Ravello Festival, Natale in streaming| Il 2 gennaio il Concerto per il Nuovo anno

Dopo il successo del concerto di Natale con Peppe Barra e Rosalia Porcaro, la Fondazione Ravello, come da tradizione, fa iniziare il nuovo anno in musica. Il 2021 sarà salutato il 2 gennaio (ore 17.30) con un concerto dell’Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno diretta dalla bacchetta spagnola di Jordi Bernàcer che torna a Ravello, stavolta all’Auditorium Oscar Niemeyer, dopo la bella direzione del Concerto all’alba della scorsa estate. Il concerto, come la quasi totalità delle iniziative culturali di questo periodo di pandemia, sarà fruibile online sul sito ufficiale del Ravello Festival: www.ravellofestival.com, sulle pagine social della Fondazione, sul portale cultura.regione.campania.it e sul canale cultura dell’Ansa.
Solisti del programma lirico/sinfonico due dei più affermati cantanti d’opera di oggi, Rosa Feola e Saimir Pirgu, affiancati dal soprano Daniela Cappiello e dal baritono Sergio Vitale. Saranno eseguite musiche tratte dalla Carmen di Bizet, dall’ Evgenij Onegin di Tschaikovski, da La bohème e Gianni Schicchi di Puccini e dalla Vedova Allegra di Lehar.
La programmazione della Fondazione Ravello si chiuderà all’Epifania, (mercoledì 6 gennaio 2021 alle ore 17.30) con un concerto che vedrà protagonista un’altra delle realtà campane che si sta affermando nel panorama musicale nazionale: l’Orchestra Filarmonica di Benevento che recentemente ha nominato sua direttrice artistica quella che senza dubbio è oggi la figura più in vista tra le nuove leve del concertismo italiano, la pianista Beatrice Rana.
Programma
Dall’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello
Sabato 2 gennaio, ore 17.30
Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno
Direttore Jordi Bernàcer
Rosa Feola, Daniela Cappiello, soprano
Saimir Pirgu, tenore
Sergio Vitale, baritono
Programma
Georges Bizet
Carmen
Prélude
Duo “Parle-moi de ma mère” (Micaëla, Don José)
Entr’acte Act III
Aria “La fleur que tu m’avais jetée” (Don José)
Aria “Je dis que rien ne m’épouvante” (Micaëla)
Petr Ilic Tshaikovsky
Evgenij Onegin
Introduzione e scena (Zareckij, Lenskij) ed aria “Kuda, kuda, kuda vi ulalilis” (Lenskij)
Giacomo Puccini
Gianni Schicchi
“O mio babbino caro” (Lauretta)
La bohème
Atto III (Mimì, Musetta, Rodolfo, Marcello)
Franz Lehár
La vedova allegra
Intermezzo
Tace il labbro (Danilo, Hanna)
Da domenica 27 luglio fiabe, note e fotogrammi a Rapone (Pz) – Il Paese delle Fiabe premia i vincitori dei concorsi musicale e cinematografico
Rapone, il Paese delle Fiabe premia i vincitori dei concorsi “Rapone Fiaba Film Festival” e “Rapone, una fiaba in sette note” indetti dall’Amministrazione comunale nell’ambito del progetto legato al recupero delle tradizionali fiabe raponesi.
Quattro le serate in programma: si comincia domenica 27 luglio, ore 20.30, in piazza XX Settembre con il Gran Galà di premiazione a cui parteciperanno il Sindaco di Rapone Felicetta Lorenzo, il musicista Antonio Infantino e il regista Luigi Di Gianni, giurati dei concorsi, il Direttore della Lucana Film Commision Paride Leporace.
La serata sarà allietata dal magico intermezzo musicale dell’etereo, romantico, nostalgico carillon vivente di Norina Liccardo che suonerà sia la composizione musicale vincitrice che musiche anni ‘30 e ‘40 inerenti le fiabe.
Nel corso della serata sarà proiettato il cortometraggio vincitore e verrà lanciato il prossimo bando di Rapone Paese delle Fiabe legato alle Illustrazioni e alle Belle Arti.
