Venerdì 28 dicembre nella Basilica del Carmine Maggiore concerto del Coro Mysterium Vocis e dell’Orchestra Giovanile del Conservatorio di Avellino dal titolo “Mozart e la Scuola Napoletana”
Venerdì 28 dicembre, alle ore 19.30, nella Basilica Santuario di S. Maria del Carmine Maggiore (piazza del Carmine, 2 – Napoli), il coro Mysterium Vocis, diretto dal maestro Rosario Totaro, con i solisti Angela Luglio e Sabrina Santoro (soprani), Marina Esposito e Tiziana Fabbricatti (contralti), Alessandro Caro e Mattia Totaro (tenori), Roberto Gaudino e Guglielmo Gisonni (bassi), accompagnati dall’Orchestra Giovanile del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, diretta da Roberto Maggio, metteranno a confronto due composizioni sacre giovanili di Mozart, la Missa Brevis K. 49 in sol maggiore (scritta a Vienna proprio 250 anni fa, nell’autunno del 1768) e il Te Deum in do maggiore K. 141 (composto a Salisburgo nel dicembre 1769), con la Messa Pastorale (scritta proprio per il Natale) di Pietrantonio Gallo, compositore di Scuola napoletana attivo a Napoli presso il Conservatorio di S. Maria di Loreto fino al 1777 e le cui composizioni sono oggetto, da più di vent’anni, di ricerca e valorizzazione da parte dell’Associazione Musicale Mysterium Vocis.
Programma
W. A. Mozart: Missa Brevis in sol maggiore K. 49
P. Gallo: Messa Pastorale
W. A. Mozart: Te Deum in do maggiore K. 141
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Giovedì 3 marzo prosegue “Parole di Musica” al conservatorio di Avellino con “L’affare Vivaldi” di Federico Maria Sardelli
Il prossimo 3 marzo, alle 15.00, il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino presenterà, nell’ambito della manifestazione letteraria Parole di Musica, il libro di Federico Maria Sardelli, L’affare Vivaldi, Palermo, Sellerio, 2015.
Con l’autore discuteranno del testo Raffaella Palumbo e Pierfrancesco Borrelli.
Alla presentazione seguirà l’esecuzione di arie vivaldiane dalle opere Incoronazione di Dario “Perderò la bella mia”, Arsilda regina di Ponto “La tiranna avversa sorte” e “Siano gli astri a me tiranni” ad opera dei Maestri Pierfrancesco Borrelli (clavicembalo) e Rosario Totaro (tenore).
La rassegna letteraria dell’Istituto musicale è stata organizzata dal corso accademico di II livello in “Discipline storico critiche e analitiche della musica” ed è coordinata dal prof. Antonio Caroccia.
L’ingresso è libero.
«La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così. Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia». Se conosciamo Vivaldi quanto lo conosciamo oggi, oltre le Quattro stagioni, ciò è dovuto alle peripezie dimenticate – assurde, incredibili, comiche, cariche a volte di suspense, intricate come uno spettacolo drammatico e farsesco – che questo romanzo storico rivela. Il Prete Rosso, passato di moda dopo una vita di successi, morì in miseria e indebitato fino al collo. I manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. Riemersero, seguendo vie accidentate e occulte, grazie al congiungersi dell’avidità di un vescovo salesiano e l’intelligente intuito di due studiosi appassionati, Gentili e Torri, musicologo dell’Università di Torino il primo, e direttore della Biblioteca Nazionale della città il secondo. Ma da questo momento in poi gli autografi del musicista veneziano dovettero passare nuove disavventure. Causa stavolta l’indifferenza dello Stato, l’odiosa idiozia antisemita del regime fascista, l’opportunismo e l’ingratitudine dei nuovi padroni dell’Italia. Federico Maria Sardelli è uno dei massimi esperti di Vivaldi, nonché scrittore satirico. Egli ricostruisce il destino delle carte del grande compositore seguendo due percorsi. Da un lato gli eventi successivi che le seppellirono nell’oblio dal 1741 alla riscoperta; dall’altro la caccia all’indietro che i due miti eroi intrapresero per recuperarle. E poi le vicende pazzesche legate al tentativo di renderle aperte alla fruizione pubblica. Con il triste epilogo. È un apologo, umoristico e tragico, della ben nota insensibilità dello Stato italiano verso i suoi patrimoni più nobili, e della sua ingratitudine. Ma vuole anche ristabilire una verità storica ed essere un tributo. «Luigi Torri ed Alberto Gentili sono i veri eroi di questa vicenda. Se oggi conosciamo Vivaldi lo dobbiamo al loro fiuto, alla loro intelligenza, al loro infaticabile sforzo».
