Giovedì 3 dicembre la stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti ospita Jordi Savall con il suo gruppo Hespèrion XXI
Jordi Savall, uno dei protagonisti assoluti della scena musicale internazionale, torna a Napoli con il suo storico gruppo Hespèrion XXI: il maestro catalano sarà all’Auditorium di Castel Sant’Elmo alle ore 21 di giovedì 3 dicembre per la stagione concertistica della Associazione Alessandro Scarlatti.
Savall – che è anche un grande interprete di grandi compositori dell’epoca barocca – da anni si dedica soprattutto a ricostruire con inesauribile passione i percorsi segreti della musica popolare, che passa dalle campagne alle corti e attraversa tempi e paesi diversi, mutando continuamente aspetto e allo stesso tempo conservando qualcosa di atavico.
I suoi viaggi musicali partono generalmente dal Mediterraneo – che per secoli è stato il centro del mondo e su cui si affaccia la sua amata Catalogna – e si diramano poi verso i quattro punti cardinali.
Si è dedicato alla musica araba e armena, celtica e ottomana ed è riuscito a far dialogare anche la musica spagnola e la giapponese, impegnando tutto se stesso in queste esplorazioni e riuscendo sempre a coinvolgere in questa sua passione anche gli ascoltatori.
Al centro del programma della serata, sono le “Folias”, antiche danze spagnole, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che, seguendo percorsi difficili da ricostruire, si sono diffuse fino all’Italia meridionale, alla Scozia e al Nuovo Mondo.
Sono giunte fino a noi sia in semplici versioni popolari di autori anonimi, sia in sofisticate elaborazioni di grandi compositori dell’epoca rinascimentale e barocca, e per vie misteriose sono poi arrivate in mezza Europa, fino all’Irlanda e alla Scozia – trovando segrete affinità con la musica celtica – e da lì sono arrivate fino alle colonie americane, rigenerandosi in ogni paese con nuove e diverse caratteristiche.
Biglietti
Intero: 15 Euro
Ridotto giovani (under 33): 10 Euro
Last minute (under 33): 3 Euro – in vendita un’ora prima del concerto
Per informazioni:
www.associazionescarlatti.it
Infoline: 081 406011
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Giovedì 3 dicembre 2015, ore 21.00 – Auditorium di Castel Sant’Elmo
Folias & Canarios
Hespèrion XXI
Xavier Díaz-Latorre, chitarra
Guido Morini, organo & clavicembalo
Xavier Puertas: violone
Pedro Estevan: percussioni
Jordi Savall: Lyra da gamba (Anonimo italiano, ca. 1500); Viola da gamba basso a 7 corde (Barak Norman, Londra 1697)
Programma
Folias Antiguas
Diego Ortiz (1510 – 1570): La Spagna
Anonimo (CMP 121): Folias Antiguas (improvvisazione)
Anonimo: Folias Antiguas “Rodrigo Martinez” (improvvisazione)
Gaspar Sanz (1640-1710): Jácaras & Canarios
Diego Ortiz
Folia IV – Passamezzo antico I – Passamezzo moderno III
Ruggiero IX – Romanesca VII – Passamezzo moderno II
Pedro Guerrero: (?) Morisca
Antonio de Cabezón (1510-1566): Folia: Pavana con su Glosa
Anonimo (Tradizionale di Tixtla): Guaracha (improvvisazione)
Tradizioni celtiche nel Nuovo Mondo
Anonimo (Tradizionale irlandese): Regents Rant
Anonimo (Tradizionale scozzese): Lord Moira’s Hornpipe (Ryan’s Collection, Boston 1883)
Improvvisazione su Passacaglia
Antonio Martín y Coll (sec. XVII): Diferencias sobre las Folias
Francisco Correa de Arauxo (1584-1654): Glosas sobre “Todo el mundo en general”
Anonimo Canarios (improvvisazione)
Antonio Valente (sec. XVI): Gallarda Napolitana (improvvisazione)
Jordi Savall
Jordi Savall è una delle personalità musicali più polivalenti della sua generazione.
Da più di quarant’anni fa conoscere al mondo meraviglie musicali cadute nell’oscurità dell’indifferenza e dell’oblio.
Dedicatosi alla ricerca di queste musiche antiche, le studia e le interpreta, con la sua viola da gamba o come direttore.
Le sue attività di concertista, insegnante, ricercatore e creatore di nuovi progetti, sia musicali che culturali, lo collocano tra i principali artefici del fenomeno di rinascita della musica storica.
Ha fondato, insieme a Montserrat Figueras, i complessi musicali Hespèrion XXI (1974), La Capella Reial de Catalunya (1987) e Le Concert des Nations (1989), con i quali esplora e crea un universo di emozioni e di bellezza, che proietta sul mondo e su milioni di amanti della musica antica.
Secondo The Guardian (2011) “ciò che realmente lo distingue sono le sue incursioni fuori dal tempio dell’alta cultura. Ricercatore onnivoro, egli vaga dalle biblioteche di Manchester ai villaggi colombiani al fine di salvare tradizioni musicali, con registrazioni che vanno dai ritmi berberi alle estasi di un raga, dall’emozionante quiete di un lamento armeno alla vivacità di una gagliarda elisabettiana”.
Con la sua fondamentale partecipazione al film di Alain Corneau Tous les Matins du Monde (Premio César per la migliore colonna sonora), la sua intensa attività concertistica (140 concerti l’anno) e discografica (6 registrazioni ogni anno), e con la creazione della propria casa discografica ALIA VOX, fondata unitamente a Montserrat Figueras nel 1998, Jordi Savall ha dimostrato che la musica antica non deve necessariamente essere elitaria, e che anzi interessa a un pubblico di tutte le età, ogni volta più vario e più numeroso.
Il suo ingente impegno in concerti e incisioni può essere definito come un’opera “non tanto di semplice recupero musicale, quanto piuttosto di rianimazione creativa”, come ha scritto il critico Allan Kozinn su The New York Times (2005). Completati i suoi studi di violoncello al Conservatorio di Barcellona (1964), nel 1965 inizia come autodidatta lo studio della viola da gamba e della musica antica nel gruppo Ars Musicae, e perfeziona la sua formazione musicale dal 1968 alla Schola Cantorum Basiliensis (Svizzera), dove fino al 1993 ha collaborato con corsi e masterclass, come fa attualmente, come professore invitato, alla Juilliard School di Nuova York.
