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Presentato a Palazzo Zevallos Stigliano il programma delle attività della Associazione Alessandro Scarlatti per la stagione 2016-2017

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Martedì 20 settembre, nella prestigiosa cornice di Palazzo Zevallos Stigliano (via Toledo, 185 – Napoli), si è svolta la conferenza stampa di presentazione della stagione 2016-2017 della Associazione Alessandro Scarlatti, tenuta dal Presidente Oreste de Divitiis e dal nuovo direttore artistico Tommaso Rossi.

Di seguito si riporta la descrizione delle attività previste per la prossima stagione

Stagione Concertistica 2016/2017
La stagione concertistica dell’Associazione Alessandro Scarlatti propone 22 concerti, con musiche che vanno dal repertorio barocco a quello del Novecento.
La stagione in abbonamento si apre con ScarlattiLab/Jazz, curato da Francesco D’Errico, in collaborazione con il Dipartimento di Jazz del Conservatorio di Salerno, con la presenza eccezionale, come ospite e tutor del progetto, della cantante Norma Winstone, in un concerto dedicato alla musica di Kenny Wheeler e John Taylor.
Il programma dei concerti presenta, in questa stagione, una ricca offerta orchestrale.
In questo senso, evento di grande rilievo sarà il concerto della Mahler Chamber Orchestra, diretta da Daniel Harding, con un programma dedicato alle ultime sinfonie di Mozart; si annuncia di sicuro richiamo la prima esibizione napoletana dell’Orchestra Accademia Mozart, fondata da Claudio Abbado, nonché il concerto del Wiener Concert-Verein, storico rappresentante del “suono” orchestrale viennese, oltre alla tradizionale presenza di Antonio Florio con la sua nuova compagine Cappella Neapolitana, impegnata in un programma interamente dedicato alla musica strumentale del ‘700 napoletano.
La voce umana è protagonista assoluta dei due appuntamenti con i Tallis Scholars, uno dei migliori ensemble vocali a livello internazionale, e del concerto “Tre fedi un solo Dio” dedicato alla vocalità nella tradizione delle religioni monoteiste, che vede unite tre grandi interpreti come Françoise Atlan e Fadia Tomb El-Hage e Patrizia Bovi, che sarà anche protagonista di un incontro con gli studenti del Conservatorio “San Pietro a Majella”.
Lo spazio della musica da camera si riempie di forti contenuti con la presenza del Quartetto di Cremona, che conclude il ciclo dei Quartetti di Mozart, e di altre eccellenze italiane quali il Quartetto di Venezia, il Trio Metamorphosi, il Trio di Parma, il Quartetto Modigliani con Beatrice Rana (in particolare sottolineiamo i due percorsi sulla musica da camera di Schumann e su quella di Brahms), i pianisti Federico Colli, Ciro Longobardi, il violinista Domenico Nordio, il chitarrista Aniello Desiderio, il baritono Enrico Marrucci.
Quest’ultimo è impegnato in un programma dedicato a compositori che hanno scritto musica ispirata al Don Chisciotte di Cervantes, di cui quest’anno ricorre il quarto centenario della morte.
Su questo tema si terrà anche, presso l’Istituto di cultura spagnola Cervantes, una conferenza curata dall’ispanista Encarnación Sánchez.
Di sicuro interesse il concerto “Stravinskij e la Grande Guerra”, affidato a un grande interprete italiano della musica del ‘900 come Marcello Panni, e al suo Ensemble del Sud, in cui spicca la presenza di Corrado Augias, impegnato in letture che contestualizzeranno i brani in programma dal punto di vista storico.
Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini, punto di riferimento internazionale per la prassi esecutiva del XVII e XVIII secolo, chiuderà la stagione con un progetto dedicato a Monteverdi.

