Lunedì 15 aprile a Villa di Donato la rassegna “Max 70” propone il Quartetto Henao
Si terrà lunedì 15 aprile alle ore 20.30, a Villa di Donato (piazza S. Eframo Vecchio), nell’ambito della rassegna di musica da camera MAX 70, il concerto del Quartetto Henao.
Composto da William Chiquito (Colombia) e So Yeon Kim (Corea del sud/Italia) al violino, Stefano Trevisan (Italia) alla viola e Giacomo Menna (Italia) al violoncello, il Quartetto Henao nasce a Roma nel 2014, in seno all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Il suo vasto repertorio spazia dal classico e romantico al contemporaneo, con particolare attenzione verso il raro repertorio quartettistico italiano del XX secolo.
La multiculturalità dei suoi membri permette una perfetta unione d’intenti e una visione universale delle loro scelte interpretative.
Come scrive Federico Fubini, redattore del Corriere della Sera specializzato in musica classica “L’aspetto che più colpisce nel Quartetto Henao non è la qualità delle esecuzioni, pur elevatissima e molto studiata nei dettagli. Piuttosto, è la finezza psicologica con la quale i quattro archi si avvicinano al testo musicale; nel pieno rispetto delle intenzioni del compositore, fanno risaltare immediatamente e senza leziosità gli stati d’animo che ogni brano trasmette all’ascoltatore. Forse non c’è qualità più preziosa di questa, quando si fa musica da camera”.
Come consuetudine della casa allo spettacolo seguirà una cena, offerta dalla padrona di casa ai gentili ospiti.
Per l’occasione sarà servito un menu multietnico: zeppoline e paste cresciute, Puchero colombiano di lenticchie e salsiccia forte, Dakgalbi coreano di pollo marinato in soia e curry con riso bianco e, per finire, le immancabili graffette calde.
Speciale “early bird” per i primi che si prenoteranno: chi invierà la prenotazione entro le ore 23.59 del giorno venerdì 12 aprile potrà accedere alla serata pagando solo 20€.
Per tutti gli altri, come al solito, il costo del biglietto è di 30€ a persona.
Prenotazione obbligatoria – numero di posti limitato (nella mail di prenotazione indicare cognome, contatto telefonico e numero di posti prenotati)
Per prenotazioni: prenotazioni@key-lab.net
NB: Nella Piazza Sant’Eframo Vecchio, di fronte alla Villa trovate un Garage
Info e Contatti:
Villa di Donato – Piazza S. Eframo Vecchio, 80137, Napoli
Mail: info@villadidonato.it
Web: www.villadidonato.it
Fb: https://www.facebook.com/villadidonato/
Instagram: Villa di Donato
Press e accrediti:
Chiara Reale per Villa di Donato
0039/3805899435
chiara.reale81@gmail.com
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Stagione 2018/19 Live in Villa di Donato – rassegna Max 70
Lunedì 15 aprile, ore 20.30, Villa di Donato – Piazza S. Eframo Vecchio, Napoli
Quartetto Henao
William Chiquito e Soyeon Kim (violini),
Stefano Trevisan (viola)
Giacomo Menna (violoncello)
Programma
L. van Beethoven: Quartetto in si bemolle maggiore, op. 18 n. 6
G. Verdi: Quartetto per archi in mi minore
“Opera Talk Show” riparte con una vibrante “Traviata”
Il Teatro Diana ha ospitato il primo appuntamento di “Opera Talk Show”, format concepito e condotto dal regista Riccardo Canessa, che si prefigge come scopo quello di avvicinare al mondo della lirica il maggior numero di persone.
Al centro della serata inaugurale “La Traviata” di Giuseppe Verdi, posta a chiusura della cosiddetta “trilogia popolare”, la cui fonte di ispirazione fu “La signora delle camelie”, romanzo in buona parte autobiografico, scritto nel 1848 da Alexandre Dumas figlio.
Il grande compositore nel 1852, durante il suo soggiorno parigino, assistette alla trasposizione teatrale del lavoro, curata dallo stesso Dumas, che fu talmente colpito dalla vicenda (probabilmente anche perché in quel momento conviveva con Giuseppina Strepponi), che decise di trasformarla in un’opera, coinvolgendo Francesco Maria Piave, il suo librettista di fiducia.
