Da sabato 13 a martedì 16 aprile il Conservatorio di Avellino propone ad Avellino, Cicciano e Napoli “Passio Christi 2019”, Sacra Rappresentazione di Giacomo Vitale
Sabato 13 aprile, alle ore 19.30 nel Duomo di Avellino con repliche lunedì 15 aprile, alle ore 19.30, nella Parrocchia di San Pietro Apostolo a Cicciano (NA) e martedì 16 aprile, alle ore 19.30, nella Chiesa di Santa Caterina a Formiello (Piazza Enrico de Nicola, 49 – Napoli) il Conservatorio di Musica “Domenico Cimarosa” di Avellino propone Passio Christi 2019 di Giacomo Vitale, con la partecipazione del soprano Valentina Fortunato, del mezzosoprano Antonella Carpenito, del contralto Antonia Salzano, del baritono He Jinzhao e di un ensemble formato da quartetto di legni, fisarmonica, organo, tamburi a cornice, percussioni, orchestra d’archi, live elettronics, diretti da Giuseppe Camerlingo
In programma musiche di Salvatore Coto, Giuseppe Devastato, Giuseppe De Lorenzo, Francesco Ivan Ciampa, Antonio Gomena, Isabella Maffei, Gianfilippo De Mattia, Francesco Maria De Paola, Egidio Napolitano, Giovanni Battista Pergolesi, Pietro Pisano, Maria Scala, Giuseppe Sasso, Paolo Maria Silvestri, Giacomo Vitale
Ingresso libero
Passio Christi è stata concepita nel 2010, a partire da un’idea di Pietro Pisano.
Ho scritto l’opera con gli allievi della mia classe di composizione, presso il conservatorio D. Cimarosa di Avellino.
La Passio è nata nel segno della condivisione.
Ciascun compositore ha scritto una stazione della via crucis, elaborando in modo personale, un frammento dello Stabat Mater di Pergolesi.
Tutti hanno aderito al tema, la memoria del dolore individuale si è fusa al Dolore del Cristo: le diverse scritture si sono così unite emotivamente in un unico pensiero compositivo.
L’opera, che prevede la partecipazione del sacerdote e della comunità del luogo dove è rappresentata, anche nel suo rivelarsi vuole essere, non un semplice concerto, ma un’esperienza di condivisione.
Infine un ringraziamento a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto di “fede” musicale e ne hanno permesso la realizzazione.
(nota di Giacomo Vitale)
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Sabato 13 aprile, ore 19.30 – Duomo di Avellino
Lunedì 15 aprile, ore 19.30 – Parrocchia di San Pietro Apostolo – Cicciano (NA)
Martedì 16 aprile, ore 19.30 – Chiesa di Santa Caterina a Formiello (Napoli)
Programma
Giacomo Vitale: Passio Christi 2019, Sacra Rappresentazione per soprano, mezzosoprano, contralto, baritono, quartetto di legni, fisarmonica, organo, tamburi a cornice, percussioni, orchestra d’archi, live elettronics
Prologo
Giacomo Vitale: Gesù Crocifisso
Gianfilippo De Mattia: Iuxta Crucem per live elettronics
Giovanni Battista Pergolesi: Stabat Mater (incipit)
I Stazione
Gesù è condannato a morte
Francesco Ivan Ciampa: Flagellazione
II Stazione
Gesù prende la croce
Isabella Maffei: Giga
III Stazione
Gesù cade la prima volta sotto la croce
Antonio Gomena: Pietas
IV Stazione
Gesù incontra sua madre
Salvatore Coto: Stabat Mater, aria per soprano
V Stazione
Gesù è aiutato dal Cireneo
Giuseppe Sasso: Si doleva la pia madre, duetto per contralto e baritono
VI Stazione
Gesù riceve l’omaggio della Veronica
Egidio Napolitano: Fa che il mio cuore arda, aria per contralto
VII Stazione
Gesù cade per la seconda volta
Giuseppe de Lorenzo: Malinconico
VIII Stazione
Gesù incontra le pie donne
Francesco Maria De Paola: Planctus, aria per soprano e mezzosoprano
IX Stazione
Gesù cade per la terza volta
Giuseppe Devastato: Iuxta crucem, aria per mezzosoprano
X Stazione
