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Lo ScarlattiLab/Barocco chiude il quarto anno di attività con una serata piacevole e scoppiettante all’insegna del Seicento napoletano

Da sinistra verso destra: Angela Luglio, Maddalena Pappalardo, Enrico Vicinanza e Fabio Anti - Foto Giovanni Caiazzo

Da sinistra verso destra: Angela Luglio, Maddalena Pappalardo, Enrico Vicinanza e Fabio Anti – Foto Giovanni Caiazzo

Se il Settecento a Napoli fu sicuramente una stagione irripetibile, già un secolo prima la città si configurava come uno dei centri musicali più importanti dell’epoca, meta di compositori provenienti dalle regioni circostanti e dal resto d’Europa.
L’ennesima conferma ci giunge dall’appuntamento conclusivo dello ScarlattiLab/Barocco, progetto dell’Associazione Alessandro Scarlatti, giunto al quarto anno, nato con lo scopo di far emergere i giovani talenti dei Conservatori di Napoli, Bari, Cosenza e Verona e affidato alla direzione artistica di Antonio Florio e Dinko Fabris, due fra i maggiori esperti mondiali del periodo barocco.
Il concerto, che verteva sulla descrizione di una ipotetica serata musicale estiva a Posillipo, era intitolato “I lieti giorni di Napoli”, dall’incipit di una raccolta di canzonette per voci e strumenti, pubblicata nel 1612, con dedica al viceré spagnolo Pedro Fernández de Castro, mecenate più noto con il nome di conte di Lemos.
Da tale raccolta, riscoperta recentemente, la cui unica copia è conservata nella biblioteca di Glasgow, sono stati proposti diversi brani di Girolamo Melcarne, detto il Montesardo, compositore ed ecclesiastico salentino, e “O felice quel giorno” del napoletano Francesco Lambardi (1587-1642).
Partenopeo era anche il liutista Crescentio Salzilli, autore di “Pallidetta bizzarretta” e “Come sì m’accendete” a voce sola, entrambi appartenenti a “La Sirena, libro secondo delle canzonette a tre voci” (1616).
Altro autore molto interessante Gioseffo Biffi, originario di Cesena, che fu attivo per un certo periodo a Napoli, del quale abbiamo ascoltato alcuni pezzi tratti dalla raccolta “Della Ricreazione di Posillipo a tre, e quattro, et a cinque voci, con un Madrigale a sei nel fine artificioso” (1606).
Il programma si completava con alcuni brani strumentali, inframmezzati alle composizioni citate in precedenza, fra i quali spiccavano una Toccata di Johannes Hieronimus Kapsberger (1580-1651), musicista italo-tedesco che soggiornò per un certo periodo anche nella città partenopea e sposò una napoletana, ed una Tarantella di anonimo del XVII secolo.

Foto Giovanni Caiazzo

Foto Giovanni Caiazzo

Veniamo, quindi, agli splendidi interpreti, iniziando con il quartetto degli allievi del master di musica antica del conservatorio napoletano di S. Pietro a Majella, formato dai soprani Angela Luglio e Maddalena Pappalardo, dal contralto Enrico Vicinanza e dal tenore Fabio Anti.
Tutti hanno fornito un’ottima prova, nei brani solistici, come nei duetti, nei trii e nel finale a quattro, caratterizzati da un affiatamento perfetto, frutto di una intesa che non si limita ai contorni artistici, ma coinvolge anche la sfera di una solida amicizia reciproca.
In più, va sottolineata l’oculata scelta di brani, facilmente fruibile da parte degli spettatori e nel contempo ricchi di passaggi virtuosistici, tali da esaltare le notevolissime potenzialità di ogni singola voce, con un risultato complessivo di elevato spessore.
Molto bravi anche i costituenti dell’ensemble che ha accompagnato i cantanti, formato da Domenico Passarelli e Annalisa De Simone (flauti dolci), con il loro docente, il flautista di fama internazionale Tommaso Rossi, in rappresentanza del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, Paola La Forgia e Antonella Parisi (viole da gamba) e Paola Ventrella (tiorba) del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, Michele Cinquina (tiorba), alunno del Conservatorio “Evaristo Felice Dall’Abaco” di Verona, dove insegna il maestro Franco Pavan, anch’egli musicista di caratura internazionale, presente nel duplice ruolo di liutista e direttore.
A proposito di quest’ultimo va detto che, dall’alto della sua grande esperienza, è riuscito a infondere grande fiducia all’intero organico, come si poteva leggere nei volti dei protagonisti, stemperando quella tensione, giustificata ma a volte parossistica, che accompagna esibizioni del genere.
Pubblico numeroso ed entusiasta, dove era possibile scorgere molti protagonisti degli ScarlattiLab precedenti, venuti a sostenere i loro amici e colleghi, al punto che sarebbe sufficiente solo questo per considerare il carattere eccezionale assunto da tale iniziativa.
In conclusione un ottimo concerto che, grazie allo ScarlattiLab/Barocco e a quanti hanno contribuito alla sua riuscita, ha ancora una volta evidenziato la ricchezza del repertorio napoletano del Seicento, che rappresenta un patrimonio di valore inestimabile da salvaguardare e diffondere.
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11 marzo, 2015 Posted by | Associazione "A. Scarlatti", Associazioni Musicali, Auditorium Castel S. Elmo, Campania, Conservatori di Musica, Conservatorio "S.Pietro a Majella", Italia, Musica, Musica classica, Napoli, Regioni, Sale da concerto | , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Giovedì 5 marzo lo Scarlatti/Lab Barocco propone “I lieti giorni di Napoli” nella chiesa dei Santi Marcellino e Festo