Rispetto alla storia originale, si decise di variare i nomi dei protagonisti, per cui il personaggio principale, Margherita Gautier, diventò Violetta Valery, mentre Armando Duval si tramutò in Alfredo Germont ed inoltre, data la stretta attualità, per evitare censure e pericolosi paragoni, l’ambientazione venne retrodatata di un secolo.
L’esordio, avvenuto nel 1853 al teatro “La Fenice” di Venezia, si risolse in un discreto fiasco (volutamente ingigantito da Verdi, che era in disaccordo sulle scelte effettuate dalla direzione, che aveva ingaggiato cantanti da lui ritenuti inadatti per vari motivi), mutatosi in un trionfo, quando fu riproposta quattordici mesi dopo nella stessa città, stavolta al teatro S. Benedetto e con un nuovo cast gradito all’autore.
Il grande successo fece orgogliosamente dire a Verdi: “Sappiate addunque che la Traviata che si eseguisce ora al S. Benedetto è la stessa, stessissima che si eseguì l’anno passato alla Fenice, ad eccezione di alcuni trasporti di tono, e di qualche puntatura che io stesso ho fatto per adattarla meglio a questi cantanti: i quali trasporti e puntature resteranno nello spartito perché io considero l’opera fatta per l’attuale compagnia. Del resto non un pezzo è stato cambiato, non un pezzo è stato aggiunto o levato, non un’idea musicale è stata mutata. Tutto quello che esisteva per la Fenice esiste ora pel S. Benedetto. Allora fece fiasco ; ora fa furore . Concludete voi!!”.
Queste affermazioni del compositore bussetano erano vere solo in parte, ma ad ogni modo rimane il fatto che, da ben 165 anni, l’opera conosce un successo ininterrotto, al punto da risultare, se ci riferiamo all’ultimo lustro, quella che ha ottenuto il maggior numero di allestimenti nel mondo.
Confrontarsi, quindi, con un lavoro così famoso, risulta sicuramente un compito di estrema difficoltà, e Riccardo Canessa ha scelto una strada particolarmente intrigante, incentrando la serata sui cambiamenti ai quali, durante il dipanarsi della vicenda, vanno incontro i tre personaggi principali: Violetta Valery, Alfredo Germont e suo padre Giorgio.
La prima, che si è sempre legata a persone facoltose per vivere nello sfarzo, rifuggendo qualsiasi seria storia d’amore, finirà non solo con l’innamorarsi veramente di Alfredo, ma lo manterrà economicamente e si immolerà per salvare la reputazione dei Germont.
Dal canto suo Alfredo, da personaggio timido, diverrà consapevole, quasi sfrontato, fino a comprendere, ormai troppo tardi, di essere una vittima sacrificale delle convenzioni ipocrite della società in cui vive.
Società degnamente rappresentata dal padre che, soltanto nel tragico epilogo, davanti all’esanime Violetta, riconoscerà gli errori commessi.
Seguendo questo filone principale, Riccardo Canessa, in forma smagliante, ha tenuto il palcoscenico per quasi due ore (letteralmente volate), fra aneddoti e approfondimenti, avvalendosi della collaborazione del maestro Maurizio Iaccarino al pianoforte, come al solito strepitoso nel seguire le indicazioni, spesso estemporanee, del regista.
Molto prezioso, inoltre, l’apporto del soprano Valentina Bilancione nel ruolo di Violetta, che ha interpretato le arie più famose, evidenziando una voce di altri tempi che, unita ad una notevole presenza scenica, il cui apice è stato raggiunto nella scena legata agli ultimi attimi di vita della “Signora delle camelie”, ha immediatamente conquistato il numerosissimo pubblico.
Dopo tanta tristezza, finale in allegria, con il celeberrimo brindisi del primo atto “Libiamo ne’ lieti calici”, eseguito coinvolgendo tutti gli spettatori, beneagurante auspicio di inizio anno, a conclusione del primo dei cinque appuntamenti, contraddistinto da una formula che funziona molto bene, nata soprattutto per i non appassionati della lirica, ma utilissima anche per chi ritiene di essere un esperto.