Gesù è spogliato delle sue vesti
Francesco Paolo Manna: Solo di tamburo
XI Stazione
Gesù inchiodato in croce
Pietro Pisano: Gesù inchiodato in croce, duetto per mezzosoprano e baritono
XII Stazione
Gesù muore in croce
Francesco Ivan Ciampa: Eclisse, terzetto per soprano, mezzosoprano e contralto
XIII Stazione
Gesù è deposto dalla croce
Paolo Maria Silvestri: Andante
XIV Stazione
Gesù è deposto nel sepolcro
Maria Scala: Adagio, aria per mezzosoprano
Epilogo
Giacomo Vitale
Ciaccona
Pater Noster
Interpreti
Soprano: Valentina Fortunato
Mezzosoprano: Antonella Carpenito
Contralto: Antonia Salzano
Baritono: He Jinzhao
Tamburi a cornice: Francesco Paolo Manna
Flauto traverso: Salvatore Rella
Oboe: Diego Di Guida
Clarinetto: Antonio Napolitano
Fagotto: Pellegrino Armellino
Organo: Luigi Gagliardi, Cinzia Salvetti
Fisarmonica: Michele Storti
Percussioni: Eduardo Alvino, Stefano Santaniello
Violini primi: Bernardo Reppucci, Simone Taurasi, Antonella Forino,
Alessandro Conte, Irene Buzzanca, Marco Giorgio Gaggia, Maria Vittoria Colonna
Violini secondi: Eleonora De Crescenzo, Agostino Attianese, Patrizia Maggio, Chiara Tarantino, Linda Buonocore, Mario Petacca, Lucrezia Capone
Viole: Nikolas Altieri, Valentina Grasso, Simone Basso
Violoncelli: Luigi Iuliano, Giuseppe Pascale, Antonio Colonna
Contrabbasso: Luca Masi
Live elettronics: Norman Bellofatto, Massimo Cresta, Pietro Medugno, Errico Scarano, Gennaro Tafuri
Direttore: Giuseppe Camerlingo
Trascrizioni dallo Stabat Mater di G.B. Pergolesi, S. Coto, G. Vitale
Testi: Marilyn Corrado, Tarsia Napolitano
Scenotecnica: Giosuè De Angelis
Oggetti di scena realizzati da Antonio Esposito, Raffaella Russo, Emma De Luca
L’Orchestra del Conservatorio di Avellino, diretta dal maestro Giuseppe Camerlingo, riporta lo Stabat Mater di Paisiello dove esordì due secoli fa
Lo Stabat Mater, sequenza in latino del XIII secolo, attribuita al francescano Jacopone da Todi, che descrive mirabilmente l’angoscia e la sofferenza della madre di Dio ai piedi della Croce, è stato utilizzato come testo per numerose composizioni.
La più nota risulta sicuramente quella per soprano, contralto, archi e basso continuo, scritta da Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), a seguito di una richiesta ricevuta nel 1736 dalla confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo.
Secondo la tradizione, l’autore iesino completò lo Stabat nel convento dei Cappuccini di Pozzuoli, luogo salubre dove si era recato per cercare di contrastare la tubercolosi che lo aveva colpito, poche ore prima di morire, il che accese la fantasia popolare, favorendo una diffusione ed una notorietà del brano, rimaste inalterate fino ai nostri giorni.
Poco più di 70 anni dopo, il 16 settembre 1810, in occasione della festività della Beata Vergine Addolorata, Giovanni Paisiello (1740-1816) propose una sua versione dello “Stabat Mater del Pergolese”, eseguita nel Duomo di Napoli, avendo cura di sottolineare “…senza dipartirsi dell’originalità…”
Un’avvertenza nata soprattutto allo scopo di difendersi da eventuali critiche degli appassionati più intransigenti, ma non proprio rispondente all’effettiva realtà perché, pur rispettando sostanzialmente la partitura pergolesiana, Paisiello rinforzò l’organico con un buon numero di strumenti a fiato e due voci maschili (alle quali affidò alcune arie e duetti dell’originale, abbassate di un’ottava), preoccupandosi di inserire anche piccole modifiche, con un risultato complessivo che indirizzava maggiormente verso effetti operistici e finiva con impoverire la forte drammaticità insita nella composizione.
