po’ di classica!
Premiazione al Concorso Europeo Don Enrico Smaldone, promosso dall’Associazione Culturale e Musicale “Euterpe”
Concorso Pianistico Europeo “Don Enrico Smaldone”
Si è concluso brillantemente il primo Concorso Europeo Don Enrico Smaldone,
promosso dall’Associazione Culturale e Musicale “Euterpe” di Angri. Durante la
serata (che ha richiamato un folto pubblico sia locale che di svariate Regioni
d’Italia), si sono esibiti i vincitori delle varie categorie. L’entusiasmo
degli ascoltatori ha confermato il risultato dei lavori della giuria così
composta: Giuseppe La Licata( presidente) Maria Pia Cellerino(membro) Concetta
Di Natale(membro) Rosa Santoro(membro) Ciro Nocerino(membro) Per la categoria
B, è stato assegnato il Primo Premio assoluto a Serra Francesco. Per la
categoria D, è stato assegnato il Primo Premio assoluto a Furio Elisabetta. Per
la categoria E, è stato assegnato il Primo Premio assoluto a Trione Bartoli
Giorgio. Primo premio categoria C a: Ceparano Gerardo, categoria D a Di Noto
Daniele. E’ stato assegnato il premio per la migliore esecuzione di un brano di
autore di scuola napoletana a Furio Elisabetta che si è esibita con un brano di
Giuseppe Martucci( premio offerto dal Cav.Filippo Smaldone, ultimo fratello
vivente di Don Enrico Smaldone). La seconda edizione del Concorso si terrà nei
giorni 25,26,27 febbraio del 2011.
di seguito due articoli che illustrano (in parte) ciò che ha fatto Don
Enrico Smaldone:
Don Enrico Smaldone – La Città dei ragazzi,Angri
“Sull’esempio di Padre Flanaghan, apostolo americano dell’autogoverno dei
ragazzi “traviati”, la costruzione della “Città dei ragazzi” di Don Enrico
Smaldone fu iniziata il 10 luglio del 1949.
Essa, a livello architettonico, venne ideata sul modello delle città in cui
noi oggi viviamo: porta d’entrata, Municipio, scuola, infermeria, Chiesa,
luoghi per lavorare e divertirsi…
Una vera e propria Città vissuta, gestita e governata dai ragazzi che poi vi
abiteranno.
I ragazzi di Don Enrico erano ragazzi provati dalla miseria e dagli stenti che
la seconda guerra mondiale aveva provocato in tutti e in particolare nelle
fasce più deboli e bisognose di aiuto. Infatti, Don Enrico Smaldone “allo
spettacolo”-così si esprime un documento del tempo – di deplorevole abbandono
morale e sociale in cui versano tante giovani vite, si propose di costruire,
sulle orme di monsignor Flanaghan, una Città di ragazzi anche in Angri ove
accogliere tutti quei fanciulli che, privi di qualsiasi assistenza, sono
destinati a traviarsi. E così, attraverso un’adeguata educazione morale, un
profiquo lavoro in moderne officine ed infine una sistemazione economica nella
vita civile, fare di essi degli onesti e probi cittadini.
La città dei ragazzi di Angri non avrà funzione puramente contingente, come ad
esempio, quella di curare i mali arrecati dalla guerra; avrà invece la funzione
permanente di rieducare quei fanciulli che possono e devono essere ancora
recuperati alla società e alla Patria. L’istituzione si propone di raccogliere
circa 1000 ragazzi, principalmente del Mezzogiorno d’Italia, ove, più che
altrove, la guerra ha lasciato più tangibile orma di corruzione trovando
favorevole terreno in plaghe tradizionalmente misere e socialmente arretrate.
(…)
In questa Città i ragazzi vivranno da liberi cittadini. Nessuna barriera,
niente disciplina ferrea, niente costrizioni ed imposizioni, ma libertà unita
ad autodisciplina, senso di autogoverno unito a quello di responsabilità.
Città dei ragazzi,Angri, Roma 30 Luglio 1950, p.4
I figli della guerra: “Con questa denominazione si vuole identificare tutti
quei ragazzi poveri, abbandonati e senza punti diriferimento che si trovano a
vivere gli anni difficili e drammatici che seguirono la seconda grande guerra
mondiale. Don Enrico “guardava con infinita tristeza tanti fanciulli sugli
scalini della sua Chiesa impegnati al gioco delle carte. Guardava nel suo rione
frotte di ragazzi abbandonati per intere giornate tra i cumuli di lapillo
vesuviano ancora indecorosamente troneggianti nei cortili annosi di indefinito
colore del tempo.