La serata di lunedì 28 luglio, ore 20.30, sempre in piazza XX Settembre, sarà dedicata ai vincitori del concorso musicale le cui opere faranno da colonna sonora alla narrazione delle fiabe cui sono ispirate da parte di Flavia D’Aiello con il suo teatro delle ombre, di Giulio Laurenzi che le illustrerà in diretta per il pubblico con la sua coloratissima matita digitale e di Lucignolo che infiammerà l’immaginazione del pubblico con la sua danza con il fuoco.
Martedì 29 luglio, ore 21, sarà protagonista il grande cinema con la proiezione di tutti i cortometraggi candidati al “Rapone Fiaba Film Festival”.
“Fiaba Contamination Languages” chiuderà l’evento venerdì 15 agosto, ore 20.30, in piazza XX Settembre con una singolare staffetta tra due spettacoli di genere opposto: da un lato il concerto di The Martini & co. Quintet che riproporrà nell’improvvisazione di una jam session jazz l’estemporaneità del racconto orale, dall’altro l’esibizione del Gruppo Folk di Rapone con uno spettacolo itinerante per le vie del borgo durante il quale balli e canti tradizionali accompagneranno momenti di narrazione delle fiabe popolari raponesi.
Ufficio stampa:
Viola Tizzano
viola.tizzano@gmail.com
cell.: +39 339 8146592
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Venerdì 9 settembre quarto concerto organizzato dal Conservatorio “Nicola Sala” nell’ambito di Benevento Città Spettacolo
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Venerdì 9 settembre, la corte dell’ex Convento degli Scolopi, già teatro del concerto tenuto dal Flutensemble Nicola Sala lo scorso 2 settembre, ospiterà alle 18.30, nell’ambito del Festival “Benevento Città Spettacolo”, l’ Harmoniemusik, ensemble del Conservatorio di Benevento diretto dal M° Claudio Rufa, ispirato ad una forma di musica da camera per strumenti a fiato, diffusa in Europa nel sec. XVIII, ampliata dall’apporto di strumenti ad arco.
Gli allievi – Vittorio Coviello e Angela Padovano, flauti; il M° Giacomo Crestacci e Luca Di Manso, oboi; Alessandro Verrillo e Agostino Napolitano, clarinetti; Luciano Corona e Ugo Montenigro, fagotti; Andrea Bracalente, Gabriele Massaro, Vincenzo Parente e Alessandro Saraconi, corni; Sergio De Castris, violoncello; Valerio Mola, contrabbasso – eseguiranno la Serenata per strumenti a fiato, violoncello e contrabbasso in re minore op. 44 di Antonín Dvořák e l’Andante-Serenata in mi bemolle maggiore per strumenti a fiato, op. 7 di Richard Strauss.
(Comunicato a cura di Filomena Formato, studente del Biennio specialistico in Chitarra, indirizzo interpretativo-compositivo, collaboratrice Ufficio Comunicazione)
Per ulteriori informazioni
Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala”
Via Mario La Vipera, 1 – 82100 Benevento
Tel. 0824.21102
fax 0824.50355
sito web: www.conservatorionicolasala.eu
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Mercoledì 7 settembre la Salentorkestra ospite del Festival delle Ville Flegree
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Nuovo appuntamento per il Festival delle Ville Flegree, Mercoledì 7 settembre, alle ore 21.00 con la grande musica del Salento a Villa di Livia (via Campi Flegrei, 19/A) a Pozzuoli.
Il concerto della Etno-mediterraneo Salentorkestra sarà un intreccio tra la cultura musicale e strumentale della propria terra con quelle che si affacciano sul Mare Nostrum.
Il gruppo presenterà la Pizzica Pizzica, dove il virtuosismo strumentale e l’ipnosi delle nenie colorano sapientemente il ritmo incalzante, ma rispettoso, della danza.
Suoneranno: Giancarlo Paglialunga (tamburelli e voce), Massimiliano Morabito (organetto), Dario Muci (chitarra, bouzouki e voce), Marco Tuma (clarinetti, flauto traverso e pifferi) e Massimiliano de Marco (chitarra e mandolino).