Progetti ScarlattiLab
Un progetto innovativo ed unico in Italia, il contenitore ScarlattiLab raccoglie le iniziative della nostra Associazione dedicate ai giovani cantanti, strumentisti e compositori del II livello dei Conservatori del Sud e non solo che si affacciano alla carriera professionale.
Nato nel 2011 con lo scopo di creare un necessario punto di incontro e di stimolo tra la sperimentazione didattica e l’attività concertistica, in cui giovani studenti dei Conservatori sono impegnati accanto ai loro maestri e a musicisti professionisti in masterclass che ruotano intorno alla realizzazione di una “performance”, questo laboratorio realizza un impegno per sostenere la giovane creatività emergente, valorizzando le professionalità creative e incoraggiando opportunità di formazione e scambio attraverso azioni volte alla realizzazione di progetti con forte valore culturale economicamente sostenibili ed innovativi nelle prassi di realizzazione.
Sul canale YouTube della Associazione Alessandro Scarlatti sono presenti le testimonianze video di vari laboratori realizzati negli ultimi anni.
Per lo ScarlattiLab/Barocco, studenti del II livello dei Conservatori di Napoli, Bari, Cosenza, Palermo e Verona, con la direzione artistica di Antonio Florio e Dinko Fabris, seguono percorsi finalizzati alla preparazione di raffinati programmi di musica sei-settecentesca, spesso inedita, nonché contribuisce a riscoprire un patrimonio culturale immateriale straordinario, quello della musica composta tra XVI e XVIII secolo, in collaborazione con il Dipartimento di musica Antica del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
Gli appuntamenti previsti in stagione sono dedicati alla musica di Gaetano Veneziano e Cristofaro Caresana, vere pietre miliari della Scuola Napoletana di fine ‘600, e a Claudio Monteverdi, di cui verrà eseguito il famoso Ballo delle Ingrate.
Lo ScarlattiLab/Barocco si pone sempre di più come strumento di produzione e di diffusione culturale, come ha attestato la recente pubblicazione sul mensile Amadeus di una registrazione live diffusa tramite download di un recente programma dedicato alla musica strumentale napoletana del XVII secolo.
Il successo della formula ha portato alla nascita di un nuovo laboratorio: come abbiamo già detto, la stagione in abbonamento si apre con lo ScarlattiLab/Jazz, curato da Francesco D’Errico, in collaborazione con il Dipartimento di Jazz del Conservatorio di Salerno, con la presenza eccezionale, come ospite e tutor del progetto, della cantante Norma Winstone, in un concerto dedicato alla musica di Kenny Wheeler e John Taylor.
Nel corso del 2017 è previsto un una nuova formula dello ScarlattiLab/Electronics, in funzione di un rilancio del progetto.

Crowdfunding – La Piattaforma Meridonare
Dal dicembre 2015 la Associazione Alessandro Scarlatti partecipa attivamente a Meridonare, la prima piattaforma di crowdfunding sociale meridionale, figlia della Fondazione Banco Napoli, che sostiene progetti sociali, culturali e civici che, grazie alla forza del web e della solidarietà, possono raccogliere le necessarie risorse non solo economiche per essere realizzati.
Dal mese di ottobre sarà attiva la nuova campagna di crowdfunding, dedicata a supportare e valorizzare la creatività emergente dei giovani musicisti partecipanti ai nostri ScarlattiLab, che vede come testimonial di eccezione il M° Peppe Barra, che è stato protagonista di uno dei laboratori.
Per aderire al crowfunding si accede al sito www.meridonare.it.

“Parliamo di musica” per le scuole
Gli incontri divulgativi “Parliamo di musica”, si rafforzano quest’anno con due cicli esplicitamente dedicati alle Scuole Medie e ai Licei, che coinvolgeranno alcuni degli artisti presenti nella stagione.
Il primo, denominato “Storie e Geografie in Musica”, mette in relazione repertori e personaggi della musica con il contesto storico e culturale.
L’altro, intitolato “Gli strumenti della musica”, racconta ai ragazzi gli strumenti musicali, la loro storia e caratteristiche tecniche, con uno spirito dialogico e aperto a riferimenti multidisciplinari.
Gli incontri vedono protagonisti alcuni degli artisti presenti nella stagione in abbonamento, che dedicheranno una matinée a una lezione-concerto con le Scuole.
Hanno aderito, per questa prima edizione, Ciro Longobardi, il Quartetto di Cremona, Antonio Florio e la Cappella Neapolitana, Federico Colli e Aniello Desiderio.
La finalità principale del ciclo è quella di stimolare la nascita di reti e connessioni con il mondo della Scuola, nella convinzione che la proposta musicale non possa prescindere da un’idea ampia della formazione e che il pubblico del domani vada formato attraverso pertinenti azioni, sia pratiche che teoriche, nella convinzione che la musica sia elemento irrinunciabile dell’educazione della persona e strumento di aggregazione sociale e culturale.

