Martedì 24 maggio al Conservatorio di Avellino prosegue la rassegna “Parole di Musica” con uno studio sulla canzone napoletana

Martedì 24 maggio, alle ore 15.00, il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino presenta The Neapolitan Canzone in the Early Nineteenth Century as Cultivated in the Passatempi musicali of Guillaume Cottrau, edited by Pasquale Scialò, Francesca Seller, Anthony R. DelDonna, (Lanham, Lexington Books, 2015).
L’evento è parte della rassegna letteraria dell’Istituto musicale, Parole di Musica – novità editoriali nel mondo musicale e musicologico, organizzata dal corso accademico di II livello in Discipline storiche critiche e analitiche della musica e coordinata dal prof. Antonio Caroccia.
A presentare il volume, insieme ai curatori, saranno Marta Columbro e Francesco Pareti.
Questo volume è uno studio multidisciplinare della tradizione napoletana del canto ottocentesco o “Canzona napoletana”.
Si basa su fonti primarie (manoscritti musicali originali, corrispondenza, diari e materiali storici varie) e secondarie recuperate da archivi napoletani, biblioteche e collezioni private.
Il libro ha come obiettivo la figura di Guillaume Cottrau (1797-1847), un musicista ed editore che ha lasciato una larghezza significativa di brani originali, arrangiamenti e canzoni presenti nella serie intitolata “Passatempi musicali”.
I brani presenti nei “Passatempi musicali” rimangono all’interno del repertorio internazionale della canzone napoletana, tra cui “Fenesta vascia”, “Lo Guarracino”, “Cannetella,” e molti altri.
Sono, inoltre, strettamente legati alla identità storica, culturale e linguistica di Napoli e della diaspora napoletana.
Questo volume è il primo del suo genere in lingua inglese e offre contributi originali di ricerca su Cottrau, sulla cultura del tempo, sugli artisti e la loro musica, che hanno reso celebre e internazionale la Canzona napoletana.
Per info:
Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino
via Circumvallazione, 156
Ufficio Stampa
Eleonora Davide: (+39) 333.7179479
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Martedì 3 maggio al Conservatorio di Avellino si presenta il libro di Nicola Campogrande “Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici”

Martedì 3 maggio, alle ore 15.00, per il settimo appuntamento della rassegna letteraria del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino “Parole di Musica”, presentazione del libro di Nicola Campogrande Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici (Milano, Ponte alle Grazie, 2015), a cura dei docenti del Conservatorio irpino Francesca Galluccio e Antonio Caroccia che colloquieranno con l’autore.
La manifestazione, proposta per la seconda volta dal corso accademico di II livello in Discipline storiche critiche e analitiche della musica e coordinata dal professor Caroccia, ha preso il via il 2 febbraio scorso, registrando un grande interesse da parte degli allievi dell’Istituto e da parte del pubblico, che ha accolto con piacere le proposte letterarie.
Il libro di Campogrande è stato oggetto di studio all’interno del corso di Letteratura italiana, tenuto dalla professoressa Galluccio, che ne ha tratto interessanti spunti di riflessione.
Durante la presentazione saranno proprio gli allievi del corso a porre alcune domande all’autore sul testo, di cui anticipiamo solo una breve presentazione.
Ma che cosa è mai la musica classica? Sappiamo darne una definizione? In che cosa è diversa dalla musica tout court?
Se pensate che in questo libro troverete le risposte a queste domande, ecco, vi state sbagliando.
L’autore non ha queste certezze, non dà definizioni: il suo mestiere è quello di scrivere musica (classica) e dunque in un certo senso lavorare per le nostre orecchie. Così in questo libro elegante, profondo e sobrio Nicola Campogrande ci regala una riflessione contemporanea e appassionata sulla dimensione dell’ascolto e del silenzio, sui concerti e i loro luoghi, sulle esecuzioni e sugli esecutori.
Ma soprattutto sulle nostre – e le sue – emozioni di ascoltatori, attenti e innamorati, distratti o svogliati, colti o impreparati ma in ogni caso felicemente avvolti e travolti dalla magia della musica.