Ragazzi lontani dalla scuola dalla sua Chiesa, dalla stessa famiglia impegnata
in mille espedienti per assicurare l’incerto piatto quotidiano dipasta e
fagioli. Ragazzi di mano lesta e bestemmia facile.”
G. Marra, Ricordo di Don EnricoSmaldone.Ilfavoloso sogno di Balù, in “Il
Risorgimento nocerino”, 2 marzo 1967, p. 3.
Qualche foto:
Presentazione del libro “Astorre II Baglioni, guerriero e letterato” di Alessandra Oddi Baglioni
“In che cosa un essere umano può rivelarsi diverso dall’altro, se
all’esterno hanno entrambi le stesse sembianze? Due braccia, due gambe, un
volto. Perché all’interno le loro anime debbono essere diverse, assegnate a
destini diversi? E chi ha diritto alla salvezza e chi no, e attraverso quali
mezzi? È vero che chi muore per il vero Dio non muore? Ma allora qual è il
vero Dio per cui vale la pena di immolarsi?”.
Il tema della difesa della cristianità dai turchi fa da sfondo al romanzo
storico
“Astorre II Baglioni. Guerriero e letterato”
di Alessandra Oddi Baglioni
presentato in anteprima a Napoli
Mercoledì 10 marzo alle 18 e 30
sala conferenza del Denaro
P.zza dei Martiri, 58.
Ne discutono con l’autrice
Federica Cingala
Ermanno Corsi
Massimo Lo Cicero.
La scrittrice, attraverso la narrazione delle gesta del suo antenato Astorre
II Baglioni che conquistò Algeri per poi morire decapitato a Famagosta, un
mese prima di Lepanto, affronta le radici della civiltà europea, le profonde
pulsioni che animano l¹incontro-scontro fra uomo e donna, la sfida della
formazione delle nuove generazioni, tutti argomenti al centro dei suoi
studi.
Alessandra Oddi Baglioni, giurista, storica, rappresentante
dell’associazionismo femminile, ha lavorato all’Unione europea a Bruxelles,
si divide tra Roma e Perugia con la sua attività di imprenditrice agricola.
Stampa l’invito:Invito libro Astorre II 1-2
Taccuino personale di Francesco Canessa: SALISBURGO: BROGLI AL FESTIVAL DI PASQUA
SALISBURGO: BROGLI AL FESTIVAL DI PASQUA
( da Il Mattino del 24/2/2010 )
Indagini, brogli e miti che crollano: non è italiano il primato, come noi stessi ci affanniamo a proclamare con ipocrita amarezza. Anche tra i più irreprensibili vicini europei, la Procura bussa alla porta di chi mai lo si sarebbe immaginato. In Austria è la volta del Festival di Salisburgo, quello di Pasqua fondato da Karajan e affidato prima e dopo la sua morte alla più grande orchestra del mondo, i Filarmonici di Berlino ed ai direttori a lui succeduti, Claudio Abbado a Simon Ratte.
“Destituito senza preavviso” e indagato dalla magistratura per consistenti reati è l’amministratore delegato Michael Dewitte, l’organizzazione del Festival, travolta dallo scandalo e senza un euro in cassa, è andata in tilt. Dalla Germania s’è fatta subito avanti Baden Baden – la storica stazione termale – per accaparrarselo con i suoi concerti, le sue opere e i suoi Berliner. Ipotesi appena scongiurata, come assicura una lettera in data 10 febbraio inviata dal Commissario straordinario Peter Raue ai soci della “Verein der Forderer der Osterfestspiele” l’Associazione dei Sostenitori che versano annualmente una ricca quota per assicurarsi la prelazione sui biglietti in vendita. Molti sono in Italia, il loro numero è il più alto dopo Germania e Austria e prima di Stati Uniti e Gran Bretagna, così che la lettera è redatta anche in italiano. Essa spiega con chiarezza – e qui sta forse la differenza con i pasticci di casa nostra – “ le turbolenze che hanno investito il Festival di Pasqua di Salisburgo” e racconta dell’intervento della Società di revisione Audit Services Austria, dell’allontanamento dell’amministratore Dewitte e della consegna dei libri al Tribunale. Il vanto di questo Festival era di vivere di suo, senza contributi pubblici, coprendo il budget per il 71% con quote associative e biglietti, 17% con gli sponsor ed il resto con l’apporto di Eliette von Karajan e della Fondazione intitolata al marito, destinataria dei tuttora ricchissimi diritti discografici. In conseguenza, il signor Dewitte ha gestito senza soverchi vincoli e con qualche liberalità ( “…in contrasto con i suoi doveri si era concesso pagamenti di somme notevolmente elevate.” ) fin quando indagini e intercettazioni – di cui la lettera non parla, ma ne hanno scritto i giornali – hanno portato alla sua incriminazione con conseguente fuga all’estero e alla nomina del Commissario. Ora per salvare il Festival e il suo inestimabile valore nell’economia della città, subentrano nella società Osterfestspiel GmbH Salzburg la Regione, il Municipio e il Fondo per il Turismo con il 25% ciascuno mentre il restante 25 % resta alla Fondazione Karajan. La cifra impegnata complessivamente dai tre enti è modesta, appena un milione di Euro, così che l’apporto dei Sostenitori resta essenziale, dovrà continuare allo stesso ritmo di prima, auspica in conclusione il Commissario. Il tutto a partire dal 2012. L’edizione del 2011 è probabile che salterà, quella di quest’anno è salva, forse con qualche costoso protagonista in meno. Comincia tra poco, il 27 marzo, i signori soci e spettatori ne sapranno di più – promette la lettera – a Salisburgo, tra la domenica delle Palme e quella di Pasqua.