Nel corso della sua carriera ha registrato e pubblicato più di 200 dischi dei repertori di musica medievale, rinascimentale, barocca e del classicismo, con una speciale attenzione al patrimonio musicale ispanico e mediterraneo.
Essi gli hanno meritato molti riconoscimenti, tra cui Midem Classical Awards, ICMA e Grammy.
Per Jordi Savall “la musica è uno dei mezzi di espressione e di comunicazione più universali, e la misura della sua importanza e della sua significatività non può essere determinata secondo i criteri di evoluzione del linguaggio, quanto invece secondo il grado d’intensità espressiva, di ricchezza interiore e di umanità”.
I suoi programmi di concerto hanno trasformato la musica in uno strumento di mediazione in favore dell’intesa e della pace tra popoli e culture diverse, a volte in contrasto.
Perciò tra gli artisti invitati a fare parte delle sue formazioni si contano musicisti arabi, israeliani, turchi, greci, armeni, afghani, messicani e nordamericani.
Con giudizio unanime, nel 2008, Jordi Savall è stato nominato Ambasciatore dell’Unione Europea per il dialogo interculturale e, insieme a Montserrat Figueras, chiamato a fare parte degli “Artisti per la Pace” nel programma “Ambasciatori di buona volontà” dell’UNESCO.
La sua parabola artistica è considerata uno dei motori del rinascimento della musica antica, sia quella dell’Europa che quella del Nuovo Mondo e quella del Mediterraneo, ed è un riferimento primario nello studio, l’interpretazione, la direzione e l’approccio a diverse tradizioni culturali in un dialogo interculturale di grande significato che ha valicato tutte le frontiere.
La sua feconda carriera musicale gli ha meritato i più alti riconoscimenti nazionali e internazionali, tra i quali è doveroso citare i titoli di Dottore Honoris Causa delle Università di Evora (Portogallo), Barcellona (Catalogna) e Lovanio (Belgio), e anche il prestigioso Premio Léonie Sönning 2012, considerato il premio Nobel per la musica. “Jordi Savall è il testimone di un’eredità culturale comune d’infinita varietà. È un uomo per il nostro tempo” (The Guardian, 2011).
Hespèrion XXI
Il valore più importante della musica antica radica nella sua capacità, come linguaggio artistico universale, di trasmettere sensibilità, emozioni e idee ancestrali che catturano ancor oggi lo spettatore attuale.
Con il suo repertorio che va dal X fino al XVIII secolo, Hespèrion XXI cerca continuamente punti nuovi di unione tra Oriente e Occidente con una chiara volontà di integrazione e di recupero del patrimonio musicale internazionale, in particolare dell’ambito mediterraneo, stabilendo una connessione con le musiche del Nuovo Mondo americano.
Nel 1974, a Basilea, Jordi Savall e Montserrat Figueras, proprio con Lorenzo Alpert e Hopkinson Smith fondarono il gruppo Hespèrion XX, un gruppo di musica antica che intendeva recuperare e diffondere il ricco e affascinante repertorio musicale anteriore al XIX secolo a partire da nuove premesse: i criteri storici e gli strumenti originali.
Il suo nome, Hespèrion, significa “originario di Esperia”, che nell’Antica Grecia era la denominazione delle penisole più occidentali d’Europa: quella iberica e quella italiana.
Era anche il nome che riceveva il pianeta Venere quando compariva ad Occidente. Hespèrion XX, a partire dal 2000, cambiò il proprio nome in Hespèrion XXI.
Hespèrion XXI è oggi un punto di riferimento ineludibile per comprendere l’evoluzione della musica nel periodo che va dal Medio Evo fino al Barocco.
Il suo lavoro di recupero di opere, partiture, strumenti e documenti inediti ha un doppio valore incalcolabile: da un lato il rigoroso lavoro di ricerca apporta nuovi dati e interpretazioni delle conoscenze storiche di un’epoca e dall’altro lato, la squisita qualità delle interpretazioni mette a disposizione del pubblico la possibilità di godersi una naturalezza della delicatezza estetica e spirituale propria delle opere di quei tempi.
Fin dagli inizi, Hespèrion XXI assunse una direzione artistica chiara e innovativa che finirà per fare scuola nel panorama mondiale della musica antica, perché concepiva e concepisce la musica antica come strumento di sperimentazione musicale, con cui si ricerca la massima bellezza e l’espressività delle interpretazioni.
Qualsiasi interprete di musica antica è in debito con lo spirito originale di ciascun’opera e bisogna imparare a collegarcisi attraverso lo studio dell’autore, degli strumenti dell’epoca, dell’opera in sé e delle sue circostanze concrete. Però come artigiano della musica, è anche obbligato a prendere delle decisioni su quello che sta interpretando: il suo talento, la sua creatività e la sua capacità di trasmettere emozioni correlate alla sua capacità di collegare il passato al presente, la cultura con la sua divulgazione.
Il repertorio di Hespèrion XXI include, tra le varie cose, opere di repertorio sefardita, romanze castigliane, pezzi del Secolo d’Oro Spagnolo e l’Europa delle Nazioni. Alcuni dei loro programmi di concerti più celebrati sono stati Il canzoniere di Santa Maria di Alfonso X il Saggio, La Diaspora Sefardita, le musiche di Gerusalemme, di Istanbul, dell’Armenia o le Folías Criollas.
Grazie al notevolissimo lavoro dei numerosi musicisti e collaboratori che hanno collaborato con il gruppo in tutti questi anni, Hespèrion XXI svolge ancora un ruolo chiave nel recupero e nella rivalutazione del patrimonio musicale con una grande ripercussione a livello mondiale.
Ha pubblicato più di sessanta CD e in questo momento tiene concerti in tutto il mondo e partecipa abitualmente ai grandi Festival Internazionali della Musica Antica.