A distanza di 208 anni il brano è stato riproposto, nella Cappella del Tesoro di San Gennaro del Duomo di Napoli, dall’Orchestra del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, diretta da Giuseppe Camerlingo (che del brano è uno dei massimi esperti, avendone curato la prima registrazione mondiale nel 2000), con la partecipazione di un quartetto vocale formato da Rosalba Eroico (soprano), Marina Esposito (contralto), Pasquale Tizzani (tenore) e Roberto Gaudino (basso).
La serata si è aperta con un interessante e dotto intervento di monsignor Vincenzo De Gregorio, che ha fatto gli onori di casa in qualità di Abate Prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Nella sua disquisizione De Gregorio ha sottolineato il ruolo fondamentale della chiesa cattolica nel diffondere la musica in tutto l’Occidente e accoglierne le progressive novità lungo i secoli, soffermandosi poi sulla storia della nascita della Cappella del Tesoro, edificata nella prima metà del Cinquecento, a seguito di un voto dei fedeli (in realtà un vero e proprio contratto, stipulato alla presenza del notaio, fra il popolo e San Gennaro), che nel 1527 avevano implorato il patrono della città di porre fine alla guerra, all’epidemia di peste ed alle eruzioni molto violente del Vesuvio, ottenendo le grazie richieste.
Infine, ha voluto descrivere, per sommi capi, le opere d’arte che abbelliscono la Cappella, fra le quali si annoverano un busto in oro e argento di San Gennaro, risalente al 1307, al quale nel Settecento venne aggiunta una mitra (il tipico copricapo vescovile) contenente 3328 diamanti, 198 smeraldi e 168 rubini, realizzata dall’orafo Matteo Treglia, e i 51 busti in argento massiccio dei compatroni di Napoli.
In questo scenario spettacolare, caratterizzato anche da una buona acustica, l’Orchestra del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, ben guidata dal maestro Camerlingo, ha fornito una prova di elevato livello, evidenziando una sezione di archi molto compatta e fiati di notevole nitidezza, all’altezza del loro compito e mai preponderanti, per cui l’insieme appariva omogeneo ed equilibrato, con il risultato di limitare molto la tendenza operistica e salvaguardare i momenti di maggiore suggestione.
Bravi anche i quattro cantanti, con il duo formato dal soprano Rosalba Eroico e dal contralto Marina Esposito, apparso leggermente superiore a quello costituito dal tenore Pasquale Tizzani e dal basso Roberto Gaudino (si tratta di un giudizio personale che scaturisce dall’aver ascoltato innumerevoli volte lo Stabat pergolesiano, notoriamente privo di voci maschili).
Pubblico numerosissimo ed attento, che ha resistito piuttosto bene al caldo infernale della serata, dando prova di grande maturità e riuscendo addirittura a non applaudire fra un movimento e l’altro (cosa che accade quasi sempre quando si esegue lo Stabat Mater di Pergolesi).
Il merito di questo comportamento virtuoso va equamente suddiviso, a nostro parere, fra la particolare atmosfera di un luogo unico come la Cappella del Tesoro di San Gennaro, ed il carisma degli interpreti, questi ultimi protagonisti di un evento riuscitissimo, che ha omaggiato la Beata Vergine Addolorata, celebrando nel contempo l’ultimo grande musicista della scuola napoletana del Settecento.
Dal 13 al 16 settembre l’Orchestra del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino propone lo “Stabat Mater” di Pergolesi, nella versione di Paisiello, ad Avellino, Montevergine e Napoli
Giovedì 13 settembre nel Duomo di Avellino (ore 20.30), sabato 15 settembre nel Santuario di Montevergine (ore 20.30) e domenica 16 settembre nella Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli (ore 19.30), l’Orchestra del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, diretta da Maestro Giuseppe Camerlingo, con la partecipazione dei solisti Rosalba Eroico (soprano), Marina Esposito (contralto), Pasquale Tizzani (tenore) e Roberto Gaudino (basso), propone lo Stabat Mater di Pergolesi nella versione di Giovanni Paisiello.