Per info:
Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino
Eleonora Davide
Relazioni interne e rapporti con la stampa
Tel. 333-717.94.79 –
relazioni.interne@conservatoriocimarosa.org
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Venerdì 9 ottobre il maestro Roberto De Simone al Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino
Venerdì 9 ottobre, alle ore 17, per la rassegna letteraria “Parole di Musica, novità editoriali nel mondo musicale e musicologico”, progetto del corso di Discipline storiche critiche e analitiche della musica, col coordinamento scientifico del professor Antonio Caroccia, il regista teatrale, compositore e musicologo Roberto De Simone sarà ospite d’onore del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino con il suo ultimo lavoro “Cinque voci per Gesualdo – Travestimento in musica e teatro di un mito d’amore, morte e magia” edito nel 2013 da Einaudi, omaggio al grande musicista Carlo Gesualdo, principe dei musici, che nel tardo Rinascimento innovò le strutture della composizione musicale aprendo strade che solo la musica moderna avrebbe poi battuto.
Il lavoro del Maestro De Simone si sofferma sulla eclettica figura del principe di Venosa, dedicando al principe-musico, conosciuto per i suoi madrigali e per l’assassinio della moglie Maria D’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa, avvenuto nell’ottobre del 1590, una riflessione profonda.
Un periodo storico particolare, sotto l’aspetto sia musicale che politico, quello in cui si svolgono gli eventi narrati da De Simone, che il Maestro riesce a presentare in modo suggestivo ed efficace in tutta la sua ricchezza e il suo orrore.
«E’ con vero piacere che diamo il benvenuto ad un Maestro della Musica e del Teatro come Roberto De Simone che con il suo ultimo volume renderà omaggio in modo originale ed avvincente alla figura del principe Carlo Gesualdo – sottolinea il presidente del “Cimarosa” Luca Cipriano – Proseguiamo con questa fortunata formula che coniuga la didattica e l’approfondimento con incontri di grande richiamo in grado di arricchire ulteriormente il percorso formativo per gli alunni del Conservatorio irpino».
«Sono estremamente lieto di accogliere il Maestro De Simone di cui ammiro il genio e la grande esperienza per questa serata letteraria che certamente non mancherà di lasciare un segno nella formazione degli allievi del Cimarosa» afferma il direttore del Conservatorio “Cimarosa” Carmine Santaniello
Ad accogliere il Maestro De Simone, ci saranno il presidente del Conservatorio “Cimarosa” Luca Cipriano, il direttore Carmine Santaniello e la professoressa Francesca Galluccio.
L’intervento musicale che accompagnerà l’incontro sarà, invece, curato da Roberto Maggio e Rosario Totaro.
In programma musiche di Pomponio Nenna, Fabrizio Dentice e, ovviamente, Carlo Gesualdo eseguite da Rosario Totaro e Alessandro Caro (Tenori), Giuseppina Perna (Soprano), Daniela Salvo (Mezzosoprano), Antonella Trombetta (Contralto) ed Emanuele Di Vito (Basso).
Alla presentazione parteciperanno anche gli allievi del corso di secondo livello di Discipline storiche, critiche ed analitiche della musica, Domenico Prebenna, Paola Genovese, Eleonora Davide, Luca Sellitto e Pietro Sgueglia che, insieme alla professoressa Galluccio, hanno approfondito l’argomento del libro di De Simone.
Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino
Eleonora Davide
Relazioni interne e rapporti con la stampa
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Roberto De Simone
Roberto De Simone, allievo modello del Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli, affianca all’attività concertistica e a quella di compositore e musicologo lo studio dell’espressività popolare, dedicandosi poi completamente a questo argomento.
Con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, di cui determina la nascita divenendone poi animatore, fonda le basi per un nuovo modo di fare teatro.
Riproponendo il patrimonio culturale teatrale e musicale della tradizione campana, le dà unità strutturale, costruendo basi di scrittura ed elaborazione metrica, frutto di una intensa ricerca.