Mercoledì 23 gennaio al Teatro Diana il format “Opera Talk Show” di Riccardo Canessa apre con “La Traviata” di Verdi
La nuova stagione di “Opera Talk Show” al Teatro Diana (v. Luca Giordano, 64 – Napoli), inizierà il 23 gennaio.
Cinque appuntamenti con l’opera lirica, tutti alle ore 21.00, a cura del Maestro Riccardo Canessa che avvicinerà il nostro pubblico al mondo della musica lirica.
23 gennaio – “La Traviata” di G. Verdi
Considerata il capolavoro della prima perfezione verdiana, è un’opera che rappresentò anche il manifesto contro l’ipocrisia borghese dell’epoca.
Conosciutissima per le sue romanze e per il celeberrimo brindisi ha un grosso valore didattico per far capire il gusto musicale ottocentesco come progressivamente si avviò verso il verismo.
19 febbraio – “La Bohème” di G. Puccini
Il primo grande successo di Giacomo Puccini corrisponde a un linguaggio musicale completamente nuovo e moderno.
È una storia di giovani che passano dalla spensieratezza al ritrovarsi improvvisamente nell’età adulta con il sacrificio della giovane che muore di tisi nella loro soffitta.
Anche in questo caso le romanze sono conosciutissime ma è interessante sviscerare tutta l’analisi musicale come corre parallela al libretto e alla storia stessa.
13 aprile – “Macbeth” di G. Verdi
L’incontro tra William Shakespeare e Giuseppe Verdi avviene nel 1847, per la prima versione del Macbeth, rifatto poi nel 1865 per Parigi.
La prerogativa di questo capolavoro è quella di analizzare come Giuseppe Verdi rispetti al massimo le ambientazioni drammaturgiche di un mistero rappresentato dalle streghe e, soprattutto, dall’inquietante personaggio della Lady, portando lentamente la vicenda musicale dall’ispirazione Scespiriana alla consacrazione del sinfonismo tipicamente verdiano. –
8 aprile – “Ridi Pagliaccio!”
Il titolo prende spunto ovviamente dalla capolavoro del verismo italiano, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Il maggior interprete fu il tenore Enrico Caruso, e grazie anche alle analisi dell’omonimo libro di Francesco Canessa risultano sorprendenti le 6 analogie fra l’interprete e il personaggio che mischiano le loro vicende in una impressionante serie di spunti drammaturgici, quasi da commedia.
8 maggio “Turandot” di G. Puccini
L’ultimo e incompiuto lavoro di Giacomo Puccini, terminato, come noto, da Alfano.
Una favola che finisce con il sacrificio di Liù, schiava fedele ed innamorata del principe ignoto, che rappresenta la fine delle grandi eroine della grande stagione del melodramma italiano.
L’opera, conosciuta forse più per la popolarità delle sue romanze e per la proverbiale spettacolarità degli allestimenti, contiene dei momenti intimisti e progressivi che sarà interessante analizzare assieme al pubblico.
Costo del biglietto: 12 Euro
Costo abbonamento ai 5 spettacoli
Intero: 40 Euro
Ridotto (abbonati Teatro Diana, Cineforum Plaza e Arcobaleno): 30 Euro
Mercoledì 16 maggio al Teatro Diana “Opera Talk Show” di Riccardo Canessa si chiude con “Rigoletto”
Mercoledì 16 maggio, alle ore 21, al Teatro Diana (v. Luca Giordano, 64 – Napoli), si chiude la III edizione di “Opera Talk Show”, format teatrale di avvicinamento all’opera lirica attraverso l’analisi musicale e scenica di arie, recitativi e aneddoti legati ad alcuni capolavori della lirica, curato dal regista Riccardo Canessa.
La serata sarà rivolta a “Rigoletto” di Giuseppe Verdi.
Al pianoforte il maestro Maurizio Iaccarino.