Il Progetto “Musica e Società”
Fin dal 2011 l’Associazione Alessandro Scarlatti si fa motore attivo della diffusione della cultura musicale anche in zone disagiate della nostra città, che storicamente ne restano escluse.
Già allora identificò nel quartiere delle Case Nove, tra la Stazione Centrale e il Porto di Napoli, un territorio particolarmente sensibile alla necessità di una inclusione sociale e indirizzò i suoi sforzi su una scuola, la IC “Paolo Borsellino”, particolarmente soggetta all’abbandono scolastico.
Le attività musicali dedicate all’infanzia si concentrano quindi, dal gennaio 2011, nella creazione del coro di voci bianche “Gli Angiulilli di Napoli” formato da circa 30 bambini.
Successivamente le attività si sono sviluppate nel “Progetto Musica e Società”, una rete formata dalla Associazione Alessandro Scarlatti – Ente Morale e dalla IC Paolo Borsellino risultata vincitore del Bando “Progetti speciali e Innovativi 2010” della Fondazione con il Sud che ne ha sostenuto la realizzazione per il periodo aprile 2013-aprile 2015 ed ha portato alla creazione di un’orchestra di bambine e bambini tra gli 8 e i 13 anni.
Testimonianze del percorso di sviluppo di questo progetto si trovano sul canale YouTube della Associazione Alessandro Scarlatti.
Conclusa la collaborazione con Fondazione con il Sud, anche a seguito delle trasformazioni determinate dalle riforme sia del settore musicale che di quello scolastico, il progetto è stato ripensato, senza però abbandonarne le linee guida, che sono di ordine sia cognitivo che relazionale.
Proseguendo la collaborazione con l’IC “Paolo Borsellino” per l’anno 2016-2017, punta alla formazione di circa 25 bambine e bambini tra i 7 e 13 anni per realizzare un coro di voci bianche e una orchestra di flauti dolci.
L’innovativo progetto, affidato al responsabile artistico M° Giuseppe Mallozzi, associa quindi al canto corale la pratica di uno strumento come il flauto dolce, dall’approccio semplice, ma in grado di poter immediatamente sviluppare una prassi di musica d’insieme.
Il gruppo potrà interagire con l’Orchestra dei Quartieri Spagnoli, gruppo infantile formatosi da due anni, che persegue analoghi scopi culturali e formativi, all’interno della zona dei Quartieri Spagnoli, per la realizzazione di progetti artistici comuni.

Strategie di Comunicazione
Le risorse per la comunicazione sono canalizzate verso azioni di valorizzazione del ruolo della Associazione Alessandro Scarlatti e a questo scopo sono stati rivisti i canali di comunicazione, con un nuovo sito internet, due pagine Facebook, e un canale YouTube dedicato principalmente a far conoscere la storia ed i risultati artistici dei nostri progetti Musica e Società e ScarlattiLab.
E’ stato poi elaborato un rivoluzionario sistema che veicola le informazioni sui concerti tramite QRCode, leggibile sui manifesti stradali , sui programmi di sala e la creazione di una newsletter settimanale.

Partecipazione a reti regionali e nazionali
L’Associazione Scarlatti partecipa dal 2015 ad una rete nazionale denominata AMÚR – Associazioni musicali in rete, con altre società di concerti.
Hanno confermato la loro partecipazione alla rete l’Accademia Filarmonica Romana, l’Associazione Alessandro Scarlatti (Napoli), Associazione Amici della Musica (Padova), Fondazione Musica Insieme (Bologna), Società del Quartetto di Vicenza, Società dei Concerti di Trieste, oltre alla Società del Quartetto di Milano.
La rete è finalizzata ad uno scambio di informazioni sulla gestione e l’amministrazione, in un contesto di trasparenza, alla definizione delle best practices, all’individuazione di sponsor comuni, alla creazione di occasioni di produzione e circuitazione virtuosa di progetti artistici che possano essere replicati in più città, con ricadute positive sulla promozione e sull’economia delle attività realizzate.
La Associazione Alessandro Scarlatti inoltre fa parte del Sistema delle Orchestre e Cori giovanili in qualità di nucleo aderente con il progetto Musica e Società, ed è socio fondatore del Cidim, Comitato Nazionale Italiano Musica nato nel 1978, partecipando al progetto Circolazione musicale in Italia 2016.