Nel corso della serata sarà possibile visitare le installazioni artistiche di Laura Niola e Daniela Morante a cura dell’associazione Leaf.
Le opere sono presentate da Mimmo Grasso.
Visita archeologica alla struttura di Villa di Livia a cura dell’associazione Nemea.
Assaggio di un piatto tipico a cura del ristorante Bobò e vino Falanghina doc dei Campi Flegrei della Cantina La Sibilla di Bacoli.
Ingresso tutto incluso: previa iscrizione associativa (che si può fare all’ingresso) euro 15.00.
Info:
349.6352376
e-mail: associazionedefalla@virgilio.it
Ideatore e direttore artistico Alessandro Petrosino.
Patrocino morale dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Pozzuoli e del Forum delle Culture Napoli 2013
A settembre previsti altri due appuntamenti a Pozzuoli.
Venerdì 16 settembre (ore 21.00) al Tempio di Nettuno: teatro e canzone con i Virtuosi di San Martino in “Nel nome di Ciccio” un omaggio al grande Nino Taranto, con una esilarante carrellata di canzoni, brandelli, situazioni, tratti dal vastissimo repertorio del teatro di avanspettacolo, della rivista, del teatro musicale.
Giovedì 23 settembre (ore 21.00) a Villa di Livia: musica e video sui Campi Flegrei con il gruppo Koinè Ensemble
L’Ensemble commenta dal vivo filmati di diversi autori sul territorio flegreo e sul tema del mare. Dalla città sommersa ai monumenti archeologici, dall’arte al sociale.
Salentorkestra
La tradizione salentina è un punto di partenza dal quale operare una serie affascinante di innesti, intrecciando la cultura musicale e strumentale della propria terra con quelle che si affacciano sul Mare Nostrum.
Le differenti sonorità della trance del mediterraneo vengono ripercorse, recuperandone voci e strumenti; sonorità oramai radicate nel tempo, lasciate a noi dai popoli che hanno percorso o conquistato le nostre terre.
Il “grande mare bianco” come lo chiamano gli arabi è crocevia di culture millenarie, estasiato dalla conoscenza dell’arte e dei suoi molteplici linguaggi, che rappresentano il comune sentire dell’umanità.
Dopo una lunga e profonda ricerca effettuata sul campo a stretto contatto con la propria gente e collaborazioni musicali nel campo della worldmusic, il gruppo presenta il suo primo progetto discografico dal titolo “Centueuna”, proponendo composizioni originali e musiche tradizionali salentine nel contesto più ampio della cultura musicale del mediterraneo.
La grande forza del gruppo sta nel riproporre la pizzica pizzica, antico ritmo popolare che conduce per gradi alla trance, dove il virtuosismo strumentale e l’ipnosi delle nenie colorano sapientemente il ritmo incalzante ma rispettoso della danza, catartica e liberatoria.
Villa di Livia
Villa di Livia si trova su un fondo di proprietà della famiglia Carannante che a proprie spese e in stretta collaborazione con la Soprintendenza ha finanziato i lavori di restauro e di risistemazione dell’area archeologica: un raro caso di intervento economico completamente privato finalizzato al recupero e alla valorizzazione dei beni culturali.
La struttura si trova di fronte al Complesso Olivetti e offre una veduta panoramica senza pari su tutto il Golfo di Pozzuoli.
È una villa di età imperiale modificata nell’alto medioevo.
La sala più grande, l’atrio, presenta un mosaico con decorazioni geometriche e, al centro, un impluvium.
Dall’atrio è possibile accedere a piccoli ambienti, probabilmente lararium, cubicola, lararium ipogeo.
Un corridoio porta alla “sala panoramica” che si affaccia sul Golfo di Pozzuoli.
I giardini sono costituiti da due filari di tufelli e uno di laterizi e introducono a quello che era il settore di rappresentanza dedicato all’otium e al godimento del paesaggio.