Costo del biglietto
Intero: 12 Euro
Ridotto (abbonati Teatro Diana): 10 Euro
Under 26: 1 biglietto omaggio per ogni biglietto acquistato
Teatro Diana
Ufficio: 0815560107 (10.00/13.30 – 17.00/20.00)
Fax: 0815560151
Web: www.teatrodiana.it
Al Gesù Nuovo una serata all’insegna della preghiera nella lirica con l’ “Opera Talk Show” di Riccardo Canessa
Nell’ambito della campagna di crowdfunding legata al progetto “Riaccendiamo il Gesù Nuovo”, si è svolta una particolare serata dal titolo “Opera Talk Show”, condotta da Riccardo Canessa e incentrata sulla presenza della preghiera nel melodramma.
Apertura dedicata ad un ampio excursus sulla “Tosca” di Puccini, completato con la proposizione del Te Deum e di “Vissi d’arte”, il primo tratto da una registrazione dell’opera diretta dal maestro Daniel Oren, il secondo interpretato dal soprano Leona Pelešková, accompagnato dall’organista Mauro Castaldo.
Da Puccini al Mascagni di “Cavalleria rusticana”, con “Inneggiamo al signore”, eseguito dal medesimo duo, rinforzato da un sestetto maschile costituito da coristi del Teatro di San Carlo, ai quali si è aggiunta anche la voce di Canessa.
La successiva “Ave Maria” apparteneva all’ “Otello” verdiano mentre dal “Mosé in Egitto” di Rossini abbiamo ascoltato “Dal tuo stellato soglio” in una esecuzione diretta da Roberto Abbado.
A tal proposito va ricordato che la sublime preghiera affidata a Mosè, che precede il passaggio del Mar Rosso da parte degli Ebrei, non era presente nella partitura quando l’opera esordì nel 1818 al Teatro di San Carlo, ma fu aggiunta nell’allestimento dell’anno successivo, per ovviare ai problemi legati all’apertura delle acque, che durante la “prima” avevano suscitato l’ilarità del pubblico, trasformando il dramma in farsa.
Gran finale con “La Vergine degli Angeli”, meraviglioso pezzo con il quale si chiude il secondo atto del verdiano “La forza del destino”, interpretato prima dai professionisti e poi dal pubblico presente.
Per quanto riguarda i protagonisti, il mattatore della serata è stato, naturalmente, Riccardo Canessa che ha dato vita ad una piacevole esibizione, abbinando equilibratamente descrizioni di natura tecnica a gustosi aneddoti.
Inoltre, la scelta dei brani proposti è stata da lui invertita, rispetto al programma originario, in quanto il regista ha voluto evidenziare il progressivo passaggio dal sacro, come puro contorno alla drammaticità (il contrasto fra la solennità del Te Deum e le mire di Scarpia), fino al sacro legato ad una manifestazione di profonda religiosità, insita nei brani verdiani ed in quello rossiniano.
Un cenno merita anche l’affiatato duo formato dal soprano Leona Pelešková e dall’organista Mauro Castaldo, con la prima che ha messo in evidenza una voce molto bella, caratterizzata da una dizione chiara, grande intensità interpretativa ed è apparsa particolarmente a suo agio nel repertorio verdiano, toccando l’apice nell’Ave Maria.
Dal canto suo, il maestro Castaldo è riuscito, talora miracolosamente, a trarre le giuste sonorità dallo strumento a sua disposizione, certamente non paragonabile ai fasti della chiesa che lo ospita.
In conclusione una serata notevolmente interessante, che ha culturalmente arricchito il pubblico dei presenti (un po’ partecipe, un po’ svagato), grazie alla bravura ed alla passione di tutti i protagonisti.
Domenica 5 giugno Maria Teresa Roncone apre la XVII edizione del ciclo “Organi Storici della Campania” della Associazione Alessandro Scarlatti nella chiesa dell’Immacolata al Vomero
Domenica 5 giugno 2016, alle ore 19.30 la XVII edizione del ciclo Organi Storici della Campania della Associazione Alessandro Scarlatti si inaugura nella Chiesa dell’Immacolata al Vomero (piazza Immacolata – Napoli) con un concerto dell’organista Maria Teresa Roncone.
Protagonista sarà il poderoso Organo Mascioni op. 1072, in legno di cedro del 1984, recentemente sottoposto ad una revisione che ha riportato lo strumento all’originario splendore.