Domenica, 16 del corrente, nella Chiesa dell’Arcivescovado si celebrerà la festività dei dolori di Maria Vergine. La mattina, alle 10 ore di Francia, vi sarà messa cantata con musica del cavalier Paisiello, maestro di cappella della cattedrale. Sarà cantato in tale occasione lo “Stabat” dell’immortale Pergolese, a cui lo stesso Paisiello ha aggiunto alcuni istromenti da fiato, senza dipartirsi dall’originale dell’autore.
Corriere di Napoli n° 505 – Mercoledì 12 settembre 1810
Nel 1810, quando diede alle stampe ed eseguì nella cattedrale di Napoli una sua trascrizione dello Stabat Mater dell’immortale Pergolese, Giovanni Paisiello, nato a Taranto nel 1740, aveva alle spalle una lunga carriera internazionale e poteva considerarsi l’ultimo e acclamato testimone di una civiltà musicale napoletana che aveva conquistato l’Europa e il mondo intero.
Di questa gloriosa tradizione, Giambattista Pergolesi (Jesi 1710, Napoli 1736) era l’emblema, e la sua figura artistica era entrata nel mito immediatamente dopo la sua precoce morte.
Due erano le composizioni di Pergolesi che erano diventate popolari in una misura impensabile, in un’epoca che non conosceva ancora il concetto di repertorio in musica come lo intendiamo oggi: La serva padrona, nel genere teatrale buffo, e lo Stabat Mater, nella musica sacra.
Ricchissimo di immagini, banco di prova per gli effetti descrittivi che suggerisce, il testo latino dello Stabat, attribuito a Jacopone da Todi, è stato intonato da centinaia di musicisti fino ai nostri giorni.
Ma certamente quello di Pergolesi è il più celebre e il più eseguito.
Nessun’opera, quanto lo Stabat Mater di Pergolesi, subì tante riduzioni e tanti adattamenti, non solo da parte degli innumerevoli interpreti che, secondo le circostanze e le disponibilità materiali, lo eseguivano nelle chiese, nelle sale da concerto o in case private, ma anche per mano di altri compositori, che molto spesso ne alteravano la purezza.
E’ quanto mai opportuna quindi la precisazione quasi enfatica che Paisiello fa apporre sul frontespizio della sua edizione stampata a Parigi nel 1810: ..senza dipartirsi dell’originalità…
Precisazione che può farci sorridere oggi, visto che aggiungeva arbitrariamente gli strumenti a fiato, modificava alcuni assetti della tessitura degli archi, distribuiva alcune arie e duetti sulle voci di tenore e basso (assenti in Pergolesi) facendole poi cantare insieme al soprano e al contralto nell’Amen finale, modificava parzialmente alcuni frammenti delle melodie, inseriva indicazioni dinamiche, di fraseggio e di andamento assenti in Pergolesi, introduceva nuove figure d’accompagnamento.
Dunque si trattava di interventi che alteravano sensibilmente il testo pergolesiano, ma tuttavia senza tradirlo.
Dopo 74 anni (1736-1810) Paisiello rivendicava l’originalità dello Stabat Mater del Pergolese e di certo aveva tutta l’autorevolezza per farlo, per la sua collocazione storica, per il prestigio internazionale, ma soprattutto per la sua sensibilità profondamente consapevole nell’interpretare lo spirito della tradizione di cui faceva parte.
La maestria delicata nell’uso dei fiati gli assicurava la completa aderenza ai sentimenti espressi dalla musica di Pergolesi.
Valga come esempio la splendida orchestrazione del Quando corpus morietur con quei colori caleidoscopici sempre cangianti come i vetri di un rosone, che sembrano accompagnarci verso la “gloria del paradiso”.