Del 1974 è la rilettura de La Cantata dei Pastori di Andrea Petrucci e del 1976 La gatta Cenerentola, che determina il grande successo di De Simone.
A questa seguono molte altre opere teatrali di successo, ma De Simone interviene anche come regista di opere liriche rappresentate nei maggiori teatri mondiali.
Tra queste opere di Mozart, Verdi, Rossini, Pergolesi.
Molte le sue pubblicazioni sull’argomento.
Negli anni ’70 insegna all’Accademia delle Belle Arti di Napoli e tra il 1981 e il 1987 è direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli poi dirige il Conservatorio San Pietro a Majella.
Numerosi sono i riconoscimenti tributati al maestro da prestigiosi istituti nazionali ed esteri.
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Sabato 13 dicembre la rassegna “Musica nei luoghi sacri” chiude con il Coro Mysterium Vocis e l’Orchestra Giovanile del Conservatorio di Avellino diretti da Rosario Totaro
A chiudere “Musica nei luoghi sacri”, il ciclo di sette concerti di musica classica nelle chiese di Napoli, promosso dalla Diocesi di Napoli e dall’Associazione “Canta, Suona, Cammina”, con il patrocinio dalla Regione Campania, sabato 13 dicembre, alle ore 20.30, nella Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova, in via Settembrini, sarà il Coro Mysterium Vocis insieme all’Orchestra Giovanile del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino diretta da Rosario Totaro, con il concerto “Percorsi di musica sacra nella Napoli del ‘700”.
Il Presidente dell’Associazione Musicale Mysterium Vocis, Marcello Della Gatta, presenta così l’evento: “Mentre l’antica chiesa di Donnaregina si apriva alla nuova sensibilità decorativa del ‘700, facendo appello all’immaginazione scenografica del Solimena, la coeva scuola musicale napoletana, con il suo capostipite Francesco Durante e con i suoi prestigiosi continuatori, realizzava l’anello di congiunzione, nell’ambito della musica sacra, tra la tradizione polifonica del passato e la sensibilità melodica ed armonica di una nuova epoca, influenzata dalla ricchezza espressiva del mondo del melodramma. Il concerto ripropone un momento giubilante, grazie alla presenza anche di una messa natalizia di Pietrantonio Gallo, di questo felice rapporto tra musica e luoghi sacri di Napoli, nella luminosa cornice di Donnaregina in quanto “merita questa chiesa esser veduta, allorché viene adornata ne’ giorni più solenni”, come scriveva il Sigismondo alla fine del ‘700”.
Il Coro Mysterium Vocis, nato nel 1992, ha in questi venti anni, curato in particolare l’esecuzione di diverse partiture rare appartenenti alla tradizione musicale napoletana sei-settecentesca rappresentandole nel contesto di prestigiose manifestazioni musicali in Italia e all’estero sotto la guida del direttore Rosario Totaro, docente del Conservatorio Cimarosa di Avellino.
In programma musiche di Durante, Jommelli, Gallo
Per assistere al concerto l’organizzazione rende noto che le prenotazioni sono obbligatorie ma già esaurite e che, per chi non avesse il codice di prenotazione, sarà necessario arrivare almeno un’ora prima del concerto e lasciare il proprio nominativo all’ingresso, in modo poter essere inseriti in caso di ampliamento degli accessi o di eventuali assenti tra i prenotati.
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Sabato 13 dicembre, ore 20.30 – Chiesa di Donnaregina Nuova (Museo Diocesano – Napoli)
Programma
F. Durante: Te Deum per coro e orchestra
N. Jommelli: Veni Creator Spiritus per soprano, coro e orchestra
P. Gallo: Messa Pastorale per soli, coro e orchestra
Valentina Varriale, soprano
Marina Esposito, contralto
Rosario Totaro, tenore
Giuseppe Naviglio, basso.