Seguiranno appuntamenti per tutto il mese di giugno con alcuni dei più prestigiosi strumenti della città e non solo: domenica 12 giugno alla Basilica dell’Incoronata a Capodimonte, sabato 18 giugno nella Chiesa di Santa Caterina a Formiello, domenica 26 giugno nella Basilica di Santa Chiara, ed infine sabato 2 luglio a Salerno nella Chiesa dell’Annunziata.
Nato nel 2001 e dedicato alla scoperta e alla valorizzazione del vasto patrimonio organario della nostra Regione, il ciclo ha spaziato negli anni in varie sedi in tutta la Campania come il Santuario di San Rocco a Lioni, la Chiesa di Santa Maria della Speranza a Battipaglia, la Chiesa di Sant’Antonio al Seggio di Aversa, il Santuario di Sant’Antonio di Afragola , la cinquecentesca Collegiata di San Michele a Solofra.
Il concerto è gratuito
Infoline
Associazione Alessandro scarlatti
081 406011
www.associazionescarlatti.it
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Programma
Alexis Chauvet (1837-1871): Grand Choeur
Louis-James Alfred Lefébure-Wély (1817-1869): Boléro de concert
Sigfrid Karg-Elert (1877-1933): Israel’s Song of Victory op. 101 n. 5
Pierre Kunc (1865-1941): Prélude grave à la manière de Händel
Johann Sebastian Bach (1685-1750): Fantasia BWV 651 “Komm, Heiliger Geist”
Edward Elgar (1857-1934): Vesper Voluntaries op.14
Gaetano Pugnani / Fritz Kreisler: Preludio e Allegro (per violino, elaborazione organistica di M. T. Roncone)
Claudio De Siena (1968): Lyric Pieces nn. 3, 4, 8
Giuseppe Verdi (1813-1901): Grand March from Aida (arr. Harry Rowe Shelley)
Paul Manz (1919-2009): God of Grace
Maria Teresa Roncone
Inizia giovanissima lo studio della musica evidenziando subito spiccate qualità e si diploma brillantemente in Pianoforte a soli 18 anni; successivamente si diploma in Organo e Composizione Organistica e Clavicembalo con il massimo dei voti, studiando a Napoli, Avellino e Padova con i maestri Garofalo,. De Gregorio, Finotti, Caiazzo.
Inizia subito la carriera concertistica, partecipando a numerosi concerti e recitals su importanti organi italiani imponendosi all’attenzione del pubblico e della critica per il personale stile interpretativo.
Ha partecipato ad alcuni concorsi conquistando primi premi; ed ha vinto una borsa di studio al corso internazionale d’organo di Vicenza.
Ha frequentato corsi di perfezionamento di organo e il corso triennale “Laboratorio di musica antica” presso il Conservatorio di Avellino.
Ha conseguito il titolo in “Esecutore esperto del repertorio Settecentesco Napoletano”, seguendo il corso, a numero chiuso, autorizzato e finanziato dalla Regione Campania e dal Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino, tenuto da maestri di chiara fama tra cui De Simone.
Ha partecipato come organista, pianista e cembalista a molte produzioni musicali, con cori, orchestre italiane e straniere, cantanti e strumentisti, tenendo concerti in diverse città d’Italia ed estere.
Ha suonato in diretta televisiva su Rai1 in veste di clavicembalista nella trasmissione “La Bibbia giorno e notte”.
E’ docente di Pianoforte presso Licei statali.
E’ organista e maestro del coro “Laudate Dominum” di Vairano Scalo col quale ha tenuto concerti con cantanti di chiara fama: il soprano Katia Ricciarelli, il tenore Gianluca Terranova, la cantante Nair, trasmessi in televisione dalla Basilica di Pompei, Santuario del Divino Amore di Roma e Cattedrale di Orvieto.
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Mercoledì 18 novembre la stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti ospita il Quartetto di Venezia
Mercoledì 18 novembre, alle ore 21, nell’Auditorium di Castel Sant’Elmo il Quartetto di Venezia propone il primo di tre appuntamenti, che proseguiranno nelle prossime stagioni della Associazione Alessandro Scarlatti, dedicati alle pagine per quartetto di autori italiani, da Boccherini a Luciano Berio.