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Mercoledì 20 aprile la rassegna del Conservatorio di Avellino “Parole di Musica” ospita la presentazione del libro “I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito” a cura di Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay
Mercoledì 20 aprile, alle ore 15.00, il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino presenterà un altro incontro di pregio per il ciclo letterario “Parole di Musica”: quello con I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito, a cura di Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay (Roma, Edizioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2013).
La rassegna, organizzata dal Corso accademico di II livello in “Discipline storico critiche e analitiche della musica” e coordinata dal prof. Antonio Caroccia, presenta le novità editoriali nel mondo musicale e musicologico attraverso incontri con gli autori.
Per Gianvincenzo Cresta, docente del Conservatorio che da anni collabora con istituzioni francesi che promuovono le sue composizioni musicali – ultima in ordine di tempo, il 12 febbraio scorso, la trasmissione in diretta da Radio France della prima esecuzione del suo Hinneni, ad opera dell’Orchestra Filarmonica dell’emittente di Stato- e che colloquierà con i curatori dell’opera, è di fondamentale importanza interfacciarsi con culture e tradizioni musicali diverse dalle nostre per offrire ai nostri allievi un panorama ampio della cultura del nostro tempo.
«Il chilometro zero non paga, non serve la filiera corta, non basta utilizzare le nostre risorse interne, per quanto degne di merito – dichiara il M° Cresta -. E l’operazione che il nostro istituto sta facendo, portando qui ad Avellino personaggi del calibro di Gianfranco Vinay, ha una grande importanza per il futuro di chi si affida alla nostra formazione».
Vinay è, infatti, uno dei più grandi musicologi italiani, che oggi è un riferimento europeo nel settore, di cui è riconosciuto una delle voci più autorevoli.
È italiano ma vive a Parigi dove insegna all’Università.
Alla presentazione parteciperà anche la coreografa, studiosa e saggista di danza, Patrizia Veroli che ha collaborato alla stesura del volume.
L’ingresso, come sempre, è libero.
Riguardo al volume: una manciata di saisons russes a Parigi, tra il 1909 e il 1929, hanno rappresentato una sorta di big bang delle nuove forme di spettacolo del XX secolo, prendendo le distanze dal teatro simbolista a cui il pubblico era assuefatto.
Questo libro è dedicato all’avventura artistica dei Ballets Russes di Serge Diaghilev, pubblicato per celebrare i cent’anni dal debutto del Sacre du printemps, il balletto che più di ogni altro ha segnato la cultura coreografica del Novecento.
Per info:
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via Circumvallazione, 156
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Eleonora Davide: (+39) 333.7179479
Gerardo De Fabrizio: (+39) 333.7517491
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Martedì 22 marzo al Conservatorio di Avellino “Parole di Musica” ospita la presentazione del libro di Sandro Cappelletto sui Quartetti per archi di Mozart

Continua la rassegna del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, “Parole di Musica”, il 22 marzo, alle ore 15.00, con la presentazione del libro di Sandro Cappelletto, I quartetti per archi di Mozart. Alla ricerca di un’armonia possibile (Milano, il Saggiatore, 2016).
Con l’autore ne parlerà Antonio Caroccia, coordinatore della manifestazione letteraria, organizzata dal corso accademico di II livello in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica del Cimarosa.
A completare l’incontro un intervento musicale a cura del maestro Mario Dell’Angelo e degli allievi: Francesca Scognamiglio alla viola; Roberta di Giacomo al violoncello; Ishaady Mucciolo al violino I; Ilaria Venuto al violino II.
Verrà proposto l’ascolto del primo movimento del quartetto “La caccia” n. 17 K 458 di Wolfgang Amadeus Mozart.
Ingresso libero
Lodi, una locanda nei pressi della stazione di posta, Idi di marzo dell’anno 1770.
Un ragazzo di quattordici anni, salda la mano, pochi i ripensamenti, compone il suo primo quartetto.
L’avvio del primo movimento, un adagio in sol maggiore, lascia stupefatti: un incedere di viola e violoncello, lento, piano, austero, ieratico.
Sulla partitura finale, il padre – che ha aggiunto abbellimenti, appoggiature, trilli – scrive: «15 di Marzo alle 7. di sera – di Amadeo Wolfgango Mozart».