Politica prezzi abbonamenti e biglietti
Da sottolineare in chiusura che il consistente ridimensionamento dei prezzi di biglietti e abbonamenti attivato nella passata stagione è stato confermato anche quest’anno: anche questo fa parte dell’impegno e spirito di servizio della Associazione Alessandro Scarlatti a favore della città.

Si ringraziano quanti sostengono la nostra attività indicando la Associazione Alessandro Scarlatti tra i destinatari del cinque per mille e del due per mille della dichiarazione dei redditi.

Si ringraziano i nostri sostenitori istituzionali e i nostri sponsors

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21 settembre, 2016 Posted by | Agenda Eventi, Associazione "A. Scarlatti", Associazioni Musicali, Campania, Concerti, Conservatori di Musica, Conservatorio "S.Pietro a Majella", Italia, Musica, Musica classica, Musica da camera, Musica Jazz, musica sinfonica, Napoli, Regioni | , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Taccuino personale di Francesco Canessa: TANTI APPLAUSI PER NAPOLITANO E I NAPOLETANI

Tanti applausi per Napolitano e i napoletani

da Repubblica/Napoli del 22-XI-011

La Sala Santa Cecilia, la maggiore delle tre creature di Renzo Piano che formano il Parco della Musica di Roma, domenica era stracolma, così come lo era la pedana, già di suo troppo stretta – anche i grandi architetti possono sbagliare! – figurarsi per tenere due orchestre in una, più il coro, più i solisti, più un enorme schermo sul fondo.. Era per l’happening musical-cinematografico dell’anno, il primo concertone del progetto itinerante di Claudio Abbado dedicato ai due grandi compositori russi che hanno scritto musica per film, Prokofiev e Sciostakovich. Qui si celebrava il secondo, con la colonna sonora per Re Lear di Kozingev (1970) con l’Orchestra Mozart, formata e curata da Abbado, fusa con quella di Santa Cecilia. Per l’altro toccherà in primavera a Napoli (Alexander Nevskij, 1938 e Ivan il Terribile, 1944 entrambi di Eizenstein) con l’Orchestra del San Carlo insieme con la Mozart. Sala gremita scattata in piedi per dare il benvenuto a Giorgio Napolitano (nella foto), che non ha smesso da Presidente di frequentare le sale da concerto – la musica è sua vecchia passione – cercando di non dare nell’occhio, entrando magari all’ultimo istante ed a luci abbassate. Ma stavolta non c’è riuscito e si è preso una standing ovation da record, cinque minuti ininterrotti, che come battimani sono una eternità. E coda di applausi anche per Paola Severino, neo ministro della Giustizia e Ignazio Visco, nuovo governatore della Banca d’Italia, presenti tra gli altri vip di varia estrazione, da Mario Draghi a Eugenio Scalfari, da Roberto Benigni a Renata Scotto. Evento singolarissimo di musica, con le immagini del film che scorrevano sullo schermo, l’orchestra in penombra, quando non al buio e una luce tenue ad illuminare il direttore, la sua figura minuta e quel braccio che chiede musica stupendamente da sempre, ma ora è come se esprimesse la poesia che vi sta dentro, innanzitutto.

Per Abbado feste a non finire – con il Presidente che va fin sotto il proscenio ad applaudirlo – e lui che condivide il successo con i musicisti ceciliani che gli stanno davanti ai primi leggii, stringendo la mano a David Romano il violino, a Raffaele Mallozzi la viola, a Diego Romano il violoncello. E poi al maestro del Coro, Ciro Visco che ha messo al suo battaglione di cantanti una squisita sordina, per cantare con un emozionante pianissimo i lamenti di Lear.

Perché aggiungere questi particolari un po’ inusitati per una nota destinata a una straordinaria serata d’arte e di musica? Perché oltre che Napolitano, tra i destinatari degli applausi al di qua e al di là della ribalta, i nomi citati sono tutti di napoletani: i due Visco, l’uno banchiere, l’altro maestro del coro, e la Severino, il violino, la viola, il violoncello. E l’orgoglio partenopeo, una volta tanto, poteva innalzare il gran pavese per cosa diversa dal gol di un bomber d’importazione in maglia azzurra.