Coro Mysterium Vocis
Soprani: Lucia Brancato, Olga Cafiero, Carolina Napoletano, Fiorella Orazzo, Paola Pierno, Sabrina Santoro, Valentina Varriale, Maria Cristina Zarpellon
Contralti: Antonella Borrelli, Roberta De Mattia, Tiziana Fabbricatti, Marina Esposito, Angela Luglio, Maria Gabriella Santoro
Tenori: Rosario Cantone, Giovanni Castagliuolo, Marcello Della Gatta, Guido Ferretti, Mariano Guida, Giovanni Longobardi, Guido Mandaglio, Raffaele Risi, Gianluca Vitale
Bassi: Guglielmo Gisonni, Sergio Petrarca, Tommaso Rega, Fabio Todisco, Lucio Vitiello
Orchestra Giovanile del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino
Violini: Alessandro Di Giacomo, Beatrice Gargiulo, Marco Guida, Mariacarmela Li Pizzi, Shaady Mucciolo, Clelia Romano, Alessio Troisi, Pasquale Vaccaro
Violoncelli: Roberta Di Giacomo, Serena Giordano
Contrabbasso: Giuseppe Nocito
Tutor: M° Pietro Calzolari, M° Patrizia Maggio
Oboe: Umberto D’Angelo
Corni: M° Roberto Civitella, Stefano Orza
Continuo: Livia Guarino
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Venerdì 17 ottobre l’Autunno in Musica del Conservatorio di Avellino propone “Gesualdo: Storia di un principe e di un castello”
Venerdì 17 ottobre, alle ore 19.00, al Conservatorio Cimarosa di Avellino, andrà in scena “Gesualdo: Storia di un principe e di un castello”, un progetto di Giacomo Vitale, su testo e drammaturgia di Tarsia Napolitano.
L’appuntamento è parte della rassegna Autunno in Musica 2014, che ha visto nelle settimane scorse esibirsi valenti pianisti dell’Istituto Musicale avellinese.
Tuttavia, questo Concerto – Spettacolo multimediale costituisce una parentesi nella rassegna, perché unisce più generi teatrali nella costruzione di una idea: la figura di Carlo Gesualdo.
A parlarcene è il regista Giacomo Vitale: “Da un’idea del direttore Carmine Santaniello, che mi ha chiesto di raccontare Carlo Gesualdo, ha preso vita questo progetto in cui sono state coinvolte diverse persone tra studenti e tutor. Dapprima ho pensato di affrontare il discorso su Gesualdo partendo da una prospettiva inusuale, cioè quella di raccontare il luogo per arrivare poi all’uomo e al musicista. Poi, andando a Gesualdo, mi sono reso conto che il castello, con la sua presenza fiera ed aristocratica, sembra quasi l’immagine pietrificata del principe Carlo Gesualdo, che ivi ha dimorato dal 1592 al 1613, anno della sua morte. Ho quindi pensato di partire proprio da lì, dal castello che, nonostante risalga a prima del Mille, è con Gesualdo che ha acquistato carattere storico. Ma, per spiegarmi meglio, il Concerto-Spettacolo che presenteremo venerdì al Cimarosa è composto di più livelli che si intersecano e si sovrappongono. Nel testo composto da un’allieva, Tarsia Napolitano, presentato come un manoscritto ritrovato nel castello, si racconta in modo semplice ed incisivo la storia del luogo che ospitò per tanti anni Gesualdo. Il castello con cui il Principe sviluppò un forte legame si rivelerà il vero conoscitore dell’anima del musicista. Un altro livello riguarda i madrigali, trascritti dagli studenti per voci e strumenti, da cui emerge il rapporto tra l’uomo e l’artista. Piccoli brani con funzione drammaturgica, composti sempre dagli studenti, accompagnano lo spettacolo. Questi nascono da una sequenza accordale che è propria di Gesualdo e che descrive il senso drammaturgico del racconto. E, ancora, il livello delle immagini, curate da Pino Finizio, corona le azioni riportando l’attenzione sul paese di Gesualdo. Il cuore dello spettacolo è poi il brano di musica elettronica composto da Paolo Termini con l’elaborazione di frammenti di madrigali, che verrà accompagnato dalla voce recitante di Antonella Forino. Mentre nel video, anche questo elaborato dal maestro Finizio, è presente la tragedia che ha coinvolto Gesualdo raccontando di rapporti tra uomini e donne, fino a toccare il tema della violenza. In effetti si tratta di una prospettiva altra, che potrebbe davvero restituirci la figura complessa di Carlo Gesualdo per quello che è stata e non escludo la possibilità di fare di questo esperimento un progetto pilota per la produzione di spettacoli che facciano uso della multimedialità”.