Dal Quartetto di Lodi a quelli Viennesi e ai Prussiani, passando per i celebri sei affidati al maestro Haydn – perché sia loro «Padre, Guida, ed Amico!» –, Sandro Cappelletto disegna con piglio sicuro la traiettoria dei ventitré quartetti per archi che Mozart compose dal marzo 1770 al giugno 1790, proiettandola sullo sfondo della Vienna del secondo Settecento: umori e ultimi fulgori del Secolo dei Lumi che va spegnendosi si alternano così sulla pagina per dar conto delle ispirazioni e dei contrattempi, delle intuizioni e delle vertigini, di una tecnica straordinaria e del rapporto speciale che sempre Mozart sembrò avere con questo genere appena nato – il quartetto, che traccia la propria origine proprio a Haydn e a Luigi Boccherini – eppure già così diffuso.
Biografia musicale e lucida analisi critica del genio di Wolfgang Amadeus Mozart, I quartetti è innanzitutto uno strumento fondamentale per accostarsi alla sua musica, insieme rivoluzionaria ed emblematica di un’intera epoca, nel cui suono vive immutato e immortale lo spirito dell’arte.
Sandro Cappelletto
E’ nato a Venezia. Scrittore e storico della musica, ha pubblicato, tra l’altro, una biografia di Beethoven (Newton Compton 1986), un’analisi della Turandot (Gremese 1988), la prima biografia critica di Farinelli (La voce perduta, EDT 1995), un’inchiesta sugli Enti Lirici (Farò grande questo teatro!, EDT 1996) e il saggio Inventare la scena per la Storia del Teatro (Einaudi 2001).
Autore di testi teatrali e per il teatro musicale, di programmi radiofonici e televisivi, è accademico dell’Accademia Filarmonica Romana e fa parte della commissione artistica della Scuola di Musica di Fiesole.
Per info:
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Eleonora Davide
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Giovedì 3 marzo prosegue “Parole di Musica” al conservatorio di Avellino con “L’affare Vivaldi” di Federico Maria Sardelli
Il prossimo 3 marzo, alle 15.00, il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino presenterà, nell’ambito della manifestazione letteraria Parole di Musica, il libro di Federico Maria Sardelli, L’affare Vivaldi, Palermo, Sellerio, 2015.
Con l’autore discuteranno del testo Raffaella Palumbo e Pierfrancesco Borrelli.
Alla presentazione seguirà l’esecuzione di arie vivaldiane dalle opere Incoronazione di Dario “Perderò la bella mia”, Arsilda regina di Ponto “La tiranna avversa sorte” e “Siano gli astri a me tiranni” ad opera dei Maestri Pierfrancesco Borrelli (clavicembalo) e Rosario Totaro (tenore).
La rassegna letteraria dell’Istituto musicale è stata organizzata dal corso accademico di II livello in “Discipline storico critiche e analitiche della musica” ed è coordinata dal prof. Antonio Caroccia.
L’ingresso è libero.
«La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così. Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia». Se conosciamo Vivaldi quanto lo conosciamo oggi, oltre le Quattro stagioni, ciò è dovuto alle peripezie dimenticate – assurde, incredibili, comiche, cariche a volte di suspense, intricate come uno spettacolo drammatico e farsesco – che questo romanzo storico rivela. Il Prete Rosso, passato di moda dopo una vita di successi, morì in miseria e indebitato fino al collo. I manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. Riemersero, seguendo vie accidentate e occulte, grazie al congiungersi dell’avidità di un vescovo salesiano e l’intelligente intuito di due studiosi appassionati, Gentili e Torri, musicologo dell’Università di Torino il primo, e direttore della Biblioteca Nazionale della città il secondo. Ma da questo momento in poi gli autografi del musicista veneziano dovettero passare nuove disavventure. Causa stavolta l’indifferenza dello Stato, l’odiosa idiozia antisemita del regime fascista, l’opportunismo e l’ingratitudine dei nuovi padroni dell’Italia. Federico Maria Sardelli è uno dei massimi esperti di Vivaldi, nonché scrittore satirico. Egli ricostruisce il destino delle carte del grande compositore seguendo due percorsi. Da un lato gli eventi successivi che le seppellirono nell’oblio dal 1741 alla riscoperta; dall’altro la caccia all’indietro che i due miti eroi intrapresero per recuperarle. E poi le vicende pazzesche legate al tentativo di renderle aperte alla fruizione pubblica. Con il triste epilogo. È un apologo, umoristico e tragico, della ben nota insensibilità dello Stato italiano verso i suoi patrimoni più nobili, e della sua ingratitudine. Ma vuole anche ristabilire una verità storica ed essere un tributo. «Luigi Torri ed Alberto Gentili sono i veri eroi di questa vicenda. Se oggi conosciamo Vivaldi lo dobbiamo al loro fiuto, alla loro intelligenza, al loro infaticabile sforzo».