Per la nostra generazione, educata al rispetto per il testo originale, doveroso a causa di tante inopportune e fuorvianti incrostazioni accumulatesi nei secoli, l’ascolto di questa trascrizione ci offre un’ottima opportunità di godere del capolavoro pergolesiano in una diversa prospettiva.
Per gli esecutori è una sfida perché obbliga ad un’interpretazione articolata su tre dimensioni diacroniche: noi-Pergolesi, noi-Paisiello, Paisiello-Pergolesi.
In ultima analisi, ci invita anche a superare il mito dell’ “Urtext” e a considerare un testo musicale non solo come testo statico e cristallizzato una volta per tutte dal compositore, da osservare come in una teca, ma anche come un organismo che vive nel tempo e pertanto sempre mutevole e dinamico.
30 marzo 2015, Ecce Filius Tuus: Oratorio sulla passione di Cristo alla Chiesa di Santa Maria di Caravaggio
Ecce Filius Tuus.
Concerto/oratorio sulla Passione di Cristo,
Corale Giubileo
diretta da Filomena Scala
30 marzo 2015 ore 20,00
Chiesa di Santa Maria di Caravaggio, piazza Dante – Napoli
Musiche di Pergolesi, Kodaly, Bardos, Saint- Saens ed Enzo Avitabile e letture di brani sulla Passione di Cristo
Pianista accompagnatore: Valentina Fusaro
Soprano: Lina Tammarino
Tenore: Massimiliano Sebastiano
Contralto: Valentina Dura
Voci recitanti: Sergio Valentino, Gemma D’Alessandro, Massimiliano Cetrangolo, Paolo Russo
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Sabato 12 novembre prosegue l’Autunno Musicale della Nuova Orchestra Scarlatti con il soprano Maria Grazia Schiavo ed il violinista Luigi De Filippi
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Sabato 12 novembre, alle ore 19.00, nel Museo Diocesano di Napoli (Largo Donnaregina), nuovo appuntamento con l’Autunno Musicale della Nuova Orchestra Scarlatti dal titolo “Tempeste e Furori”.
Tempeste e furori: un emozionante viaggio attraverso le più accese passioni musicali barocche, scolpite in forme di plastica evidenza, dove i furori dell’animo umano adottano lo stesso vertiginoso vocabolario sonoro adoperato per dipingere le tempeste della natura, e la voce del violino e quella di soprano si alternano in Concerti e Arie d’opera – pagine tra le più intense e brillanti di Giovanni Legrenzi, Antonio Vivaldi, Georg Friedrich Händel, Giovanni Battista Pergolesi – in un gioco di rispecchiamenti e confronti tutto in “crescendo” tra virtuosismo, canto, espressione.
Protagonisti del concerto accanto alla Nuova Scarlatti saranno il soprano Maria Grazia Schiavo e il violinista Luigi De Filippi.
Il romano Luigi De Filippi è una poliedrica figura di violinista e musicista che spazia dal repertorio classico al barocco, dal jazz alla musica contemporanea; ha collaborato con le principali orchestre italiane, si è esibito quale solista e direttore alla testa dei Mozart London Players nelle sale più prestigiose d’Europa, dal Concertgebouw di Amsterdam al Palau de la Musica di Barcellona.
Il soprano napoletano Maria Grazia Schiavo è un giovane astro ormai pienamente affermato in campo internazionale per il suo timbro pieno, luminoso e duttile e la sua vitalità espressiva. Ha rivestito i ruoli del grande repertorio settecentesco, da Händel a Mozart, sui più importanti palcoscenici – dal San Carlo a Parigi, da Roma a Salisburgo, da Madrid a Vienna – e sotto la guida di maestri del calibro di Lorin Maazel, William Christie, Riccardo Muti.