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Martedì 24 novembre il Quartetto Emerson ospite della stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti
Martedì 24 novembre atteso ritorno nell’Auditorium di Castel Sant’Elmo, alle ore 21, per la Associazione Alessandro Scarlatti, del Quartetto Emerson, il prestigioso ensemble statunitense, costituito nel 1976 prendendo il nome del poeta e filosofo americano Ralph Waldo Emerson.
Il quartetto colleziona una ineguagliata lista di successi: nove Grammy Award (inclusi due come migliore album classico, un onore senza precedenti per un gruppo di musica da camera), tre Gramophone Awards e l’ Avery Fisher Prize.
A questi riconoscimenti, nel gennaio 2015 si è aggiunto il Richard J. Bogomolny National Service Award, il più prestigioso premio negli Stati Uniti, nel campo della musica da camera.
Il Quartetto, che è stato più volte ospite delle stagioni della Scarlatti, si presenta per la prima volta con il nuovo violoncellista Paul Watkins.
Watkins, un insigne solista, direttore d’orchestra, appassionato di musica da camera, si è unito al gruppo nel 2013, e la sua dedizione e il suo entusiasmo hanno arricchito il quartetto con un timbro ricco di calore e con una gioia palpabile nel processo di collaborazione.
Il programma unisce due capolavori che rappresentano la vetta compositiva degli autori: il Quartetto op. 51 n. 2 di Brahms, che testimonia il conseguimento della perfezione in termini di equilibrio formale, stilistico, sonoro, e l’ultimo lavoro quartettistico di Franz Schubert, il Quartetto in Sol maggiore opera postuma 161.
Biglietti:
Intero: 15 Euro
Ridotto giovani (under 33): 10 Euro
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Per informazioni:
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Martedì 24 novembre 2015, ore 21.00 – Auditorium di Castel Sant’Elmo
Quartetto Emerson
Eugene Drucker e Philip Setzer (violini)
Lawrence Dutton (viola)
Paul Watkins (violoncello)
Programma
Johannes Brahms (1833 – 1897): Quartetto in la minore op. 51 n.2
Philip Setzer, primo violino
Franz Schubert (1797 -.1828): Quartetto in sol maggiore op. post.161 D 887
Eugene Drucker, primo violino
Quartetto Emerson
Da più di 30 anni il Quartetto Emerson colleziona, nella storia dei quartetti, una ineguagliata lista di successi: nove Grammy Award ( inclusi due come migliore Album Classico, un onore senza precedenti per un gruppo di musica da camera), tre Gramophone Awards e l’ Avery Fisher Prize.
Il Quartetto ha una fama internazionale per progetti di musica da camera innovativi, inclusi i cicli integrali dei quartetti di Beethoven, Bartók, Mendelssohn e Shostakovich, eseguiti nelle capitali musicali del mondo.
Anche se la maggior parte del loro repertorio è dedicato alla musica classica, il Quartetto Emerson ha sempre dimostrato un forte impegno sulla musica del XX secolo e del XXI secolo, incluse più di 20 commissioni e prime mondiali.
Il Quartetto ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti del nostro tempo sia nei concerti che nelle incisioni.
L’arrivo di Paul Watkins nel 2013 ha prodotto un profondo impatto sul Quartetto Emerson.
Watkins, un insigne solista, direttore d’orchestra, appassionato di musica da camera, si è unito al gruppo nella sua 37° stagione, e la sua dedizione e il suo entusiasmo hanno arricchito il quartetto con un timbro ricco di calore e con una gioia palpabile nel processo di collaborazione.
L’ Emerson è quartetto in Residence alla Stony Brook University dove, oltre ad una serie di concerti, insegnamento e lezioni di musica da camera, ha svolto numerosi Workshop di quartetti d’archi tra il 2004 e il 2008.
Il quartetto ha anche organizzato tre Workshop professionali alla Carnegie Hall Weill Music Instiute.
Nella stagione 2006-2007 la Carnegie Hall ha invitato l’ Emerson a presentare la propria serie Perspectives: un’ esplorazione di nove concerti intitolata Beethoven in Context tenuti nell’ Auditorium Isaac Stern.
Nessun altro quartetto ha avuto l’opportunità di presentare una così importante serie alla Carnegie Hall.
Nel Marzo 2004 l’ Emerson è stato il diciottesimo destinatario dell’ Avery Fisher Prize, un altro primato per un complesso da camera.
Costituitosi nel 1976, il Quartetto Emerson ha sede a New York ed è stato uno dei primi gruppi in cui i violinisti si alternano nella parte di primo violino; il Quartetto ha preso il suo nome dal grande poeta e filosofo americano Ralph Waldo Emerson.
Nel gennaio 2015 ha ricevuto il Richard J. Bogomolny National Service Award, il più prestigioso premio per la musica da camera negli Stati Uniti, in riconoscimento del significativo e duraturo contributo nel campo della musica da camera.
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Venerdì 20 e sabato 21 novembre al Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino convegno dal titolo “Alessandro Speranza (Lauro di Avellino, 24 aprile 1724 – Napoli, 17 novembre 1797) e la musica sacra a Napoli nel Settecento”
Venerdì 20 novembre, dalle ore 15.00 e sabato 21 novembre, dalle ore 9.00, al Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino si terrà il convegno nazionale di studi “Alessandro Speranza (Lauro di Avellino, 24 aprile 1724 – Napoli, 17 novembre 1797) e la musica sacra a Napoli nel Settecento”.
L’opera di Alessandro Speranza, in gran parte ancora poco nota, comprende un patrimonio inedito di musica sacra.
Un’ampia produzione (messe, passioni, lamentazioni, antifone ecc.) che riflette i multiformi interessi artistici del compositore di Lauro di Avellino.
La storia e la ricezione della musica sacra a Napoli nel Settecento rappresenta un campo ancora poco esplorato, nonostante il ricco e variegato patrimonio musicale espresso dall’ambiente socio-culturale partenopeo del XVIII secolo.
Tra le tante figure che arricchiscono il panorama musicale sacro di questo periodo vi è sicuramente quella di Alessandro Speranza, che dopo aver studiato al Conservatorio di Loreto con Francesco Durante e aver intrapreso la carriera ecclesiastica si dedicò alla composizione per le diverse chiese napoletane e all’insegnamento del canto e del contrappunto.