Logo Associazione Scarlatti
logo conservatorio napoli
Giovedì 5 marzo, alle ore 20.30, nella chiesa dei SS. Marcellino e Festo (Largo San Marcellino, 10 – Napoli), nuovo appuntamento con ScarlattiLab/Barocco, un laboratorio innovativo e unico in Italia, nato dalla collaborazione tra la Associazione Alessandro Scarlatti – Ente Morale di Napoli e il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, a cui collaborano le prime parti de “I Turchini” di Antonio Florio con lo scopo di creare un necessario punto di incontro e di stimolo tra la sperimentazione didattica e l’attività concertistica, in cui giovani studenti dei Conservatori sono impegnati accanto ai loro maestri e a musicisti professionisti.

In collaborazione con il Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, e il Conservatorio “Evartisto Felice Dall’Abaco” di Verona, il progetto si avvale della competenza musicale di Antonio Florio e della collaborazione del musicologo Dinko Fabris.

Scarlatti/Lab Barocco è al quarto anno di attività e ha vinto nel 2011 il Premio delle Arti del Ministero per l’Istruzione e la Ricerca per la sezione Musica antica.

Il programma della serata intitolato “I lieti giorni di Napoli” rievoca una “serata musicale ideale intorno al 1616”, attraverso una raccolta di canzonette per voci e strumenti che si presenta quasi come una registrazione dal vivo delle forme di musica più in voga nella capitale del viceregno spagnolo: la stampa, finora inedita, che reca questo nome è dedicata al viceré Pedro Fernández de Castro, celebre mecenate conosciuto come il conte di Lemos.

In collaborazione con Il Master di musica antica del Conservatorio “San Pietro a Majella” il liutista Franco Pavan terrà, mercoledì 4 marzo, alle ore 16, presso la Sala Spontini del Conservatorio di Napoli, una Masterclass rivolta agli studenti, sul tema “La prassi esecutiva del Liuto, Tiorba e Chitarra Barocca”, occasione unica di incontro con un grande interprete e ricercatore della musica antica.

Prezzo del biglietto: 5 Euro (in vendita a partire da un’ora prima del concerto).

Per informazioni:
www.associazionescarlatti.it
info@associazionescarlatti.it
Infoline
081 406011

Info Conservatorio:
www.sanpietroamajella.it
081 5644411

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ScarlattiLab/Barocco 2
Direzione artistica: Antonio Florio, Dinko Fabris
in collaborazione con:

Conservatorio di musica “San Pietro a Majella” di Napoli
Allievi del master di musica antica
Angela Luglio, Maddalena Pappalardo, soprani
Enrico Vicinanza, contralto
Fabio Anti, tenore

Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza
Domenico Passarelli, Annalisa De Simone, flauti dolci

Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari
Paola La Forgia, Antonella Parisi, viole da gamba

Conservatorio “Evaristo Felice Dall’Abaco” di Verona
Paola Ventrella, Michele Cinquina, tiorbe

Tommaso Rossi, flauto dolce
Franco Pavan, liuto e direttore

“I lieti giorni di Napoli”
una serata musicale a Posillipo intorno al 1616
progetto e cura artistica e musicologica: Antonio Florio e Dinko Fabris

Anonimo (sec.XVII): Passagaglio a 4 (strumentale)

Francesco Lambardi (1587-1642)
“O felice quel giorno” a 3 (Napoli 1616)
“O felice quel giorno” a 3 (versione strumentale)

Crescentio Salzilli (1580ca.-1621)
“Pallidetta bizzarretta” (Napoli 1616)
“Come sì m’accendete” a voce sola (Napoli 1616)

Johannes Hieronimus Kapsberger (1580-1651): Toccata (strumentale)