I biglietti, del costo di Euro 14.00, sono acquistabili presso il botteghino del Museo Diocesano da un’ora prima del concerto e presso le abituali prevendite
I biglietti si possono acquistare anche on line: www.azzurroservice.net
Nuova Orchestra Scarlatti
tel/fax 081.410175
info@nuovaorchestrascarlatti.it
www.nuovaorchestrascarlatti.it
Ufficio stampa
Luisa Maradei (333.5903471)
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Programma
G. Legrenzi: Sonata per archi e basso continuo in sol maggiore “La Raspona”
G. F. Händel: Aria di Armida Ah crudel da “Rinaldo”
A. Vivaldi: Concerto per violino, archi e basso continuo in re maggiore “Grosso Mogul”
G. B. Pergolesi: Aria di Farnaspe Lieto così tal volta da “Adriano in Siria”
G. F. Händel: Aria di Cleopatra Da tempeste il legno infranto da “Giulio Cesare in Egitto”
A. Vivaldi:
Concerto per violino, archi e basso continuo in mi bemolle maggiore. op. 8 n. 5 “La Tempesta di Mare”
Aria di Ippolita Da due venti un mar turbato da “Ercole sul Termodonte”
Aria di Idaspe Anche il mar par che sommerga da “Bajazet”
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Autunno musicale 2011 della Nuova Orchestra Scarlatti – Prossimi appuntamenti
Sabato 26 novembre, ore 19.00 – RHAPSODY
musiche di Stravinskij, Martinů, Gershwin e al.
pianoforte: Enrico Fagnoni
voce: Maria Sole Gallevi
NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
direttore Francesco D’Ovidio
Sabato 3 dicembre, ore 11.30/17.00/19.00 – TABLEAUX VIVANTS
Caravaggio e i Caravaggeschi
musiche di Durante, Pergolesi, Scarlatti e al.
TEATRI 35
NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
Sabato 10 dicembre, ore 19.00 – BENVENUTI AL SUD Film Concerto
musiche di Scipione, Bacalov, Morricone, Rota e al.
NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
direttore Giuseppe Lanzetta
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Domenica 13 marzo tornano le Matinée musicali della Nuova Orchestra Scarlatti al Teatro Diana
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Omaggio a Pergolesi, con il celebre Stabat Mater, l’estremo capolavoro che il grande mito della civiltà musicale partenopea avrebbe terminato, secondo la tradizione, a pochissimi giorni dalla morte avvenuta a soli 26 anni di età, inaugura domenica 13 marzo, alle ore 11.30 una nuova rassegna di Matinée musicali della Nuova Orchestra Scarlatti presso il Teatro Diana di Napoli (via Luca Giordano, 64, nel cuore del Vomero).
Nel primo dei tre appuntamenti (gli altri domenica 27 marzo e domenica 10 aprile) sarà protagonista lo Stabat Mater, una splendida pagina per due voci e archi, in cui Giovanni Battista Pergolesi intreccia il suo rivoluzionario spirito teatrale con una tenera e commossa religiosità, in una continua alternanza di contrappunti solenni, sensuali cromatismi, brillanti slanci e morbide dissolvenze.
Lo Stabat sarà preceduto nel programma dalla Trio-sonata in sol per archi, oggi assegnata al compositore veneziano di metà settecento Domenico Gallo, il cui movimento iniziale si trova rielaborato nel balletto neoclassico di Stravinskij Pulcinella e, per moltissimo tempo, uno dei più famosi brani erroneamente attribuiti in passato a Pergolesi, involontari omaggi alla forza della sua leggenda nei secoli.
Accanto agli Archi della Nuova Orchestra Scarlatti, con Luigi De Filippi primo violino concertante, partecipano alla matinée il soprano Cristina Grifone e il mezzosoprano Paola Esposito.
Presenta Enzo Viccaro.
Il costo del biglietto per i concerti è di 12 euro
Abbonamento a 3 concerti: 24 euro.
Prevendita al botteghino del Teatro Diana (tel. 081.5567527 – 081.5784978) e presso le abituali prevendite.