Francesco Canessa

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30 novembre, 2011 Posted by | Auditorium Parco della musica Roma, Canto, Claudio Abbado, Concerti, Coristi, Direttori d'orchestra, Formia, Francesco Canessa, Giornalisti, Italia, Lazio, Musica, Musica classica, Musica Lirica, musica sinfonica, Regioni, Sale da concerto | , , , , , , , , , , , , | 2 commenti

Taccuino personale di Francesco Canessa:VIENNA E NAPOLI

VIENNA E NAPOLI di Francesco Canessa
da Repubblica Napoli del 5 gennaio 2011

 

 

 

Tradizione rispettata il 1 gennaio: Concerto viennese di Capodanno, 50 milioni di spettatori, 70 paesi collegati in diretta, ma non l’Italia, che da otto anni gli preferisce una sbiadita copia veneziana, ancora in cerca di identità malgrado gli sforzi del suo curatore Fortunato Ortombina, direttore artistico de La Fenice con passato sancarliano, tra brani d’opera d’autori vari – da Rossini a Mozart –  e l’immancabile italico Va Pensiero a chiudere il programma. E una prima parte sinfonica per pochi intimi e a telecamere spente, che stavolta era la Sinfonia Dal Nuovo Mondo di Dvorak.

Concerto che si è preso la prima ramanzina dell’anno dall’immancabile seguace di Bossi, arrabbiato per la scelta d’un direttore inglese, l’ormai accreditatissimo Daniel Harding già assistente di  Claudio Abbado: ” Dobbiamo ricorrere a un britannico per ricordare quanto i nostri geni hanno dato alla cultura?” ha protestato con indignazione il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni.

Altra vitalità nel Concerto di Vienna, facilmente scovato in parabola dai telespettatori nostrani su una qualsiasi delle molte  stazioni europee che vi erano collegate. Lo dirigeva finalmente un viennese, Franz Welser-Möst dopo italiani, francesi, tedeschi. Bravo, di bell’aspetto e assai elegante in un tight grigio cucito a Londra nell’atelier del napoletano Mariano Rubinacci, al 96 di Mount Street. E che da Radio3 – che trasmetteva in diretta, ma per soli orecchi, il concerto – veniva maldestramente definito <frac> da un conduttore  poco pratico di abiti da società.

Da 71 anni a questa parte la seriosa, esemplare Filarmonica di Vienna sgombra i leggìi da Mozart, Schubert, Beethoven per attaccare nella prestigiosa sala dei Musikverein polke, valzer, mazurche e quant’altro rappresenti lo spirito e l’allegria della Vienna Biedermeier, compresi i lazzi e i frizzi nati con quella musica nei Kaffeehauser. Il segreto del suo successo ormai planetario sta nella formula, nell’esprimere al meglio e con orgoglio una propria, precisa identità musicale, di spirito e di popolo. Invano perciò è imitata o inseguita un po’ dappertutto. A parte la miriade di Danubi blu e Marce di Radetzky che nell’occasione trovano posto in concertini di piccolo e medio calibro sparsi un po’ dovunque, anche dalle nostre parti, c’erano quest’anno sull’etere , tra i più importanti e distanziati inseguitori, oltre Venezia anche Berlino (dalla Philarmonie con Gustavo Dudamel in un programma francese) e Dresda (dalla Staatskapelelle con Christian Thieleman ne “La vedova allegra”). Patrimoni musicali tutti presi in prestito.

A questo punto varrebbe la pena rispolverare una vecchia idea, che all’inseguimento si inserisca anche Napoli, che una diversa, ma equivalente identità musicale di spirito e di popolo possiede al pari di Vienna e più di altre possibili concorrenti. Ed immaginare che una volta l’anno il San Carlo e la sua orchestra ormai pienamente qualificata nel grande repertorio sinfonico e operistico possa proporre un concerto dedicato alla Canzone Napoletana storica, con le partiture riscritte in grande, le migliori voci della lirica, il suo coro, i suoi ballerini, nella sua sala splendente. E’ una ipotesi avvincente, potrebbe funzionare. Non vi pare?