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Martedì 16 febbraio al Conservatorio di Avellino presentazione del libro di Francesco Canessa “Ridi, Pagliaccio. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso”
Martedì 16 febbraio, alle ore 15.00, presso il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino verrà presentato il libro di Francesco Canessa, Ridi, Pagliaccio. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso (Capri, Edizioni La Conchiglia, 2015).
Un approccio diverso dal convenzionale mette in luce un Enrico Caruso che stravolse il modo di cantare del Novecento.
Una vocalità in sintonia con la sensibilità verista dette voce a una delle conquiste tecnologiche più innovative del secolo che determinò la diffusione dell’opera lirica al di fuori dei teatri: il grammofono.
Così nacque l’astro Caruso in America e la figura del grande tenore fu consacrata prima star nella storia del teatro e della musica italiana.
Francesco Canessa, martedì 16 febbraio, alle ore 15.00 al Conservatorio Cimarosa di Avellino, discuterà del libro con la professoressa Tiziana Grande.
L’appuntamento fa parte della rassegna Parole di Musica, organizzata dal corso di laurea in Discipline storiche critiche e analitiche della musica dell’istituto avellinese, coordinata dal prof. Antonio Caroccia.
Nel primo appuntamento ad essere presentato è stato il volume di Bianca Maria Antolini “Italia 1911. Musica e società alla fine della Belle Époque”.
“Anche questa volta avremo la possibilità di parlare di musica mettendola in rapporto al periodo, ricco di avvenimenti e di trasformazioni sociali e politiche, che segnò tutto il resto del “secolo breve”. Dall’analisi condotta dalla professoressa Antolini lo scorso 2 febbraio alla biografia del grande tenore, che catalizzò l’attenzione del pubblico e della critica del primo Novecento, grazie al racconto di uno studioso del calibro di Francesco Canessa, proseguiamo insieme un percorso di esplorazione delle nostre origini musicali”.
Così il direttore del Cimarosa Carmine Santaniello sulla manifestazione che quest’anno si ripropone dopo il successo dell’anno scorso.
Francesco Canessa è stato sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli, giornalista e critico musicale, ha collaborato con Il Mattino, Roma, La Patria e Il Giorno, oggi scrive per la Repubblica, ma la sua biografia è molto più ricca.
La sua capacità di comunicare e la spiccata curiosità di Canessa trovano naturale completamento nella sua grande esperienza nel mondo della musica e del teatro italiano.
Ricordiamo, inoltre, che domani alle 17.30, sempre al Conservatorio si terrà il concerto per la Giornata nazionale dell’Alta Formazione, momento di protesta e proposta negli istituti superiori musicali italiani, indetto da una mozione comune per il riconoscimento del valore sociale e culturale dell’alta formazione musicale del nostro Paese, sottoscritta dalle conferenze dei Presidenti, dei Direttori e dei Presidenti delle Consulte degli studenti dei Conservatori statali e non statali italiani.
Sul palco del Cimarosa l’Aldo Farias Quartett, con Aldo Farias alla chitarra, Pasquale Bardaro al vibrafono, Angelo Farias al basso e Giuseppe La Pusata alle percussioni, che presenteranno i successi di Different Ways.
Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino
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Inizia martedì 2 febbraio la seconda edizione di “Parole di musica” al Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino
Dopo la fortunata edizione dello scorso anno, il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino bissa e propone al proprio pubblico la seconda edizione della rassegna Parole di musica.
Una serie di appuntamenti da febbraio a maggio faranno il punto su quanto prodotto negli ultimi anni dall’editoria musicologica.