Francesco Canessa
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Taccuino personale di Francesco Canessa: MARTONE A PARIGI
Taccuino di viaggio di Francesco Canessa
Martone a Parigi
Il melomane errante si trova ancor una volta a Parigi, capitale teatrale di ogni tempo e subito si rifà della perdurante astinenza imposta in patria dal continuo rarefarsi dei prediletti spettacoli d’opera, per problemi di soldi e d’altro: un titolo al mese, se pure, un po’ di recite e via, a Milano come a Roma, o a Napoli, ove è sempre quaresima, pur se il suo tetro restaurato è bello come una pasqua. Si aggiunga che tra i malanni del Paese del Melodramma c’è anche l’esterofilia e mentre il suo massimo Tempio cancella Andrea Chenier (Giordano) e si consola con “Una casa di morti” (Janaceck) il nostro repertorio trionfa al di là del confine. A Parigi si proponevano Falstaff agli Champs Elysées e Don Carlos all’Opéra Bastille, teatro per raffinati l’uno e per passionali l’altro, in un unico Viva Verdi. Nel primo c’era da spellarsi le mani per i talenti nostrani di Mario Martone e dei suoi luogotenenti Sergio Tramonti, Ursula Patzak e Pasquale Mari, scenografo, costumista e mago delle luci, protagonisti in palcoscenico di un autentico trionfo. Nel programma di sala poteva leggersi come tutti sottolineassero con naturalezza le loro radici, Martone indicando una per una le esperienze che dal San Carlo l’hanno portato al successo internazionale nei teatri d’opera di Londra, Tokyo, Parigi.
E’ davvero un Falstaff scintillante, elegante e divertente, che insegue la sua morale (…Tutto nel mondo è burla!”) dalla prima all’ultima scena, così come dalla prima all’ultima nota, grazie alla direzione viva e brillante, persino rivelatrice di preziosi dettagli strumentali, di Daniele Gatti, sul podio di una compagine sinfonica d’eccellenza, l’Orchestre National de France. Il linguaggio interpretativo è moderno, ma senza forzatura alcuna, né di tempi, né di luoghi, con un solo carattere messo a nuovo, quello del personaggio di Alice Ford, che da compassata primadonna diventa la più scatenata e sbarazzina tra le allegre comari, vero motore dell’azione, che umilia e sbeffeggia Falstaff, ma del gioco si compiace e mette in campo femminilità e civetteria per mandar su di giri il povero grassone. Ne è interprete una deliziosa Anna Caterina Antonacci, che canta, recita, suona ( la chitarra, quando sir John le arriva in casa <dalle due alle tre>) felice di liberarsi della tragicità opprimente dei suoi consueti personaggi per esplodere nella grazia, nell’allegria, nella comicità d’una vera commediante. E che rende il suo ruolo protagonista, accanto a quello del titolo.
L’altro Verdi, il Don Carlos nella edizione italiana del 1884, regia di Graham Vick era – pensate un po’! – alla trentanovesima replica, ma l’enorme teatrone era di nuovo esaurito. Anche qui un direttore italiano, Carlo Rizzi e tre artisti di casa nostra in scena, il protagonista Stefano Secco, il Filippo II° di Giacomo Prestia e la Eboli di Luciana D’Intino, in forma smagliante. E due voci nuove per noi, entrambe strepitose: l’americana Sondra Radvanosky, Elisabetta, e il francese Ludovic Tézier, un marchese di Posa che non fa rimpiangere i grandi un tempo.
Francesco Canessa
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