Tra i suoi allievi figurano, infatti, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, autore di celebri melodie per il Natale, e Nicola Zingarelli, celebre compositore e già direttore del Conservatorio di Napoli.
Il convegno metterà in luce la produzione artistica di Alessandro Speranza, nel contesto musicale napoletano, e apporterà nuovi contributi alla biografia di questo compositore. Finora si è sempre creduto che Alessandro Speranza fosse nato all’incirca nel 1728 a Palma Campania mentre le recenti ricerche archivistiche, che saranno presentate durante il convegno, smentiscono questi dati attribuendo con certezza la nascita del compositore a Lauro di Avellino il 24 aprile del 1724.
Voci autorevoli come quella di Pasquale e Felice Marciano (“Alessandro Speranza ritrovato” attraverso le carte dell’Archivio Storico Diocesano di Nola) permetteranno di conoscere i nuovi dati biografici sul compositore; Antonio Dell’Olio (Passioni napoletane al paragone: Gaetano Veneziano, Pietr’Antonio Gallo e Alessandro Speranza), Domenico Sodano (Speranza e le Messe: l’attuazione liturgica di una prassi musicale), Angela Fiore–Sarah Iacono (L’amor divino di Alessandro Speranza. Antifone e cantate nel Monastero di Regina Coeli) e Maria Rosa Massa (Musica e devozione mariana nella Napoli del ‘700: il contributo di Alessandro Speranza) si confronteranno sulle composizioni di Speranza e faranno il punto sull’attività artistica del compositore; Maurizio Rea (Musica e pietà popolare al Carmine Maggiore di Napoli al tempo di Speranza) e Giacomo Sances (L’archivio “inesistente”: Durante, Speranza e Fiodo tra i muti scaffali del Purgatorio ad Arco) analizzeranno il contesto musicale in cui operò l’artista lauretano; Marta Columbro (Aspetti della pro-duzione sacra napoletana del ‘700 all’epoca di Speranza: la pastorale) relazionerà su un genere musicale assai diffuso all’epoca di Speranza; Paolo Saturno (Alessandro Speranza e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: affinità musicali, discrepanze spirituali) approfondirà il rapporto tra l’allievo, elevato agli onori dell’altare, e il maestro; Paolo Sullo (La scuola di composizione di Alessandro Speranza: dal contrappunto al solfeggio) esporrà le ultime ricerche sulla scuola compositiva di Speranza, con preziose cronache del tempo.
La giornata sarà arricchita da una tavola rotonda coordinata dal noto studioso Paologiovanni Maione, autore di importantissimi studi sul repertorio sacro napoletano, con la partecipazione di prestigiosissimi relatori, quali: Marta Columbro, Cesare Corsi, Paola De Simone, Angela Fiore, Marina Marino, Francesca Seller, che faranno il punto sulle prospettive di ricerca nel campo della musica sacra a Napoli nel Settecento.
Venerdì 20 novembre, ai lavori scientifici seguirà, alle ore 19.30, un concerto a cura di Pierfrancesco Borrelli ed Enrico Baiano, con prime esecuzioni in tempi moderni di musiche di Alessandro Speranza.
La partecipazione al convegno e al concerto è gratuita.
Eleonora Davide
Relazioni interne e rapporti con la stampa
Conservatorio “Domenico Cimarosa”
Via Circumvallazione, 156 – Avellino
Tel. 0825/306.22
Fax 0825/78.00.74
info@conservatoriocimarosa.org
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Venerdì 27 novembre allo Spazio Kromìa di Napoli inaugurazione della mostra fotografica “La Città del Cielo” di Gigi Viglione
Venerdì 27 novembre, alle ore 18.30, presso Spazio Kromìa (via Diodato Lioy 11, adiacenze piazza Monteoliveto – Napoli), inaugurazione della prima personale napoletana del fotografo Gigi Viglione dal titolo “La Città del Cielo”.
In mostra, dodici scatti in bianco e nero di sottile suggestione, tra cielo e pietra, sulle cupole di Partenope.
Non una ricognizione architettonica, ma seni e grembi di cemento capaci di contenere in un’unica forma ricorrente i mille respiri di uomo, città, anima, storia.
Tra Città e Cielo
(nota di Diana Gianquitto)
Il tatto, il sacro, la carezza. Su una storia e una città. Dalla mano di una spiritualità laica perché cosmica, sacra perché profondamente umana.
Le vibranti parole dell’artista sui suoi scatti si posano tattili e lievi sulle sue visioni e sulla percezione di esse, illuminando immediatamente il senso profondo del suo nuovo percorso visivo, che della archi-tettura prende, lasciando il comando etimologico, solo l’assonante archè: il principio, l’origine.
L’archetipo, sotteso al reale, di quella pietrosa pelle e delicata epidermide di cemento, un po’ grembo un po’ seno, madre o sposa, le cui impercettibili variazioni materiche, di dialogo con la luce e cromatiche sono il vero oggetto di studio.
Inteso come rassegna fenomenica delle infinite possibili variazioni di un unico Brahman vivente e unificante, letteralmente costruito (in architettura, appunto) dal senso storico per il sacro degli uomini.
La sorprendente varietà delle calotte, e delle loro carni, come la sempre rinnovantesi molteplicità dei suoi respiri, del suo prana.
Con un’ineludibile sensibilità – parente solo a una Pittura fotografica – di ciascuna cupola, ma anche di ciascun cielo, l’artista scopre e svela ogni sottilissima diversità, ma sempre, incredibilmente, riconducendone l’aspetto a una forma di gestaltiana memoria: un’astrazione geometrica quadrata, frontale o quasi, essenziale, di pressoché pari gestione percentuale dello spazio tra architettura e cielo, che porta a modello un modulo che si ripete quasi identico.
Ma non per confinare, né organizzare, in claustrofobici e asfittici incasellamenti cerebrali; piuttosto, per concettualizzare e far uscire l’archetipo simbolico, così come il Suprematismo di Malevič poteva far scaturire infinite diadi dinamiche spirituali dal sempre mutevole incontro in un unico perdurante modello di rapporto tra un quadrato nero e un fondo bianco.