Anche Rosario Totaro, che ha curato i gruppi vocali e prenderà in prima persona parte all’esecuzione, si dichiara entusiasta dell’esperienza che sta facendo nella costruzione dello spettacolo. “Lavorare al fianco dei giovani – ha dichiarato – mi riempie di energie, perché sono brillanti e lavorano con passione, restituendo più di quando prendono, anche inconsapevolmente. Poi sono convinto che quando si spendono in tal modo energie per giovani come questi c’è sempre qualcosa che va avanti, senza parlare delle ricadute di tali esperienze sulla la loro futura carriera artistica”.
Le composizioni e le trascrizioni dei brani che verranno eseguiti sono opera di Vincenzo Albi, Angelo Beneduce, Rosanna Capriglione, Francesco Chirichella, Sara Genise, Fabio Ruggiero, Maria Scala, Daria Scia, Vincenzo Tammaro.
La composizione elettronica è di Paolo Termini e il Video di Pino Finizio.
Soprano Giusy Perna; mezzosoprano Daniela Salvo; tenore Rosario Totaro.
Voce recitante Antonella Forino. La regia è di Giacomo Vitale.
Sul palco l’Ensemble strumentale del Cimarosa diretto da Paolo Ciacci.
L’ingresso è gratuito
Comunicato a cura dell’Ufficio Stampa del Conservatorio di Avellino
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Sabato 28 e lunedì 30 giugno ad Avellino due nuovi appuntamenti con la rassegna “Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione”
Sabato 28 giugno la Casina del Principe ad Avellino alle 19.30 ospiterà la seconda serata de “Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione” con il “Concerto per due violini, violoncello e clavicembalo”.
Dopo la serata che ha visto esibirsi lunedì scorso cantanti e strumentisti in diverse formazioni per affrontare l’articolato e interessante programma in cartellone, la manifestazione del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, che ogni anno richiama il pubblico avellinese, amante della buona musica, si avvia ai prossimi appuntamenti.
Il direttore del Conservatorio Carmine Santaniello è soddisfatto per la partecipazione e per l’attenzione del pubblico verso questa manifestazione che ormai è divenuta un appuntamento fisso dell’estate avellinese e annuncia, in questa occasione, che presto l’Istituto Musicale sarà onorato da un concerto-evento di un personaggio che ha fatto la storia dell’esecuzione pianistica, assicurando che tra pochi giorni sarà possibile rendere noti data e particolari.
Insomma, bisogna tenersi pronti alle sorprese del Cimarosa.
Sabato sarà proposto il seguente programma: Bonporti (1672-1749) – Sonata a tre in do maggiore (preludio-allemanda-sarabanda-corrente); Albinoni (1671-1751) – Sonata a tre op.1 n. 8 (grave-allegro-grave-allegro); Pepusch (1667-1752) – Sonata a tre (largo-allegro-adagio-presto); Albinoni – Sonata a tre op. 1 n. 12 (grave-allegro-grave-presto); Haendel (1685-1759) – Sonata a tre op. 2 n. 7 (largo-allegro-adagio-allegro); Gallo (1730-1768) – Sonata a tre in si bemolle maggiore (presto-adagio-presto). Violini Mario Dell’Angelo e Antonella Forino; Violoncello Antonio Colonna; Clavicembalo Lilly Carafa.
Ma già lunedì 30 nello stesso posto e alla stessa ora sarà la volta della terza serata della manifestazione con il concerto “Musica a Napoli nel XVIII secolo”, eseguito dall’Ensemble del Laboratorio di Musica Antica del Conservatorio Cimarosa di Avellino a cura dei maestri Vincenzo Corrado, Pierfrancesco Borrelli, Enrico Baiano e Rosario Totaro.
Questa serata promette di essere particolarmente coinvolgente per il tema che si apre ad un pubblico più ampio, sebbene la proposta della musica partenopea sia sempre inserita in un contesto classico e frutto, come ogni programma del Conservatorio, di studio e ricerca su sonorità proprie del periodo in cui i brani furono composti.