La quasi totalità del complesso scultoreo rinvenuto nella villa è conservato nel Museo archeologico di Baia.
Tra i ritrovamenti la bellissima statua marmorea di Livia – da cui il nome della struttura –rinvenuta nell’800 e ora esposta alla Carlsberg Glypthotek di Copenaghen.
La struttura ospita un centro polifunzionale culturale dotato di sale per congressi (per 100 persone), conferenze, banchetti, cerimonie, meeting e ampio giardino.
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Domenica 4 settembre appuntamento all’alba con il Nicola Sala Sax Quartet nell’ambito del Festival Benevento Città Spettacolo
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Domenica 4 settembre, alle sei del mattino, presso la Rocca dei Rettori di Benevento, nell’ambito del Festival “Benevento Città Spettacolo”, appuntamento con il Concerto all’alba del Nicola Sala Sax Quartet, composto da: Pasquale Cesare, Pasquale Saccone, Antonio Compare e Ivan Lepore.
Nato nel 2008 dall’unione di quattro musicisti amanti del repertorio particolare che la letteratura per quartetto di sassofoni offre, il Nicola Sala Sax Quartet sin dall’avvio dell’attività concertistica si è esibito in diverse manifestazioni, rassegne musicali nazionali ed internazionali, riscuotendo grande successo di pubblico e di critica proponendo in concerto composizioni originali, inedite ed arrangiamenti.
Il quartetto ha inoltre ottenuto lusinghieri ed importanti risultati in concorsi nazionali ed internazionali tra cui il 1° premio per due anni consecutivi al concorso europeo “Luigi Denza” di Castellammare di Stabia.
Il programma della matinée prevede l’esecuzione dei seguenti brani: G. Reverberi, Sinfonia per un addio; E. Morricone, C’era una volta in America e The Mission; A. Piazzolla, Violentango e Libertango; P. Iturralde, Suite ellenica; G. Gershwin, An American in Paris; J. Kander-F. Ebb, New York, New York; Z. Abreu, Tico Tico.
Durante il concerto saranno inoltre realizzate fotografie a cura dell’Accademia di Fotografia Julia Margaret Cameron, che saranno esposte dal 7 all’11 settembre a Palazzo Paolo V nella mostra: “Benevento in musica al sorgere del sole”.
Si ricorda inoltre che, dopo il successo del tutto esaurito della prima, l’opera Il Barbiere di Siviglia, allestita dal Conservatorio di Benevento, sarà replicata domenica 4 settembre, alle 20.30, presso il Teatro Comunale “Vittorio Emanuele”.
(Comunicato a cura di Filomena Formato, studente del Biennio specialistico in Chitarra, indirizzo interpretativo-compositivo, collaboratrice Ufficio Comunicazione)
Per ulteriori informazioni
Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala”
Via Mario La Vipera, 1 – 82100 Benevento
Tel. 0824.21102
fax 0824.50355
sito web: www.conservatorionicolasala.eu
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Il Festival Paganiniano di Carro chiude con tre concerti in altrettante località liguri
Il Festival Paganiniano, evento organizzato dalla Società dei Concerti della Spezial, che si avvale della direzione artistica del maestro Bruno Fiorentini, è nato con l’intento di approfondire la figura del grande genio della musica, valorizzando nel contempo la parte spezzina della Val di Vara, che comprende anche il piccolo borgo di Carro, dove nacquero i genitori del grande compositore.
Quest’anno la rassegna, giunta alla decima edizione, ha offerto nella sua fase finale tre appuntamenti, dislocati fra il mare e le colline della provincia ligure.
Il primo concerto si è svolto nella Corte del Palazzo De Paoli-Gotelli a Porciorasco, frazione collinare disabitata del comune di Varese Ligure, ed ha avuto come protagonista il duo formato da Dami Kim (violino) e Valentina Messa (pianoforte).
Esclusivamente violinistico l’inizio della serata, con l’esecuzione di due Capricci di Paganini (il n. 4 in do minore ed il n. 9 in mi maggiore) e di una sonata bachiana.