Questa ampia rassegna del repertorio cameristico composto in Italia ha lo scopo di sfatare il luogo comune che vede l’Italia – specie nel secondo Ottocento e primo Novecento – “il paese del melodramma”, e a mettere in luce il problematico rapporto dei compositori italiani con il modello mitteleuropeo con cui dovevano confrontarsi.
Nel programma della serata, infatti, si ascolteranno proprio le opere quartettistiche di Puccini e di Verdi.
Rigore analitico e passione sono i caratteri distintivi del Quartetto di Venezia, ereditati da due scuole fondamentali dell’interpretazione quartettistica: quella del Quartetto Italiano sotto la guida di Piero Farulli e la Scuola Mitteleuropea del Quartetto Végh, tramite i numerosi incontri con Sándor Végh e Paul Szabo.
Con un repertorio particolarmente ampio, che comprende opere di rara esecuzione, il Quartetto di Venezia è stato insignito dell’Alto Riconoscimento dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in occasione dei vent’anni di attività, e ha ricevuto una targa di rappresentanza dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del trentennale dalla fondazione.
“Credo che ben pochi quartetti, in Italia e non solo, siano arrivati a quest’importante traguardo – commenta il primo violino Andrea Vio – anzi, non un traguardo ma una tappa… 30 anni di quartetto significano moltissimo: una scelta di vita che ci ha fatto girare un po’ tutto il mondo, conoscere tantissime personalità del mondo musicale e non. Soprattutto, è stata un’avventura che ci ha riempito la vita in modo assoluto.”
Biglietti:
Intero: 15 Euro
Ridotto giovani (under 33): 10 Euro
Last minute (under 33): 3 Euro – in vendita un’ora prima del concerto
Per informazioni:
www.associazionescarlatti.it
Infoline: 081 406011
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Mercoledì 18 novembre 2015, ore 21.00 – Auditorium di Castel Sant’Elmo
“La musica italiana per quartetto d’archi” – primo concerto
Quartetto di Venezia
Andrea Vio, violino
Alberto Battiston, violino
Giancarlo Di Vacri, viola
Angelo Zanin, violoncello
Luigi Boccherini (1743 – 1805): Quartetto in sol maggiore op.52 n.3
Bruno Maderna (1920 – 1973): Quartetto in due tempi
Giacomo Puccini (1858 – 1924): Crisantemi, elegia per quartetto d’archi
Giuseppe Verdi (1813 – 1901): Quartetto in mi minore
Quartetto di Venezia
Della loro vocazione ai vertici più ardui del camerismo è testimone Bruno Giuranna:
“E’ un complesso che spicca con risalto nel pur vario e vasto panorama musicale europeo. La perfetta padronanza tecnica e la forza delle interpretazioni, caratterizzate dalla spinta verso un valore assoluto propria dei veri interpreti, pongono il “Quartetto di Venezia” ai vertici della categoria e fra i pochissimi degni di coprire il ruolo dei grandi Quartetti del passato”.
Sfogliando il volume delle testimonianze critiche, l’elogio più bello sembra quello formulato sul “Los Angeles Times” da Daniel Cariaga: “questo quartetto è più che affascinante, è sincero e concreto”.
Rigore analitico e passione sono i caratteri distintivi dell’ensemble veneziano, qualità ereditate da due scuole fondamentali dell’interpretazione quartettistica: quella del “Quartetto Italiano” sotto la guida del M° Piero Farulli e la Scuola Mitteleuropea del “Quartetto Vegh”, tramite i numerosi incontri avuti con Sándor Végh e Paul Szabo.
Il “Quartetto di Venezia” ha suonato in alcuni tra i maggiori Festivals Internazionali in Italia e nel mondo tra cui la National Gallery a Washington, Palazzo delle Nazioni Unite a New York, Sala Unesco a Parigi, IUC a Roma, Serate Musicali di Milano, Kissinger Sommer, Ossiach/Villach, Klangbogen Vienna, Palau de la Musica Barcellona, Tivoli Copenhagen, Societè Philarmonique a Bruxelles.