Il programma di lunedì è il seguente: Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 – Napoli 1725) – Sonata in fa maggiore a 3 violini e basso continuo (adagio; allegro; minuet) eseguito da Cristina Ambrosone, Antonella Nappi, Davide Fusco, violini; Niccolò Jommelli (Aversa 1714 – Napoli 1774) – Juravit dominus; Domus mea mottetti a 2 voci e basso continuo eseguito da Giuseppina Perna, soprano Daniela Salvo, contralto; Haec est domus domini mottetto a 4 voci e b.c. eseguito da Giuseppina Perna, soprano; Orsola Russo, soprano; Giuseppe Colarusso, tenore; Emanuele De Vito, basso; Leonardo Vinci (Trongoli 1690 – Napoli 1730) – Sonata I in re maggiore per flauto e basso continuo (adagio; allegro; largo-presto; pastorella) eseguito da Carmine Corbisiero, flauto; Niccolò Jommelli – Diffusa est gratia, graduale, per 2 soprani, alto e b.c. eseguito da Giuseppina Perna, soprano; Orsola Russo, soprano; Daniela Salvo, contralto; Giuseppe Avitrano (Napoli 1670-Napoli1756) – Sonata III “L’Avalos” dalle sonate a 3 vl e b.c. op. 3 (Napoli, 1713) (largo; allegro; adagio; allegro) eseguito da Antonella Nappi, Cristina Ambrosone, Gabriel Silvius Battipaglia, violini; Nicola Porpora (Napoli 1686-Napoli 1768) – Sorge la bella Aurora cantata a voce sola e basso continuo (aria; recitativo; aria) eseguito da Giuseppina Perna, soprano; Francesco Mancini (Napoli 1672-Napoli 1737) – Sonata in re minore per flauto, due violini e basso continuo (amoroso; allegro; largo; allegro) eseguito da Carmine Corbisiero, flauto; Vincenzo Corrado, Antonella Nappi, violini; Niccolò Jommelli – Locus iste, mottetto a 5 voci e basso continuo eseguito da Giuseppina Perna e Orsola Russo, soprani; Daniela Salvo, contralto; Giuseppe Colarusso, tenore ed Emanuele De Vito, basso.
Ufficio Stampa
3935837525
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“I Turchini di Antonio Florio” evidenziano i fasti delle cantate di Cristofaro Caresana
Il concerto natalizio dell’Associazione Alessandro Scarlatti ha visto salire, sul palcoscenico dell’Auditorium di Castel S. Elmo, l’ensemble “I Turchini di Antonio Florio”, che ha proposto alcuni brani tratti dalla produzione di Cristofaro Caresana (ca. 1640–1709), uno dei grandi protagonisti della musica napoletana della seconda metà del Seicento.
Nonostante ciò, almeno fino al 1990, Caresana risultava un illustre sconosciuto e, solo grazie alle ricerche del maestro Florio, che ha riportato in luce parte della produzione conservata nell’Archivio dei Girolamini a Napoli, il suo nome è riemerso da un inspiegabile oblio.
Il programma della serata seguiva quello del cd inciso dal gruppo nel 2010, con la casa discografica Glossa, ed era incentrato su quattro cantate, tre delle quali “La Veglia”, Demonio, Angelo e Tre Pastori, e L’Adorazione de’ Maggi, di argomento natalizio.
La prima, a 6 voci con violini, era datata 1674, mentre le altre due, concepite rispettivamente per 5 voci con violini e per 6 voci e strumenti, risalivano al 1676.
In tutte si riscontrava la presenza di personaggi caratteristici, mutuati spesso dalla commedia dell’arte e coinvolti, talora senza nemmeno rendersene conto, altre volte con attonita meraviglia, in un avvenimento che ha segnato la storia dell’umanità.
Si trattava di una sorta di presepe vivente, dove l’incontro fra sacro e profano veniva sottolineato da testi e musiche quanto mai vivaci e scoppiettanti, al punto che la natività appariva talora solo sullo sfondo.
Si pensi, per esempio, alla “Veglia”, che rievocava particolari notti, contraddistinte da canti e balli, accompagnati da giochi d’azzardo, dove il lato sacro emergeva di tanto in tanto, prima con una ninna nanna e la preghiera di interrompere i canti per lasciar dormire il Bambino Gesù, e poi con uno sguardo sul futuro del divino nascituro che, divenuto grande, avrebbe messo in gioco sé stesso, vincendo la morte con la Resurrezione.
La quarta ed ultima cantata, Sembri stella felice, Partenope leggiadra, per soprano e strumenti, era invece del 1703, quando Caresana, ricoprendo il ruolo di maestro della Cappella del Tesoro di S. Gennaro, volle celebrare il santo patrono di Napoli ed il suo prodigioso miracolo.