A seguire abbiamo ascoltato due brani per violino e pianoforte, la celeberrima Sonata in la maggiore di Franck e la Carmen Fantasy, op. 25 di Sarasate.
Il programma, come si può comprendere, era concepito per esaltare il virtuosismo e le qualità della ventiduenne interprete coreana, giunta seconda al prestigioso Premio Paganini (con il primo posto non assegnato), ma il luogo freddo ed umido scelto come palcoscenico, ha finito per penalizzare esecutori e pubblico, risolvendosi in un’occasione mancata per poter apprezzare appieno un giovanisimo talento.
Il festival si è spostato il giorno dopo a Bonassola, incantevole località di mare, dove l’ Oratorio di Sant’Erasmo ha ospitato il recital dell’arpista Lisetta Rossi.
E’ stata l’occasione per poter ammirare ed ascoltare un’arpa del 1818, proveniente dalla bottega parigina di Sébastien Érard, da poco riportata al suo antico splendore, dopo un lungo e accurato restauro.
Lo strumento era innovativo per l’epoca, in quanto munito di un meccanismo a forchetta, brevettato dal costruttore francese che, agendo sulle corde tramite un pedale, permetteva all’interprete di eseguire qualsiasi scala cromatica, superando così le precedenti limitazioni legate all’univocità fra corda e singola nota.
La Rossi ha rivolto la sua attenzione su autori attivi fra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, alcuni dei quali raramente eseguiti, partendo dalle Sonate dell’op. 2, n. 5 in fa maggiore e n. 3 in do minore, di Sophia Giustina Corri, per molto tempo erroneamente attribuite a Jan Ladislav Dussek, suo illustre consorte.
Le due sonate successive appartenevano al toscano Giovanni Francesco Giuliani, mentre il Tema con varizioni su L’oiseaux chantant era tratto dalla produzione del francese François Joseph Naderman.
Il programma proseguiva con le rare incursioni in campo arpistico effettuate da Rossini e Beethoven, autori rispettivamente di una Sonata e delle Sei Variazioni su un tema svizzero, chiudendosi con Ricordanza di Paganini di Joseph François Théodore Labarre e Pistache, suonato come bis, del contemporaneo transalpino Bernard Andrès.
La serata era impreziosita dalle spiegazioni di Lisetta Rossi, relative alla meccanica dello strumento e alla lunga peregrinazione dell’arpa, in questi due secoli di vita, da Parigi agli Usa, dove è stata acquistata prima del restauro.
Infine, vanno ricordati i brevi ed efficaci interventi dell’artista e musicologo venezuelano Antonio Mendoza, riguardanti aneddoti e notizie dei compositori proposti che, precedendo i vari brani, hanno decisamente ravvivato la serata, tenendo desta l’attenzione degli ascoltatori.
Ospiti della serata finale, due artisti di risonanza internazionale, il violinista Domenico Nordio ed il pianista Andrea Bacchetti, con un recital dal titolo “Le tenebre”, che ha esordito lo scorso anno al Ravenna Festival, comprendente brani legati all’oscurità, non necessariamente di carattere diabolico.
L’apertura era dedicata a tre Notturni di Chopin, il n. 1 in si bemolle minore, il n. 2 in mi bemolle maggiore ed il n. 20 in do diesis minore, quest’ultimo nella trascrizione per violino e pianoforte di Nathan Milstein.
A seguire tre brani per il medesimo organico, un Notturno di Aaron Copland, la Sonata “Il Trillo del diavolo” di Tartini e lo Scherzo dal mendelssohniano “Sogno di una notte di mezza estate”.
Il primo fu scritto dall’autore statunitense nel 1944 in memoria di un amico caduto in guerra, mentre gli altri due sono il frutto di arrangiamenti, curati rispettivamente dai violinisti Fritz Kreisler e Jascha Heifetz.
E’ stata poi la volta della Sonata n. 5 in sol maggiore per violino solo del belga Eugène Ysaÿe (dalle Sei sonate, op. 27), dedicata al suo allievo Mathieu Crickboom.