Francesco Canessa

Aggiungo un post scriptum, per fatto personale: qualche lettore o qualche addetto ai lavori si chiederà: Ma come mai Canessa, sovrintendente del San Carlo per tanti anni, non ha realizzato lui stesso questo progetto? Domanda giusta: Perché i tempi erano diversi, il San Carlo era un Ente di diritto pubblico, non una Fondazione, e uscir fuori dai binari della musica classica comportava il rischio di perdere una quota del finanziamento statale. Vero è che già di suo Canessa viveva il ruolo un po’all’antica ed era portato a non permettere eccezioni, anche se sporadiche. Ora è tutt’altra cosa, quell’atteggiamento sarebbe datato. Senza contare che il tempio della lirica è in perenne quaresima e la necessità si fa virtù. Anche nella musica.

 

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17 gennaio, 2011 Posted by | Arte, Cantanti, Canto, Cultura, Francesco Canessa, Giornalisti, Musica, Teatro La Fenice, Teatro La Fenice, Teatro San Carlo | , , , , , | 1 commento

Taccuino personale di Francesco Canessa: IL SAN CARLO VOLA IN CILE SENZA L’OPERA DI MARTONE

Il San Carlo vola in Cile senza l’ opera di Martone di Francesco Canessa
Da La Repubblica edizione Napoli del 6/XI/2010

In bocca al lupo al San Carlo, che vola  lontano da casa per dar spettacolo in Cile. Farà benissimo, la musica è giusta e i <sancarliani> suonano e cantano al meglio, quando vanno oltr’Alpe, figurarsi oltre Oceano. Far bella figura all’estero è tradizione antica e collaudata del Teatro di Napoli, che fu il primo a mettersi in viaggio, dopo la guerra per andare nientemeno che a Londra e non per una semplice tournée, ma per una vera e propria stagione al Covent Garden. Era il settembre del 1945 e la storica Royal Opera House era in piedi per miracolo, ma l’attività restava ferma, perché decimati erano la sua orchestra e il coro, i tecnici. A Napoli il San Carlo, anch’esso sostanzialmente illeso dopo bombardamenti drammatici quanto quelli  di Londra, era stato requisito dal Comando delle Truppe Britanniche nell’ottobre del ’43 appena cinque giorni dopo l’ingresso degli Alleati in città. Fu assegnato alle competenze della 56ma Area comandata dal generale Cripps, ma chi provvide a ridar vita alle strutture, a richiamare il personale, ad organizzare i primi spettacoli fu un giovane ufficiale subalterno, il capitano Peter Francis che di suo era un melomane e sapeva tutto di Rossini, Donizetti e della storia del San Carlo. Fu lui l’uomo chiave della rinascita del Teatro, cui periodicamente ancora fa visita, longevo e attivo com’è, grazie a Dio. Sua fu l’idea e suo il merito dell’impresa coraggiosissima di portarlo pari-pari a Londra, evento che dette il via all’ immediato riaffermarsi della nostra cultura musicale nei Paesi vincitori e nel mondo. In una sala del Covent Garden c’era, prima dell’ultimo rifacimento, una targa che ricordava quella riapertura col San Carlo e il senso di fratellanza universale della musica che quella presenza riaffermava. In cartellone Traviata, Bohéme, Rigoletto,Tosca, Barbiere di Siviglia, Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Madama Butterfly, 57 rappresentazioni dal 5 settembre al 25 ottobre di quel 1945. Poi toccò a Parigi per l’anniversario verdiano (Giovanna d’Arco e Un ballo in maschera all’Opèra, Messa di Requiem nella Chiesa de La Madeleine) e Strasburgo, più tardi al Festival di Edimburgo e poi in Brasile, a Rio de Janeiro e San Paulo e ancora in Europa, Ungheria, più volte l’una e l’altra delle due Germanie e ancora negli Stati Uniti a New York e Charleston, in Grecia al Teatro di Epidauro, in Giappone. Arriva ora un nuovo viaggio, anch’esso di rinascita, visti i tempi che viviamo. E l’ex soprintendente di lungo corso, che firma questa nota e che tante di quelle esperienze ha vissuto, rinnova ai vecchi compagni d’arte gli auguri che lo scaramantico <in bocca al lupo> implicitamente contiene. Lo fa superando un piccolo rammarico: che per l’opera che si va a rappresentare, il Così fan tutte mozartiano, rimanga nei depositi il festeggiatissimo allestimento sancarliano di Mario Martone, talento nostrano di fama internazionale, testimonianza d’un modo moderno di pensare l’opera nato tra le mura di casa nostra. Piacque a tutti ed anche a Claudio Abbado che lo scelse e ne chiese il prestito per una propria tournée con Ferrara Musica e la Mahler Chamber Orchestra. Al suo posto ne viaggia un altro, che sta tra quelli che Abbado aveva scartato, di proprietà del Piccolo Teatro di Milano, ove nacque nel 1997. E’opera postuma di Giorgio Strehler, scomparso prima di completarne la regia. Causa della preferenza sarebbe il fondale del prologo – la scena della scommessa – che rappresenta la facciata del San Carlo prima dell’incendio del 1816. E che si vuol mostrare ai Cileni. Fosse stato per me, avrei messo in valigia una stampa comprata da Bowinkel a Santa Lucia e mi sarei portato Martone.