«Si tratta di un progetto di ampio respiro, aperto a tutta la città che prevede otto incontri con autori che, introdotti da docenti del Conservatorio, discuteranno con loro e con il pubblico sui temi trattati nei loro libri» spiega il coordinatore della rassegna il professore Antonio Caroccia.
La manifestazione è organizzata dal corso accademico di II livello in “Discipline storico critiche e analitiche della musica” dell’Istituto irpino: unico corso di musicologia di ambito universitario presente nel Sud Italia, oltre a quello di Salerno, che vanta un buon numero di iscritti che frequentano corsi di storia e storiografia, metodologia della ricerca, strumenti e metodi per la ricerca bibliografica, storia dei repertori e delle forme, drammaturgia musicale, organologia, metodologie dell’analisi, metodologia della critica musicale, per citarne solo alcuni.
La scelta di pubblicazioni letterarie di generi diversi proposta dai docenti del Conservatorio, come è possibile osservare dai titoli in cartellone, intende presentare la musica nelle diverse declinazioni che la descrivono come elemento inscindibile da ogni forma culturale.
L’apertura della manifestazione letteraria al pubblico, con partecipazione gratuita agli eventi, senza necessità di prenotare o di registrarsi, prosegue l’opera di avvicinamento che da anni l’Istituto musicale guidato dal direttore Carmine Santaniello e dal presidente Luca Cipriano sta promuovendo nei confronti degli operatori culturali del territorio e, anche, del grande pubblico di lettori irpini.
Martedì 2 febbraio, alle ore 15.00, sarà il volume curato da Bianca Maria Antolini, già presidente della Società Italiana di Musicologia, Italia 1911. Musica e società alla fine della Belle Époque, pubblicato nel 2014 da Guerini e Associati nell’ambito del progetto “Musica nel ’900 italiano” della Società Italiana di Musicologia, ad inaugurare la manifestazione, con la presentazione della professoressa Marina Marino.
La scelta della data 1911 per questo «scavo sincronico» nella musica italiana ha diverse motivazioni: in primo luogo, il 1911 ha un significato particolare per l’Italia poiché segna il cinquantenario dell’unificazione, e intorno a questa celebrazione si sono distesi alcuni eventi rilevanti anche per la storia musicale; in secondo luogo, il 1911 è stato assunto come perno per lo studio degli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, anni che per moltissimi aspetti si possono considerare come la fine del «lungo Ottocento», la conclusione della Belle Époque.
Bianca Maria Antolini, già presidente della Società Italiana di Musicologia, è docente di storia della musica al Conservatorio “Morlacchi” di Perugia e direttore del periodico “Le fonti musicali in Italia. Studi e ricerche”.
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Parole di musica – novità editoriali nel mondo musicale e musicologico
2 febbraio – ore 15.00:
Italia 1911. Musica e società alla fine della Belle Époque
a cura di Bianca Maria Antolini, Milano, Guerini e Associati, 2014.
Con la curatrice ne parlerà Marina Marino.
16 febbraio – ore 15.00:
Francesco Canessa, Ridi! pagliaccio. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso, Capri, Edizioni la Conchiglia, 2015.
Con l’autore ne parlerà Tiziana Grande.
3 marzo – ore 15.00:
Federico Maria Sardelli, L’affare Vivaldi, Palermo, Sellerio, 2015.
Con l’autore ne parleranno Raffaella Palumbo e Pierfrancesco Borrelli.
22 marzo – ore 15.00: Sandro Cappelletto, I quartetti per archi di Mozart. Alla ricerca di un’armonia possibile, Milano, il Saggiatore, 2016.
Con l’autore ne parlerà Antonio Caroccia.
5 aprile – ore 15.00:
La scena del Re. Il Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli, a cura di Patrizia Di Maggio e Paologiovanni Maione, Napoli, Clean Edizioni, 2014. Con i curatori ne parlerà Maria Gabriella Della Sala.
20 aprile – ore 15.00:
I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito, a cura di Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay, Roma, Edizioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2013.
Con i curatori ne parlerà Gianvincenzo Cresta.
3 maggio – ore 15.00:
Nicola Campogrande, Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici, Milano, Ponte alle Grazie, 2015.
Con l’autore ne parleranno Francesca Galluccio e Antonio Caroccia.
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