Prossimi appuntamenti delle matinée al Diana: 27 marzo, ‘… in Coro’, con l’ensemble vocale ‘Exsultate Deo’ e il clarinettista Gaetano Russo; 10 aprile, Passioni all’opera, con il soprano Elisabetta Russo e il baritono Juan Possidente
Informazioni
Nuova Orchestra Scarlatti
e-mail: info@nuovaorchestrascarlatti.it
Sito web: www.nuovaorchestrascarlatti.it
Ufficio stampa
Luisa Maradei
cell.: 333.5903471
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Convegno internazionale «Sopra il gusto moderno»: civiltà musicale a Napoli nell’età di Pergolesi
Celebrazioni Nazionali per il Terzo Centenario della Nascita di Giovanni Battista Pergolesi
Napoli, 28-31 gennaio 2010
Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi
Centro di Musica Antica “Pietà dei Turchini” di Napoli
in collaborazione con
Comune di Pozzuoli
Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
Intesa Sanpaolo
Teatro di San Carlo di Napoli
convegno internazionale
«Sopra il gusto moderno»: civiltà musicale a Napoli nell’età di Pergolesi
28-31 gennaio 2010
Napoli, Centro di Musica Antica “Pietà dei Turchini”
Chiesa di Santa Caterina da Siena
Napoli, Teatro di San Carlo
Pozzuoli, Rione Terra, Palazzo Migliaresi
Napoli, Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
giovedì 28 gennaio, ore 15.00
Napoli, Chiesa di Santa Caterina da Siena
via Santa Caterina da Siena, 38
Indirizzi di saluto
William Graziosi, amministratore delegato della Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi
Marco Rossi, presidente del Centro di Musica Antica “Pietà dei Turchini”
Federica Castaldo, direttore del Centro di Musica Antica “Pietà dei Turchini”
presiede Renato Di Benedetto
Imma Ascione, Fonti per l’età pergolesiana
Elvira Chiosi, Cultura e politica a Napoli nella prima metà del Settecento
Beatrice Alfonzetti, La voce del tragico nel Viceregno asburgico
Roberta Turchi, Le serve padrone
Maria Ida Biggi, Illusione prospettica e immagine pittorica. La scenografia del primo Settecento
Roberto De Simone, Pergolesi in Olimpiade
venerdì 29 gennaio, ore 9.30
Napoli, Teatro di San Carlo
presiede Claudio Toscani
Giuliana Boccadamo, Religiosità a Napoli nel Settecento
Ausilia Magaudda-Danilo Costantini, Il dramma sacro nel Regno di Napoli al tempo di Pergolesi
Gaetano Pitarresi, Gli esordi di Pergolesi: gli oratori e i drammi sacri
Claudio Bacciagaluppi, Musica contro i terremoti: sulle celebrazioni per S. Emidio
Teresa M. Gialdroni, La cantata a Napoli negli anni di Pergolesi
Antonio Caroccia, La dimensione drammatica in alcune cantate di Pergolesi
venerdì 29 gennaio, ore 15.00
Pozzuoli, Rione Terra, Palazzo Migliaresi
presiede Franco Piperno
Le carte degli antichi banchi e il panorama musicale e teatrale della Napoli di primo Settecento: 1726-1736
(progetto e cura di Francesco Cotticelli e Paologiovanni Maione)
Marina Marino, La musica sacra
Angela Fiore, Musica nei chiostri femminili
Kelly Lidiane Gallo, La committenza privata
Carla Ardito, Il Teatro di San Bartolomeo
Paologiovanni Maione, Le scene della commedia
Francesco Cotticelli, Il teatro istrionico
Francesco Nocerino, L’arte di costruir strumenti musicali a Napoli al tempo di Pergolesi. Un’indagine organologica attraverso polizze e fedi di credito
sabato 30 gennaio, ore 9.30
Napoli, Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
Via Toledo, 185
presiede Marina Mayrhofer
Rosa Cafiero, «Esistevano in Napoli quattro Licei, fra noi detti Conservatorj»: formazione musicale e «Armonica carriera» nell’età di Pergolesi
Giorgio Sanguinetti, Imparare la composizione attraverso l’improvvisazione. I partimenti di Greco e Durante
Paolo Sullo, Una raccolta di solfeggi di Giovanni Battista Pergolesi (I-Nc 18.3/21 olim Rari 1.6.29/4)
Angela Romagnoli, Il ruolo di Francesco Mancini nell’elaborazione di uno stile ‘moderno’ alla napoletana