Francesco Canessa

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10 novembre, 2010 Posted by | Campania, Canto, Cultura, Francesco Canessa, Giornalisti, Italia, Musica, Napoli, Opera, Regioni, Registi, Teatro San Carlo | , , , , | Lascia un commento

Taccuino personale di Francesco Canessa: SAVIANO E LE CANZONI DELLA MALA

Saviano e le Canzoni della mala.

Roberto Saviano, campione mondiale del neo-realismo letterario partenopeo, miete successi anche come musicologo. Un suo saggio compare nel programma di sala della stagione sinfonica della romana Accademia di Santa Cecilia nientemeno che per il concerto di Claudio Abbado con l’Orchestra Mozart, accanto a quello di Giovanni Carli Ballola, firma d’alta specializzazione, come le altre che di solito compaiono su quelle pagine. Abbado gli aveva dedicato l’ultimo suo concerto al San Carlo, donde lo spunto per accoglierne uno scritto che ne tracciasse un ritratto.

In contemporanea con quei concerti nella Sala Santa Cecilia, nell’altra del Parco della Musica denominata Sala Sinopoli, lo stesso Saviano ha tenuto una conferenza sulla Musica neomelodica napoletana, fervidamente applaudita dal pubblico e ampiamente riportata dalle agenzie di stampa, inserita nei programmi culturali di Radio3. Filo conduttore, il campanello d’allarme per il degrado sociale di Napoli e dintorni  monitorabile attraverso canzoni come “’O killer” , ‘Nu latitante”, “ ‘Sti Cinesi” e via così.  Eccellente pretesto per tener viva come è giusto, l’attenzione sul problema gravissimo che sta a cuore a lui come a tutti noi onesti.

E’ altrettanto vero però che il fenomeno della malavita in versi e musica non è nuovo, ma rappresenta una costante nella poesia e nella canzone napoletana, che con le sue dimensioni e qualità ha finito per storicizzare un elemento comune alle forme di musica popolare d’altre radici, basti pensare alla canzone parigina o a quella milanese della Mala di Gaber e della Vanoni. E che si presta a interpretazioni differenziate, non necessariamente pessimistiche o addirittura allarmate.

Nella introduzione di Alberto Consiglio alla sua fondamentale Antologia dei Poeti napoletani, stampata mezzo secolo fa (1957 Firenze, Parenti Editori) egli giustifica la presenza assai numerosa < di testi che alludono a  “guapparia” o a “camorra” e che dipingono o interpretano figure o aspetti ponibili sotto il segno del vizio e del delitto > sottolineando la forza che per contrasto acquistano i sentimenti dal venire espressi in condizioni diverse da quelle comuni. E davvero sono tanti quei testi, dagli’antichi e anonimi “Ah, quanto è bello lo morire acciso” a “..Tu m’haje arredutto dinto a la Vicaria “  sino a “Canzone ‘e carcerate” ( di Giacomo), “Guapparia (Bovio)  o “’O Basista” (Russo) alla vasta e significativa produzione vivianesca. < Un tempo questi esercizi poetici venivano giustificati coi precedenti della scuola verista – prosegue l’autore – oggi possiamo osare di sottolinearne altra caratteristica, la valenza del sentimento che da essi emana.> E cita a conclusione e conforto della propria tesi la poesia senza confini di Garcia Lorca, che in  “Romance de la pena negra” canta il “prendimiento e la muerte” del brigante gitano Antonito El Camborio.