Il programma si completava con una versione macabra del natalizio Stille Nacht, ad opera del russo di famiglia ebreo-tedesca Alfred Schnittke, che rispecchiava fortemente l’animo di un compositore continuamente perseguitato dal regime, e con il Notturno e Tarantella, op. 28 di Karol Szymanowski, ricco di elementi folcloristici, fra i principali punti di riferimento della musica dell’autore polacco.
Per quanto riguarda i due interpreti, si sono dimostrati all’altezza della loro fama, fornendo un’ottima interpretazione sia nei brani solistici, sia in quelli d’insieme, dove hanno evidenziato un perfetto affiatamento ed estrema versatilità.
Successo conclusivo meritatissimo e pubblico in visibilio, che ha chiesto a gran voce un bis, ottenendone addirittura tre (l’ultimo dei quali, Per Caterina di Bruno Maderna, di rarissima esecuzione), che hanno suggellato l’evento finale di una manifestazione di forte richiamo, ormai radicata nella zona spezzina, certamente passibile di ulteriori miglioramenti, soprattutto nella ricerca di luoghi dove la musica non venga penalizzata a favore di un improbabile rilancio turistico.
Marco del Vaglio
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Sabato 16 luglio il Nuovo insieme strumentale italiano ospite dell’inaugurazione del Festival Paganiniano di Carro
Critica Classica di Marco del Vaglio:
Il Nuovo insieme strumentale italiano apre domani, sabato 16 luglio, a Carro, la X edizione del Festival Paganiniano, la prestigiosa kermesse estiva realizzata dalla Società dei Concerti della Spezia che proprio quest’anno ha ottenuto il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica.
L’ensemble, composto dal violinista Alessandro Milani, dal violoncellista Sergio Patria e dalla pianista (e compositrice) Elena Ballario si esibirà nella piazzetta della Chiesa di San Lorenzo (ore 20.45) con un calamitante programma: musiche di Beethoven e Carl Reinecke.
Alessandro Milani, che è stato allievo del mitico Salvatore Accardo, per l’occasione ci farà ascoltare la voce di uno strumento storico: un violino Santo Serafino (1770) prestatogli dalla Fondazione Peterlongo.
Non solo note
Si chiude, domani 16 luglio, al CAMeC (Centro Arte Moderna e Contemporanea) la 3a edizione del Convegno internazionale di studi paganiniani che, sin dal suo decollo, richiama alla Spezia musicologi (e musicofili) provenienti da tutto il mondo.
Particolarmente attraente l’argomento trattato: “La Direzione d’Orchestra nell’800”.
La manifestazione è realizzata dal Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini di Lucca e dalla Società dei Concerti spezzina in collaborazione con Palazzetto Bru Zane – Centre de Musique Romantique Française e Musicalwords.it.
Gli atti del convegno saranno pubblicati in un volume multilingue, edito da Brepols.
Ingresso libero.
Sempre al Camec è in corso, fino al 30 luglio, la mostra fotografica di Franco Mapelli sui luoghi del Festival “Ascoltare il paesaggio. Un itinerario paganinano dalla Val di Vara a Genova”.
Il noto fotografo romano è altresì l’autore della singolare esposizione sulle “Case del Festival” che s’inaugurerà domani, a Carro, all’interno di Palazzo Paganini e sarà visitabile fino al 14 agosto.
Si tratta di case antiche salvate dall’abbandono e dalla distruzione grazie alla rinascita culturale stimolata dal Festival sin dalla sua prima edizione.
All’iniziativa, ideata e promossa dall’Associazione Amici del Festival Paganiniano, il Presidente della Repubblica ha conferito una propria medaglia di rappresentanza.
Catalogo bilingue (italiano-inglese) a cura di Maria Perosino.
Notizie utili.
Biglietto: 15 euro, ridotto 12.
Servizio navetta A/R incluso nel prezzo del biglietto.