Il programma si completava con due Sonate molto interessanti, dall’op. VII, di Pietro Andrea Ziani, docente di Caresana a Venezia, attivo a Napoli nel 1680 in qualità di maestro della Cappella Reale, in un periodo durante il quale il suo allievo ricopriva il ruolo di organista titolare della medesima istituzione.
Veniamo quindi agli interpreti, ricordando che “I Turchini”, per motivi che sarebbe troppo lungo spiegare, hanno assunto questo nome di recente, ma l’organico rimane lo stesso, costituito da musicisti che da lungo tempo si riuniscono attorno ad una figura carismatica come Antonio Florio, rappresentando un punto di riferimento mondiale nell’ambito della musica barocca napoletana.
Quasi inutile, quindi, sottolineare la compattezza, l’affiatamento e l’estrema affidabilità della compagine, sia quando ha interpretato le cantate di Caresana, sia nel momento in cui ha eseguito i brani strumentali di Pietro Andrea Ziani.
Nel primo caso, poi, è emerso anche il valore dei sei magnifici solisti, alcuni dei quali, come i tenori Giuseppe de Vittorio e Rosario Totaro, ed il basso Giuseppe Naviglio, collaboratori “storici” dell’ensemble, altri di acquisizione più recente, come il controtenore Filippo Mineccia e i soprani Silvia Frigato e Valentina Varriale, quest’ultima splendida solista nella cantata “per il Tesoro di S. Gennaro”.
Non ci resta che augurarci di poter ascoltare con maggiore frequenza un gruppo così prestigioso, fra le vere eccellenze artistiche di Napoli, che da circa 25 anni sta diffondendo nel mondo i tesori di una stagione musicale irripetibile.
Marco del Vaglio
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Sabato 1 e domenica 2 ottobre ultimi appuntamenti con la rassegna “Il Canto degli eroi” organizzata dal Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Il Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini torna a stupire il suo pubblico con un cadeau di fine estate, che fa da prologo alle promesse autunnali, ambientato in luoghi inediti e di grande fascinazione della Regione Campania.
Si tratta dei quattro appuntamenti racchiusi sotto il titolo “Il canto degli eroi”, nell’ambito della rassegna “Lune e Scorci. Itinerari notturni lungo la costa Cilentana. Miti, poesie, canti e tradizioni di una cultura millenaria”, unico grande evento itinerante promosso dal Comune di Agropoli e volto a valorizzare diversi siti del territorio cilentano.
Dopo i concerti del 25 e 26 settembre con la soprano Maria Ercolano e l’Ensemble l’Amoroso Affetto, la rassegna prosegue questo week end: sabato 1 ottobre nel Castello Aragonese di Agropoli (ore 20.30) la cantante Silvia Schiavoni, con Patrizia Radici all’arpa, Giovanni Trovalusci ai flauti, Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi e Gianluca Ruggeri alle percussioni, salirà sul palco diretta da Erasmo Gaudiomonte (e con l’ingegnere del suono Piero Schiavoni) per dare vita a “Variazioni sul mito – Aphrodite”, monogramma di costumi antichi tratto da Pierre Louÿs (1987) con musica di Giorgio Battistelli sul testo del poeta e scrittore francese.
Infine, domenica 2 ottobre (ore 20.30) il Coro Mysterium Vocis diretto da Rosario Totaro si esibirà a Lustra, nel Convento di San Francesco, in “Donna, Madonna, Sybilla”, un programma che attraverso brani di Gramatio Metallo, Orlando di Lasso e Jacobus Gallus racconta la figura femminile nella musica del ‘500.
Un’occasione da non perdere per unire al piacere di una visita in luoghi di rara bellezza ambientale e pregio architettonico l’ascolto di musiche originali e raffinate.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Progetto promosso da Palazzo civico della Città di Agropoli finanziato dalla Regione Campania (POR Campania FESR 2007-2013);Assessorato all’Identità Culturale della Città di Agropoli in partenariato con MIBAC, Soprintendenza ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta ed ai comuni di Lustra, Laureana e Torchiara.
Fuani Marino
Ufficio stampa
Fondazione Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini
Chiesa di Santa Caterina da Siena 38
80132 Napoli
e-mail: ufficiostampa@turchini.it
sito web: www.turchini.it
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