La pittura come religione per giungere alla verità essenziale delle cose, e così la fotografia per Viglione.
Il modulo, nella sua gestione estetica, non accumula né quindi esautora, ma ritualizza, e quindi tira fuori il significato spirituale di una scelta di sguardo in cui incredibilmente, per una sorta di continuo rovesciamento o inversione tra contenente e contenuto, anche il cielo trascendente, inavvertitamente ma con potenza, si fa a sua volta grembo e contenitore di una cupola immanente, perché come segno penetrativo – almeno al pari di come è essa all’inverso con lui – la lambisce nei bordi e vi entra, entra nel suo spazio visivo, finendo per incorporarla.
Come Yin e Yang – richiamati anche dai colori – d’aria e mattoni, giocano a rincorrersi, compenetrarsi, protendersi e trapassare l’uno nell’altra, e viceversa.
E, come per i due principi energetici taoisti, la tensione generativa risiede nel limen, nella sottilissima eppure potentissima linea di contatto e dialogo tra due entità, non nella loro complementarietà, accumulo o giustapposizione.
Al pari di ciò che avviene nelle filosofie orientali di cui condivide sensibilità e suggestioni, è proprio nel cogliere l’imperituro mistero della compresenza di attimo/evanescenza e permanenza/archetipo la ricerca della verità per Gigi Viglione.
E, così come negli studi sul colore di Paul Klee, il fotografo insegue la diversità di percezione indotta da ogni fenomenica variabile cromatica o luministica delle pelli di pietra applicata a una stessa ontologica, perdurante, forma architettonica, distillando energia e significato dall’incontro tra le due.
Catturando fotogrammi statici delle mille effimere, eppure eterne, verità di un’unica anima che abbraccia natura, uomo e storia.
Info:
08119569381
3315746966
info@kromia.net
www.kromia.net
Orari di apertura (verificare via telefono):
lun/merc/ven 10.30-13.30 e 16.30-19.30
mar/giov/sab 10.30-13.30
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Italian Art Fair Dubai 2015. L’Inaugurazione alla Gallery of Light del prestigioso Ductac sabato 5 dicembre 2015 alle ore 19.00
Il progetto Italian Art Fair vuole essere una più valida ed adeguata proposta di visibilità e promozione dell’arte italiana nel mondo.
Con la curatela affidata alla dott.ssa Gina Affinito e con gli auspici dell’Istituzione italiana Camera di Commercio Italiana in UAE, è un progetto atteso e richiesto, visto il fiorire prepotente di nuove frontiere dell’arte proprio negli Emirati.
Italian Art Fair prevede la partecipazione gallerie d’arte, studi d’arte e singoli artisti (Solo Art) che operano in Italia. Le sezioni comprendono:
. pittura
. fotografia
. scultura
. installazione
Date
Italian Art Fair si svilupperà in 7 giorni di esposizione in un periodo compreso tra il
05 ed il 12 dicembre 2015 (sabato 12 è previsto l’incontro con possibili acquirenti ed il disallestimento nel pomeriggio)
L’esposizione sarà visitabile dal pubblico da sabato 5 a venerdì 11 dicembre nei seguenti orari del DUCTAC:
dal sabato al giovedì h 9.00/22.00
solo il venerdì h 14.00/22.00
La Location
Dubai Community Theatre & Arts Centre (DUCTAC) si propone di contribuire allo sviluppo creativo e culturale di Dubai presentando e ospitando un programma di eventi e di attività partecipative per molte comunità multi-nazionali di Dubai. DUCTAC ospita e produce una grande varietà di spettacoli, eventi, mostre, workshop e corsi, abbracciando quasi tutti i generi creativi.
Situato al piano due del Mall of the Emirates, la sede comprende: un teatro da 543 posti; un laboratorio teatrale; una galleria di arti visive; uno studio d’arte, laboratori e aule, tra cui una fabbrica di ceramiche, scultura e laboratorio di mosaici.
Il centro è anche sede di un Arts Material Shop e The Old Library. www.ductac.org
Gallery of light
La Gallery of Light, all’interno del Ductac, è un moderno spazio d’arte, situato in una posizione strategica e privilegiata a Dubai. La galleria è curata dall’artista inglese Simon Coates ed ospita tutti i generi dell’arte contemporanea come la pittura, la fotografia, l’arte digitale, cinema sperimentale e video, sound art, scultura ed il lavoro di progettazione.
Saranno in Esposizione
- Chie Art Gallery |Milano
Adriana Inverni, Alberto Besson, Angelo De Francisco, Anna Maria Artegiani, Ciro Di Fiore, Ivano Emilio Zanetti, Keisuke Nomura, Louis Magro, Lucilla Restelli, Luisa Caeroni, Mana Kishiya, Mojgan Askari, Silvia Casilli, Silvia Battisti, Fausta Dossi.
- Gallery Accorsi Arte | Torino
Piera Bessone (BessPierre), Carla Castaldo, Alessandro Cinardo, Stefania D’Elia, Maxo Della Rocca, Dolores Filippo, Maria Luisa Fontana, Liliana Mascio, Luciano Meraviglia, Elvino Motti, Francesca Paltera, Edy Snir, Stefano Torrielli, Michela Valenti.
- CCA Art Gallery | Roma
Laura Bruno – Concetta Carleo, Marina Del Giudice, Shakar Galajian, Laura Longhitano, Gabriella Lusignani, Concetta Masciullo, Salvatore Morgante, Simona Moroni, Flora Palumbo, Ivan Pili, Simone Rosti, Marcello Silvestre, Marina Taroni, Alessandro Togni.
- Primo Piano Livin Gallery| Lecce
Lara Androvandi, Mattia Casagrande, Astolfo Funes, Kristina Garon, Asli Kutluay, Maurizio Muscettola, Gunilla Oldenburg, Mario Rossi, Rien Vorgers, Nel Ten Wolde.
- Solo Art
Laura Colantonio, Antonina Foderà, Mauro Fornasero, Antonella Guarano, Osvaldo Petricciuolo, Michelangelo Lacagnina, Andrea La Casa, Serenella Marsala, Letizia Lo Monaco, Giovanna Magugliani, Tina Marzo, Antonello Sanna, Pasquale Sorrentino, Pamela Squarta, Antonio Sanna, Stefania Sergi, Vanessa Pia Turco, Maika Zanetto.