Partenza per Carro ore 18.30 (stazione Centrale), ore 18.45(Comune, p.zza Europa), ore 19 (via della Pianta)
Info e prenotazioni:
0187.731214,
www.sdclaspezia.it
Ufficio Stampa
Studio Montparnasse
Tel. 347/6843236
E-mail: studio.montparnasse@teletu.it
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Taccuino personale di Francesco Canessa:NAPOLI A SALISBURGO 2011/2
NAPOLI A SALISBURGO 2011/2
da Repubblica Napoli del 15/06/2011
La festa musicale napoletana di Salisburgo si è chiusa fra applausi, rimpianti e consuntivi numerici da capogiro – biglietti venduti in 30 paesi, negli Stati Uniti come in Estonia, 65 giornalisti accreditati, arrivati anche dall’Oriente – e i negozianti di Hafnergasse intenzionati a riprendere pur se a tempo scaduto la spassosa trasformazione della loro stradina in un vicolo di Napoli. Era la quinta ed ultima edizione del progetto realizzato per il Festival di Pentecoste da Riccardo Muti , centrata sulla riproposta di un’opera scritta in Spagna da Saverio Mercadante intorno al 1826. Era di moda nell’ormai declinante panorama dell’opera buffa napoletana il sequel delle Nozze di Figaro, dopo che Paisiello e Rossini ne avevano curato il prequel con i loro Barbiere di Siviglia. Così tra un Figaro falso e uno raddoppiato, ne avevano o ne avrebbero scritto Luigi e Federico Ricci, Giovanni Panizza, Antonio Speranza ed altri minori. E anche Mercadante, benché accreditato come autore di drammoni tutti lagrime e sangue, ci provò con un titolo inequivocabile, “I due Figaro” che nella interpretazione rivitalizzante di un Muti in gran forma ha rivelato come fossero in circolo nella scuola di Napoli gli stilemi della commedia di carattere che arriverà di lì a poco, specie con Donizetti o i ritmi di danza dell’operetta e trattandosi di un lavoro scritto per Madrid, della zarzuela, sua variante spagnola. Come già accaduto nelle precedenti edizioni, anche per questo <gran finale> non era presente soltanto Muti sui palcoscenici di Salisburgo, ma anche uno dei massimi specialisti della musica barocca, il belga René Jacobs (nella foto) alla guida di un gruppo mitico di strumenti antichi, l’Akademie fur Alte Musik Berlin. Che al pari del nostro direttore hanno fatto saltare l’applausometro nella sala gremita della Haus fur Mozart con “Aci Galatea e Polifemo” una <Serenata a tre voci> di Georg Friedrich Handel. Anche questo gigante della musica europea, tedesco naturalizzato inglese ha trascorsi napoletani, essendo venuto nel 1708 a studiare con Nicola Porpora, così come farà in seguito Haydn. La storia della cantata è esemplare per scoprire quanto fosse ricco il costume musicale a Napoli già prima della costituzione del regno, durante il vicereame austriaco. A commissionarla fu una nobile talent-scout, la duchessa Aurora Sanseverino di Bisignano, che a un musicista di casa, Nicola Fago designato per una prima cantata, “E’più caro il piacer” affiancò per la seconda, tratta dal tredicesimo libro delle Metamorfosi di Ovidio, il ventitreenne studente di Amburgo, malgrado le perplessità del marito, Nicola Gaetano d’Aragona, duca di Laurenzano. Le due composizioni erano destinate a riempire la parte profana dei festeggiamenti per le nozze della nipote Beatrice Tocco di Montemiletto, principessa di Acaja con Tolomeo Saverio Gallio, duca di Alvito. Se quella di Fago finì lì, così non fu per quella di Handel, ripetuta per altre nozze aristocratiche, puntualmente segnalate nel saggio di Dirk Moeller, professore di Storia della Musica al Conservatorio Brahms di Amburgo, che il Festival di Salisburgo ha pubblicato in tre lingue. Quanto all’applausometro cui si è fatto cenno, esso è salito così in alto per “Aci,Galatea e Polifemo” che Jacobs ha dovuto concedere il bis del lietissimo finale. Il che, per un concerto di musica barocca, è davvero un record.
Francesco Canessa
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