Stefano Aresi, Nicola Porpora, l’autoimprestito e il paradigma del gusto: antico, moderno, nuovo, napoletano, italiano, francese
Cesare Fertonani, I molti enigmi delle sonate per violino di Porpora
sabato 30 gennaio, ore 15.00
Napoli, Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
presiede Francesco Cotticelli
Robert Lang, La questione degli elementi stilistici napoletani nell’Adriano in Siria
Lorenzo Mattei, Il “mito Pergolesi” nella trattatistica musicale del Settecento
Kurt Markstrom, Vinci, Pergolesi e la critica musicale del tardo Settecento
Francesca Seller, Fortuna e ricezione pergolesiana nella Napoli dell’Ottocento
Loredana Palma, La versione di Mastriani. Pergolesi tra biografia e leggenda
Lucio Tufano, «Mostruoso a vedere un Pergolesi coi baffi». Serrao, Ronchetti Monteviti e il mito in scena (1857)
sabato 30 gennaio, ore 21.00
Napoli, Villa Pignatelli
Lieto così, affetti napoletani di primo Settecento
In occasione dei 300 anni della nascita di Pergolesi
Simone Kermes, soprano
Ensemble Le Musiche Nove
Claudio Osele, direttore
domenica 31 gennaio, ore 9.30
Napoli, Chiesa di Santa Caterina da Siena
presiede Paologiovanni Maione
Vincenzo Dolla, Gennaro Antonio Federico, librettista di Pergolesi. Connotazioni strutturali e stilistiche
Rosy Candiani, Napoli 1724: lo Sagliemmanco riconosciuto
Raffaele Mellace, «Io v’era frate»: sorelle e fratelli innamorati tra Pergolesi e Hasse
Mario Armellini, Tiranni spietati e principesse oppresse: scene madri al San Bartolomeo, nell’Ernelinda di Vinci (1726) e ne Il prigionier superbo di Pergolesi (1733)
Roberto Scoccimarro, Profilo melodico e fraseologia nelle arie di Giovanni Battista Pergolesi e Leonardo Leo. I drammi seri
Convegno internazionale di studi
Sopra il gusto moderno: civiltà musicale a Napoli nell’età di Pergolesi a cura del comitato pergolesiano della Fondazione Pergolesi Spontini (responsabili Francesco Cotticelli e Paologiovanni Maione) Le giornate napoletane promosse dal comitato scientifico pergolesiano mirano ad approfondire le conoscenze sull’ambiente e il contesto culturale in cui fiorì l’opera del grande musicista in una prospettiva pluri- e interdisciplinare. Pergolesi si formò ed entrò in contatto con una raffinatissima civiltà dello spettacolo, segnata da un vivace dibattito politico, istituzionale, ideologico, drammaturgico. Il convegno punterà a esplorare i molteplici volti di una capitale, la cui vitalità ebbe forti ripercussioni sul giovane talento jesino, chiamato a misurarsi con generi collaudati, committenti esigenti e accorti, un sistema teatrale complesso e in rapida evoluzione che costituiva una méta per molti artisti e intellettuali europei. Si incroceranno analisi di storia del diritto e dell’economia, di pittura, scultura, urbanistica e architettura, di vicende del costume e delle istituzioni locali, accanto a perlustrazioni nei territori della letteratura, della scienza, della filosofia e della sensibilità religiosa coeve. Un approfondimento verrà riservato ai compositori che operarono intorno a Pergolesi nonché alla formazione tra scuole, palazzi e sale che egli ricevette in una stagione breve ma intensa. Nel corso dei lavori saranno altresì presentati i risultati della ricerca promossa e finanziata dalla Fondazione Pergolesi Spontini sui materiali di interesse teatrale e musicali del decennio 1727-1736 desunti dai giornali di cassa degli antichi banchi custoditi presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli.
Comitato scientifico pergolesiano della Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi
Renato Di Benedetto (presidente)
Francesco Cotticelli
Paologiovanni Maione
Dale Monson
Franco Piperno
Claudio Toscani
Responsabili per il convegno napoletano
Francesco Cotticelli
Paologiovanni Maione
Scarica l’invito:INVITO CONVEGNO NAPOLI_28_31 gennaio 2010