Curatela: Gina Affinito
Organizzazione generale: Ivan Pili
Ufficio stampa: Tania Sabatino
Grafica: Mariano Cervone
Rif telefonici: Italia +39 327.3463882 – +39 380.2640841
Emirati Arabi Uniti +971 55.4732207
E-mail: iafdubai@gmail.com – gina.affinito@gmail.com
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Sabato 21 novembre I Quartieri Jazz di Mario Romano tornano a Palazzo Venezia sulle note del gipsy jazz napoletano
Napoli – Sabato 21 novembre alle 21.30 I Quartieri Jazz di Mario Romano intraprenderanno un viaggio sulle note del gipsy jazz napoletano a Palazzo Venezia in via Benedetto Croce, 19 a Napoli
Napoli – Nuovo appuntamento a Palazzo Venezia (via Benedetto Croce, 19) per I Quartieri Jazz di Mario Romano, in programma sabato 21 novembre alle 21.30.
Un nuovo viaggio sulle note del Gipsy Jazz Napoletano.
Lo scrittore Guy De Maupassant sostiene che “il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno”.
Così grazie a Mario Romano, che suonerà la chitarra classica, Luigi Esposito al pianoforte, Ciro Imperato al basso ed Emiliano Barrella alla batteria, sarà possibile intraprendere questo doppio viaggio alla scoperta del jazz partenopeo, che “impasta” jazz manouche, dalla musicalità girovaga, e sonorità made in Naples, abbinato ad un tour alla scoperta delle vicissitudini e dei tesori conservati tra le stanze e nel giardino pensile di Palazzo Venezia.
Nel viaggio sonoro che si intraprenderà con la band partenopea capitanata da Mario Romano troveranno spazio il vociare e le nenie dei vicoli di Napoli e del suo cuore pulsante, le percussioni africane, la dolce malinconia trasportata dai petali di lavanda delle campagne provenzali, i movimenti fluidi e ricchi di energia brasiliani. Ed ancora la coralità dei villaggi della Mittleuropa.
Un jazz partenopeo nutrito di talento, impegno e sacrifici, quelli di chi non si arrende e continua la sua battaglia in nome della cultura e della resistenza culturale, grato dell’eredità e degli insegnamenti dei grandi maestri del passato e del presente, ma senza rinunciare alla sua identità ed al suo “tocco personale” , un po’ in controtendenza e fuori dalle logiche dii un business ad oltranza.
LA FORMULA DELLA SERATA
La serata prevede una visita guidata a Palazzo Venezia, riportato a nuova vita grazie all’impegno di Gennaro Buccino, ed un gustoso aperitivo per accompagnare ed assaporare ancor di più questo “valzer” di note. Questo viaggi, tra l’interno delle proprie emozioni evocate dai ritmi, e l’esterno, rappresentato dalle sale ed il giardino pensile di Palazzo Venezia.
Caratteristica è la Casina Pompeiana, aggiunta alla struttura in epoca neoclassica, ispirata allo stile pompeiano antico.
Suggestivo anche il giardino pensile. I giardini ospitano una piccola cappella denominata “grotta della Madonnina”. Essa ha sua particolare struttura, con soffitto “a cielo e stelle” di un intenso colore celeste brillante, che l’hanno resa, in un passato ormai lontano, un luogo particolarmente adatto al raccoglimento ed alla preghiera.
Il contributo organizzativo è di 12 euro.
Qualche gustosa sorsata di Neapolitan gipsy jazz:
https://www.youtube.com/watch?v=Ka4-zCjSW6U&feature=youtu.be (Vesuvia)
https://www.youtube.com/watch?v=rgLZqan66ek&feature=youtu.be (Cammen)
https://www.youtube.com/watch?v=uoWB12rZaGQ (Le 4 giornate di Napoli)
Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile telefonare al 3404893836 o mandare una mail a quartierijazz@live.it. O rivolgersi a Palazzo Venezia allo 0815528739 o via mail all’indirizzo palazzovenezianapoli@gmail.com
Ufficio Stampa Quartieri Jazz: Dr.ssa Tania Sabatino
Mobile: 3205741842, e-mail: ufficiostampaquartierijazz@gmail.com
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Mercoledì 18 novembre la stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti ospita il Quartetto di Venezia
Mercoledì 18 novembre, alle ore 21, nell’Auditorium di Castel Sant’Elmo il Quartetto di Venezia propone il primo di tre appuntamenti, che proseguiranno nelle prossime stagioni della Associazione Alessandro Scarlatti, dedicati alle pagine per quartetto di autori italiani, da Boccherini a Luciano Berio.
Questa ampia rassegna del repertorio cameristico composto in Italia ha lo scopo di sfatare il luogo comune che vede l’Italia – specie nel secondo Ottocento e primo Novecento – “il paese del melodramma”, e a mettere in luce il problematico rapporto dei compositori italiani con il modello mitteleuropeo con cui dovevano confrontarsi.
Nel programma della serata, infatti, si ascolteranno proprio le opere quartettistiche di Puccini e di Verdi.
Rigore analitico e passione sono i caratteri distintivi del Quartetto di Venezia, ereditati da due scuole fondamentali dell’interpretazione quartettistica: quella del Quartetto Italiano sotto la guida di Piero Farulli e la Scuola Mitteleuropea del Quartetto Végh, tramite i numerosi incontri con Sándor Végh e Paul Szabo.
Con un repertorio particolarmente ampio, che comprende opere di rara esecuzione, il Quartetto di Venezia è stato insignito dell’Alto Riconoscimento dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in occasione dei vent’anni di attività, e ha ricevuto una targa di rappresentanza dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del trentennale dalla fondazione.
“Credo che ben pochi quartetti, in Italia e non solo, siano arrivati a quest’importante traguardo – commenta il primo violino Andrea Vio – anzi, non un traguardo ma una tappa… 30 anni di quartetto significano moltissimo: una scelta di vita che ci ha fatto girare un po’ tutto il mondo, conoscere tantissime personalità del mondo musicale e non. Soprattutto, è stata un’avventura che ci ha riempito la vita in modo assoluto.”