Girolamo Melcarne detto Il Montesardo (fine sec. XVI-XVII): “Chi può mirarvi” a voce sola (Napoli 1616)

Gioseffo Biffi (fine sec. XVI-XVII): “Pascariello napolitano” a 4 (Napoli 1606)

Girolamo Melcarne detto Il Montesardo: “Hor che la notte ombrosa” a voce sola con “heco” (Napoli 1617)

Anonimo (Andrea Falconieri?): Passacaglia
(libro di liuto Doni, manoscritto dell’Archivio di Stato di Assisi)

Girolamo Melcarne detto Il Montesardo: “L’allegra” a voce sola (Napoli 1617)

Anonimo (sec.XVII): Tarantella

Gioseffo Biffi: “Donna, non vi credesti” a voce sola, villanella del Sign. Gioseffino

Girolamo Melcarne detto Il Montesardo
“La faceta” a 3 (Napoli 1617)
“Anima dove sei?” dialogo tenore e soprano (Napoli 1617)
“La burlescha” a 3 (Napoli 1617)
“Le vaghe ninfe” scherzo di ninfe (Napoli 1617)

Gioseffo Biffi
“Il cane” canzonetta a 3 (Napoli 1606)
“Catarinella” canzonetta a 4 (Napoli 1606)
“Il colascione” canzonetta a 4 (Napoli 1606)
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2 marzo, 2015 Posted by | Agenda Eventi, Associazione "A. Scarlatti", Associazioni Musicali, Campania, Concerti, Conservatori di Musica, Conservatorio "S.Pietro a Majella", Italia, Musica, Musica classica, Musica da camera, Napoli, Regioni | , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Il Seicento napoletano di Pietro Antonio Giramo al centro dell’entusiasmante concerto conclusivo dello Scarlattilab

Da sinistra verso destra Cristina Grifone, Leslie Visco, Maddalena Pappalardo, Silvia Tarantino (soprani), Candida Guida e Enrico Vicinanza (contralti) - Foto Giovanni Caiazzo

Terzo ed ultimo appuntamento dello Scarlattilab, progetto dell’Associazione Alessandro Scarlatti legato al repertorio barocco, concepito per mettere in evidenza i talenti dei Conservatori di Napoli, Bari e Cosenza, affidato alla direzione artistica di Antonio Florio e Dinko Fabris.
Al centro della serata, svoltasi nella splendida chiesa dei Santi Marcellino e Festo, “Il pazzo, la pazza e l’hospedale de’ pazzi” di Pietro Antonio Giramo, attivo a Napoli nella prima metà del Seicento.
Alla base del lavoro, felice connubio fra musica e commedia dell’arte, vi era un classico come la pazzia amorosa, nelle sue molteplici sfaccettature, descritte in brevi ed efficaci quadretti.
Dopo un’apertura dedicata a “Il pazzo a voce sola”, che vedeva impegnati i due contralti, faceva seguito il clou del programma, consistente ne “L’hospedale de’gl’infermi d’amore”.
In esso l’ “hospedaliere” accoglieva una serie di degenti che gli si presentavano in successione, e dava loro preziosi consigli curativi, in una gustosa carrellata che comprendeva varie tipologie, dall’ “amante ferito” all’ “amante geloso”, passando per altri casi umani quali l’ “amante povero” e l’ “amante vecchio”.
La chiusura era invece affidata a un duetto fra soprani, caratterizzato da un testo, anticipatore dell’opera buffa del Settecento, dove trovava posto anche il dialetto, che precedeva il gran finale, un elogio della pazzia al quale partecipava tutto il sestetto protagonista del concerto.
Uno sguardo, ora, agli interpreti, cominciando dal gruppo dei cantanti, formato dai soprani Cristina Grifone, Maddalena Pappalardo, Silvia Tarantino e Leslie Visco e dai contralti Candida Guida ed Enrico Vicinanza, tutti bravissimi e già con un prestigioso percorso artistico alle spalle.
Ma, al di là dell’elevato livello dei singoli, si percepiva chiaramente che l’affiatamento raggiunto era anche frutto di un intenso e duro lavoro di approfondimento, abbinato ad uno spirito di grande collaborazione ed amicizia, difficile da riscontrare in un ambiente molto competitivo come quello musicale.
Non va dimenticato, inoltre, l’apporto del quartetto strumentale, che ha ottimamente accompagnato i cantanti, costituito dal celebre flautista Tommaso Rossi (che ha collaborato attivamente al progetto Scarlattilab), e dai giovani Francesco Aliberti (cembalo), Vincenzo Caterino (violoncello) e Paola Ventrella (tiorba), quest’ultima in rappresentanza del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari.
Infine, non c’è dubbio che, dietro l’intero allestimento, si percepiva l’impronta del maestro Florio, massimo esperto internazionale di musica napoletana del Seicento e del Settecento.
In conclusione un concerto di altissimo spessore, che ha riscosso un enorme e meritato successo, per cui andrebbe sicuramente riproposto, magari nella prossima stagione ufficiale della Associazione Alessandro Scarlatti, sia per il suo intrinseco valore, sia per la gioia dei tanti appassionati che, a causa di un violento nubifragio abbattutosi sulla città, non sono riusciti a raggiungere la chiesa dei Santi Marcellino e Festo.