E’ stato recentemente invitato dal CIDIM per una lunga tournée in Sud America: Argentina, Brasile e Uruguay. Ha avuto l’onore di suonare per Sua Santità Papa Giovanni Paolo II e per il Presidente della Repubblica Italiana.
Il repertorio del “Quartetto di Venezia” è estremamente ricco ed include, oltre al repertorio più noto, opere raramente eseguite come i quartetti di G. F. Malipiero (“Premio della Critica Italiana” quale migliore incisione cameristica).
La vasta produzione discografica include 19 CD per la Dynamic, Fonit Cetra, Unicef, Aura, Koch.
Ultima produzione è l’uscita dell’integrale dei sei quartetti di Luigi Cherubini, registrati per la Decca in tre cd.
Numerose sono anche le registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI & RAI International, Bayerischer Rundfunk, New York Times (WQXR), ORF1, Schweizer DRS2, Suisse Romande, Radio Clasica Espanola, MBC Sudcoreana.
Spinto dal piacere del suonare assieme, l’ensemble ha collaborato con artisti di fama mondiale tra i quali Bruno Giuranna, “Quartetto Borodin”, “Quartetto Prazak”, Piero Farulli, Paul Szabo, Oscar Ghiglia, Danilo Rossi, Dieter Flury (1° Flauto dei Wiener Philarmoniker), Pietro De Maria, Alberto Nosè.
In occasione del 25° anniversario, il “Quartetto di Venezia” ha ricevuto l’alto riconoscimento del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
Dall’agosto 2010 Giancarlo Di Vacri è la nuova viola del quartetto e sostituisce, dopo più di 25 anni di attività, Luca Morassutti.
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Avellino va all’Opera e si prepara alle grandi iniziative del Conservatorio “D. Cimarosa”
“Il sogno di Violetta – viaggio attraverso le arie, i cori e i duetti de La Traviata”, mercoledì 2 luglio concluderà il ciclo dei “Concerti di Primavera” del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino.
Una serata dedicata al grande compositore italiano, attraverso una delle sue opere più amate, nell’affascinante cornice della Casina del Principe di Avellino offrirà la scena per ripercorrere, attraverso una selezione di brani de La Traviata di Verdi, le atmosfere del melodramma.
L’appuntamento è per le 19.30.
Ad interpretare il ruolo di Violetta sarà Marlena Szpak; Antonio Gambino vestirà i panni di Alfredo.
Sulla scena anche il Coro del Conservatorio di Avellino, diretto dal M° Virgilio Agresti; al pianoforte il M° Concetta Varricchio.
La regia è del M° Giuseppe Sollazzo.
Domani 1 luglio, invece, il Conservatorio presenterà al pubblico e agli esperti del settore il restaurato pianoforte napoletano dell’Ottocento “F.lli Müller” in un convegno dal titolo “Rinascita di un pianoforte romantico”.
L’appuntamento è per le 12.00.
Interverranno: Claudio Veneri, Conservatorio di Perugia, (curatore del restauro); Paologiovanni Maione, Conservatorio di Avellino; Francesca Seller, Conservatorio di Salerno; Francesco Pareti, Conservatorio di Avellino.
Ma l’evento più atteso dell’estate si sta avvicinando.
Lunedì 7 luglio, alle ore 20.00, ospite del Conservatorio sarà il grande Maestro Aldo Ciccolini, in un concerto esclusivo, dedicato all’Istituto e al pubblico avellinese che ha già avuto il piacere di assistere a un recital del pianista in occasione dei festeggiamenti per il Quarantennale del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino.
Il concerto aprirà l’ottava edizione della rassegna “All’Ombra del Castello”.
Il luogo dell’esecuzione sarà l’Auditorium “V. Vitale”.
Nella prima parte della serata Ciccolini eseguirà insieme all’Orchestra del Conservatorio “D. Cimarosa”, diretta dal M° Carmelo Columbro, il Concerto per pianoforte ed orchestra n. 5, op. 103 “L’Egiziano” di Camille Saint-Saëns.
Il resto del programma, orari e modalità di accesso al concerto saranno rese note a breve.
Ufficio Stampa
3935837525
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