Biglietti:
Intero: 15 Euro
Ridotto giovani (under 33): 10 Euro
Last minute (under 33): 3 Euro – in vendita un’ora prima del concerto
Per informazioni:
www.associazionescarlatti.it
Infoline: 081 406011
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Mercoledì 18 novembre 2015, ore 21.00 – Auditorium di Castel Sant’Elmo
“La musica italiana per quartetto d’archi” – primo concerto
Quartetto di Venezia
Andrea Vio, violino
Alberto Battiston, violino
Giancarlo Di Vacri, viola
Angelo Zanin, violoncello
Luigi Boccherini (1743 – 1805): Quartetto in sol maggiore op.52 n.3
Bruno Maderna (1920 – 1973): Quartetto in due tempi
Giacomo Puccini (1858 – 1924): Crisantemi, elegia per quartetto d’archi
Giuseppe Verdi (1813 – 1901): Quartetto in mi minore
Quartetto di Venezia
Della loro vocazione ai vertici più ardui del camerismo è testimone Bruno Giuranna:
“E’ un complesso che spicca con risalto nel pur vario e vasto panorama musicale europeo. La perfetta padronanza tecnica e la forza delle interpretazioni, caratterizzate dalla spinta verso un valore assoluto propria dei veri interpreti, pongono il “Quartetto di Venezia” ai vertici della categoria e fra i pochissimi degni di coprire il ruolo dei grandi Quartetti del passato”.
Sfogliando il volume delle testimonianze critiche, l’elogio più bello sembra quello formulato sul “Los Angeles Times” da Daniel Cariaga: “questo quartetto è più che affascinante, è sincero e concreto”.
Rigore analitico e passione sono i caratteri distintivi dell’ensemble veneziano, qualità ereditate da due scuole fondamentali dell’interpretazione quartettistica: quella del “Quartetto Italiano” sotto la guida del M° Piero Farulli e la Scuola Mitteleuropea del “Quartetto Vegh”, tramite i numerosi incontri avuti con Sándor Végh e Paul Szabo.
Il “Quartetto di Venezia” ha suonato in alcuni tra i maggiori Festivals Internazionali in Italia e nel mondo tra cui la National Gallery a Washington, Palazzo delle Nazioni Unite a New York, Sala Unesco a Parigi, IUC a Roma, Serate Musicali di Milano, Kissinger Sommer, Ossiach/Villach, Klangbogen Vienna, Palau de la Musica Barcellona, Tivoli Copenhagen, Societè Philarmonique a Bruxelles.
E’ stato recentemente invitato dal CIDIM per una lunga tournée in Sud America: Argentina, Brasile e Uruguay. Ha avuto l’onore di suonare per Sua Santità Papa Giovanni Paolo II e per il Presidente della Repubblica Italiana.
Il repertorio del “Quartetto di Venezia” è estremamente ricco ed include, oltre al repertorio più noto, opere raramente eseguite come i quartetti di G. F. Malipiero (“Premio della Critica Italiana” quale migliore incisione cameristica).
La vasta produzione discografica include 19 CD per la Dynamic, Fonit Cetra, Unicef, Aura, Koch.
Ultima produzione è l’uscita dell’integrale dei sei quartetti di Luigi Cherubini, registrati per la Decca in tre cd.
Numerose sono anche le registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI & RAI International, Bayerischer Rundfunk, New York Times (WQXR), ORF1, Schweizer DRS2, Suisse Romande, Radio Clasica Espanola, MBC Sudcoreana.
Spinto dal piacere del suonare assieme, l’ensemble ha collaborato con artisti di fama mondiale tra i quali Bruno Giuranna, “Quartetto Borodin”, “Quartetto Prazak”, Piero Farulli, Paul Szabo, Oscar Ghiglia, Danilo Rossi, Dieter Flury (1° Flauto dei Wiener Philarmoniker), Pietro De Maria, Alberto Nosè.
In occasione del 25° anniversario, il “Quartetto di Venezia” ha ricevuto l’alto riconoscimento del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
Dall’agosto 2010 Giancarlo Di Vacri è la nuova viola del quartetto e sostituisce, dopo più di 25 anni di attività, Luca Morassutti.
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Concerti a Napoli dal 16 al 22 novembre 2015
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Questi gli appuntamenti previsti dal 16 al 22 novembre:
Lunedì 16 novembre, alle ore 21.00, al Teatro Mediterraneo (Mostra d’Oltremare), per il quinto anniversario del riconoscimento Unesco della Dieta Mediterranea, in collaborazione con il Teatro di San Carlo, allestimento de “La serva padrona”, intermezzo buffo in due parti di Giovanni Battista Pergolesi, su libretto di Gennarantonio Federico, con la partecipazione di Minni Diodati (Serpina), Filippo Morace (Uberto), Virgilio Brancaccio (Vespone) e Roberto Moreschi (maestro al cembalo), del Quartetto d’Archi del Teatro di San Carlo, formato da Cecilia Laca e Luigi Buonomo (violini), Antonio Bossone (viola) e Luca Signorini (violoncello), diretti da Maurizio Agostini.