Casalesi o Scissionisti  hanno dunque sostituito soltanto i vecchi protagonisti, quel che c’è sostanzialmente di nuovo e diverso in “ ‘O Killer” ed affini, riguarda la letteratura: non finiranno mai in una Antologia di Poeti.

Francesco Canessa

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31 marzo, 2010 Posted by | Arte, Auditorium Parco della musica Roma, Cultura, Direttori d'orchestra, Francesco Canessa, Giornalisti, Letteratura, Musica, Sale da concerto | , , , , , | Lascia un commento

Taccuino personale di Francesco Canessa: SALISBURGO: BROGLI AL FESTIVAL DI PASQUA

SALISBURGO: BROGLI AL FESTIVAL DI PASQUA

( da Il Mattino del 24/2/2010 )

Indagini, brogli e miti che crollano: non è italiano il primato, come noi stessi ci affanniamo a proclamare con ipocrita amarezza. Anche tra i più irreprensibili vicini europei, la Procura bussa alla porta di chi mai lo si sarebbe immaginato. In Austria è la volta del Festival di Salisburgo, quello di Pasqua fondato da Karajan e affidato prima e dopo la sua morte alla più grande orchestra del mondo, i Filarmonici di Berlino ed ai direttori a lui succeduti,  Claudio Abbado a Simon Ratte.
“Destituito senza preavviso” e indagato dalla magistratura per consistenti reati è l’amministratore delegato Michael Dewitte, l’organizzazione del Festival, travolta dallo scandalo e senza un euro in cassa, è andata in tilt. Dalla Germania s’è fatta subito avanti Baden Baden – la storica stazione termale – per accaparrarselo con i suoi concerti, le sue opere e i suoi Berliner. Ipotesi appena scongiurata, come assicura una lettera in data 10 febbraio inviata dal Commissario straordinario Peter Raue ai soci della “Verein der Forderer der Osterfestspiele” l’Associazione dei Sostenitori che versano annualmente una ricca quota per assicurarsi la prelazione sui biglietti in vendita.  Molti sono in Italia, il loro numero è il più alto dopo Germania e Austria e prima di Stati Uniti e Gran Bretagna, così che la lettera è redatta anche in italiano. Essa spiega con chiarezza – e qui sta forse la differenza con i pasticci di casa nostra – “ le turbolenze che hanno investito il Festival di Pasqua di Salisburgo” e  racconta dell’intervento della Società di revisione Audit Services Austria, dell’allontanamento dell’amministratore Dewitte e della consegna dei libri al Tribunale. Il vanto di questo Festival era di vivere di suo, senza contributi pubblici, coprendo il budget per il 71% con quote associative e biglietti, 17% con gli sponsor ed il resto con l’apporto di Eliette von Karajan e della Fondazione intitolata al marito, destinataria dei tuttora ricchissimi diritti discografici. In conseguenza, il signor Dewitte ha gestito senza soverchi vincoli e con qualche liberalità ( “…in contrasto con i suoi doveri si era concesso pagamenti di somme notevolmente elevate.” ) fin quando indagini e intercettazioni – di cui la lettera non parla, ma ne hanno scritto i giornali – hanno portato alla sua incriminazione con conseguente fuga all’estero e alla nomina del Commissario. Ora per salvare il Festival e il suo inestimabile valore nell’economia della città, subentrano nella società Osterfestspiel GmbH Salzburg la Regione, il Municipio e il Fondo per il Turismo con il 25% ciascuno mentre il restante 25 % resta alla Fondazione Karajan. La cifra impegnata complessivamente dai tre enti è modesta, appena un milione di Euro, così che l’apporto dei Sostenitori resta essenziale, dovrà continuare allo stesso ritmo di prima, auspica in conclusione il Commissario. Il tutto a partire dal 2012. L’edizione del 2011 è probabile che salterà, quella di quest’anno è salva, forse con qualche costoso protagonista in meno. Comincia tra poco, il 27 marzo, i signori soci e spettatori ne sapranno di più – promette la lettera – a Salisburgo, tra la domenica delle Palme e quella di Pasqua.

Francesco Canessa

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7 marzo, 2010 Posted by | Art, Arte, Austria, Direttori d'orchestra, Festival, Herbert von Karajan, Music, Musica, Salisburgo, Salzburger Festspiele | , , | Lascia un commento

   

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