Marco del Vaglio

Da sinistra verso destra Tommaso Rossi (flauto), Paola Ventrella (tiorba), Francesco Aliberti (cembalo), Vincenzo Caterino (violoncello) - Foto Giovanni Caiazzo

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23 aprile, 2012 Posted by | Associazione "A. Scarlatti", Canto, Conservatorio "S.Pietro a Majella", Musica, Musica classica, Napoli | , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Con lo ScarlattiLab uno splendido preludio alla stagione 2011-2012 dell’Associazione Alessandro Scarlatti

Come preannunciato nella conferenza di presentazione della stagione 2011-2012, quest’anno l’Associazione Alessandro Scarlatti rivolgerà un occhio di riguardo ai giovani interpreti.
Si inquadra in questo ambito l’inizio del progetto ScarlattiLab, dedicato alla musica barocca, la cui direzione artistica è stata affidata ad Antonio Florio e Dinko Fabris, volto ad evidenziare i talenti cresciuti all’ombra dei Conservatori di Napoli, Bari e Cosenza.
Il primo frutto di questa iniziativa, alla quale collabora anche il flautista Tommaso Rossi, si è recentemente concretizzato con la proposizione, nella splendida chiesa dei Santi Marcellino e Festo, di un concerto che ricostruiva le atmosfere di una festa svoltasi a Napoli nel Palazzo del Viceré spagnolo durante il carnevale del 1620, partendo da documenti giunti miracolosamente intatti ai nostri giorni.
Dopo un breve prologo, costituito da brani sacri a tre voci, tratti dal repertorio di Scipione Dentice, Bartholomeo Le Roy e Jean de Macque, si passava alla vera e propria festa, dedicata alle “Delizie di Posillipo boscarecce e maritime”, dove pezzi cantati, a uno o più voci, si alternavano a composizioni strumentali.
Numerosi gli autori proposti, molti dei quali oggi rappresentano degli illustri sconosciuti, pur avendo lasciato una produzione di elevata qualità.
Da ciò si evince come già all’epoca la città partenopea fosse sede di una fervente attività artistica, che di lì a poco avrebbe ricevuto durissimi colpi, prima in seguito ad eventi politici, culminati con la rivolta di Masaniello (1647), poi a causa dell’epidemia di peste, che falcidiò la popolazione napoletana nel 1656.
Per quanto riguarda gli interpreti, partiamo dal gruppo dei cantanti, formato dai soprani Cristina Grifone, Maddalena Pappalardo, Silvia Tarantino e Leslie Visco, e dai contralti Candida Guida ed Enrico Vicinanza, tutti provenienti dal Conservatorio di Napoli.
Si tratta di artisti già in possesso di una notevole maturità artistica e di una buona esperienza, che hanno evidenziato una elevata bravura come solisti ed un ottimo affiatamento nei brani a più voci.
A completare l’apporto del Conservatorio di S. Pietro a Majella vi erano Francesco Aliberti al cembalo e Vincenzo Caterino al violoncello che, insieme alla tiorba di Paola Ventrella del Conservatorio di Bari e ai flautisti Annalisa De Simone e Domenico Passarelli del Conservatorio di Cosenza, hanno affiancato alcune prime parti dell’ensemble “I Turchini” di Antonio Florio (i violinisti Alessandro Ciccolini e Marco Piantoni, il violista Rosario Di Meglio ed i flautisti Tommaso Rossi e Raffaele Di Donna), dando vita ad un ensemble ben amalgamato, che ha anche fornito un valido supporto alle diverse voci.
In definitiva un esordio di altissimo profilo, i cui meriti vanno equamente divisi fra gli interpreti e la direzione artistica, e non è un caso che il maestro Florio sia stato chiamato alla ribalta dai musicisti nel momento dei ringraziamenti finali, prima del bis rivolto a “Festa, riso” a sei voci di Pietro Antonio Giramo, scelto appositamente in quanto coinvolgeva l’intero organico vocale e strumentale.

Marco del Vaglio
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9 ottobre, 2011 Posted by | Associazione "A. Scarlatti", Conservatorio "S.Pietro a Majella", Musica, Musica classica, Napoli | , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

   

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