Regia di Mariano Bauduin, costumi di Marianna Carbone
Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili con biglietto da richiedere collegandosi al seguente link:
http://dietamediterranea.regione.campania.it/?tribe_events=la-serva-padrona-di-g-b-pergolesi
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Martedì 17 novembre, alle ore 20.00, presso l’Auditorium dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte (Salita Moiariello, 16), nell’ambito della stagione dell’Associazione degli ex-allievi del Conservatorio “San Pietro a Majella”, concerto del duo formato dai pianisti Maria Sbeglia e Umberto Zamuner
In programma musiche di Mozart, Liszt, Martucci, Rossini, Brahms
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
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Mercoledì 18 novembre, alle ore 20.30, nella Chiesa Evangelica Luterana (v. Poerio, 5), per i “Concerti di Autunno”, recital del pianista Carlo Guaitoli
Programma
F. Schubert: 4 Impromptu op. 90, D. 899
F. Chopin: Andante spianato e Grande Polonaise Brillante op. 22
C. Debussy: 4 Préludes dal II volume
La puerta del Vino
Général Lavine – eccentric
Ondine
Feux d’artifice
F. Gulda: Sonatina
Ingresso libero
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Mercoledì 18 novembre, alle ore 21.00, nell’Auditorium di Castel S. Elmo, per la stagione 2015-2016 della Associazione Alessandro Scarlatti, concerto del Quartetto di Venezia, formato da Andrea Vio e Alberto Battiston (violini), Giancarlo Di Vacri (viola) e Angelo Zanin (violoncello)
Programma
Luigi Boccherini: Quartetto in sol maggiore op.52 n.3
Bruno Maderna: Quartetto in due tempi
Giacomo Puccini: Crisantemi
Giuseppe Verdi: Quartetto in mi minore
Costo del biglietto
Intero: 15 Euro
Ridotto (giovani under 33): 10 Euro
Ridotto last minute (giovani under 33): 3 Euro
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Venerdì 20 novembre, alle ore 18.00, nella chiesa dei Santi Marcellino e Festo (largo San Marcellino), per l’inaugurazione della rassegna Federimusica, concerto del pianista François-Joël Thiollier
In programma musiche di Chopin, Debussy, Rachmaninov, Ravel
Costo del biglietto: 10 Euro
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Venerdì 20 novembre, alle ore 18.15, presso la Sala Vasari del Complesso Monumentale di S. Anna dei Lombardi (piazza Monteoliveto), per l’inaugurazione della XVIII edizione del Festival di Musica da Camera dell’associazione Napolinova, concerto del “Trio Bucarest”, formato da Mariana Muresanu (violino), Ilie Ionescu (violoncello) e Alexandra Brucher (pianoforte)
Programma
J. Brahms
Piano Trio n. 2 op.87 in do maggiore
Trio op 114 in do minore
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
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Venerdì 20 novembre, alle ore 19.30, nella Chiesa dell’Immacolata al Vomero (piazza Immacolata), per la IX edizione della rassegna “Sette secoli di musica sacra per organo a Napoli – Vespri d’organo”, organizzata dall’Associazione Trabaci, concerto del mezzosoprano Rosa Montano, accompagnata all’organo da Mauro Castaldo, con la partecipazione del coro “I Cantori del Plebiscito”, del soprano Claudia Zinno e del mezzosoprano Francesca Curti Giardina
In programma musiche di Fauré, Franck, Duruflé, Gounod, Massenet
Ingresso libero
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Sabato 21 novembre, alle ore 19.00, nella chiesa dei Santi Marcellino e Festo (largo San Marcellino), per l’Autunno Musicale 2015 della Nuova Orchestra Scarlatti, concerto del Quartetto “Mitja”, formato da Giorgiana Strazzullo e Sergio Martinoli (violini), Carmine Caniani (viola) e Alessandro Mazzacane (violoncello)
Programma
W. A. Mozart: Quartetto per archi n. 15 in re minore K. 421
L. van Beethoven: Quartetto per archi n. 10 in mi bemolle maggiore op. 74 “Delle arpe”
Costo del biglietto
Intero: 12 Euro
Ridotto Ami Scarlatti: 10 Euro
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Sabato 21 novembre, alle ore 20.30, nella chiesa di Santa Caterina da Siena (via Santa Caterina, 38) per la stagione della Fondazione Pietà de’ Turchini, concerto dell’Ensemble Odhecaton, diretto da Paolo Da Col e accompagnato all’organo da Liuwe Tamminga
Programma
A. Scarlatti
Miserere a 9 voci in doppio coro
Missa defunctorum a 4 voci e basso continuo
Salve Regina a 4 voci, 2 violini e basso continuo
Costo del biglietto
Intero: 10 Euro
Ridotto: (Over 60 e Under 30): 7 Euro
Artecard e Feltrinelli Card: 7 Euro
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Sabato 21 novembre, alle ore 20.30 (Turno S), con replica domenica 22 novembre, alle ore 18.00 (Turno P / Turno M sinfonica), al Teatro di San Carlo, per la Stagione Sinfonica 2015-2016, concerto dell’Orchestra e del Coro del Teatro di San Carlo, diretti da Fabio Luisi, con la partecipazione del soprano Julia Kleiter e del contralto Patricia Bardon
Programma
Gustav Mahler: Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione” per soprano e contralto soli, coro misto e orchestra
Costo del biglietto
Intero: da 50 a 30 Euro
Ridotto: da 45 a 25 Euro (titolari Carte dei programmi di Membership, gruppi di almeno 10 persone membri di enti, CRAL ed associazioni convenzionati con il Teatro di San Carlo)
Giovani under 30 / Anziani over 65 con reddito minimo e / o Social Card
Platea III settore: 20 Euro
Palchi: 15 Euro
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Domenica 22 novembre, alle ore 10.30, con repliche alle ore 11.30 e alle ore 12.30, al Museo Diocesano (Largo Donnaregina), Tableaux vivants dall’opera di Michelangelo Merisi, accompagnati dalle musiche di Mozart, Vivaldi, Bach e Sibelius
Costo del biglietto
Intero: 8 Euro
Ridotto: 6 Euro (Associazioni, Cral, Tour Operator)
Ridotto Arte Card: 5 Euro
Ridotto giovani: 4 Euro (dai 7 ai 18 anni)
Gratis fino a 6 anni
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Domenica 22 novembre, alle ore 12.00, presso l’Orto Botanico (v. Foria, 192), per la rassegna “…nel cortile del Castello”, concerto dell’Orchestra Giovanile “MUSICA libera TUTTI” di Scampia, diretta dal M° Maurizio Tessitore
Programma
Esibizione del laboratorio di Chitarra:
Anonimo XVII sec.: Tarantella napoletana
Tradizionale gospel: When the Saints go marching in
Esibizione del laboratorio orchestrale:
T. Gregory: Pick’n’Mix
W. A. Mozart: Piccola serenata notturna
G. Verdi: Gran Valzer
Inti Illimani: Alturas
H. Mancini: Pantera Rosa
F. Carpi / elab. M. Tessitore: Le tarantelle di Pinocchio
M. Tessitore: Scarampia
G. M. Rodriguez: La Cumparsita
Ingresso libero
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