Napoli Photo Project
Spazio Arte di Claudia Campagnano
Comunicato Stampa
Venerdì 17 ottobre alle ore 19 a Sottopalco cafè, al Teatro Bellini di Napoli, per il vernissage Napoli Photo Project, la mostra fotografica di Giuseppe Divaio.Ad Aprile 2013 Giuseppe Divaio lancia Napoli Photo Project. Progetto fotografico nato con un concept ben definito, mostrare a più persone possibile Napoli, quella reale, quella della sua gente, quella che fa innamorare chiunque abbia la possibilità di visitarla e che i media non mostrano quasi mai. A giugno 2013 Instagram piattaforma scelta per lanciare il progetto, nota le sue foto ed inserisce, per quindici giorni, Napoli Photo Project tra i “Suggested User” , scegliendolo tra 150 milioni di contatti da tutto il Mondo, definendo le foto “fantastiche” e l’account “da prendere come modello su instagram”. Attualmente Napoli Photo Project è seguito, con interesse, da migliaia di followers da tutto il Mondo.Grazie e saluti,Gabriella Galbiati
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Nefeli, il nuovo Cd di canzoni folk internazionali alternate a 3 brani classici per violoncello solo
tutto cantato e suonato da Susanna Canessa e la sua band.
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Insegne in francese a Napoli, la mostra del concorso fino al 19 luglio
Spazio Arte di Claudia Campagnano
La Francia e Napoli, due realtà legate a doppio filo, la dominazione francese a Napoli, con gli Angioini prima ed il decennio francese poi, episodi storici che hanno lasciato tracce indissolubili, penetrate nel profondo della napoletanità, che hanno influenzato l’architettura, i modi e la lingua. Dalle famose e semplici buatte allo charcutière di totò, passando per le varie boulangerie e patisserie.
Un mondo che riemerge nella scelta dei nomi delle insegne dei nostri negozianti, e che rivive in questa mostra concorso. Dal momento dell’uscita del bando, che richiedeva agli autori un massimo di cinque scatti che avessero per soggetto insegne scritte in francese o di marche francesi a Napoli, al momento della selezione, sono arrivate più di 300 fotografie. Le 30 migliori, scelte da un’attenta giuria, presieduta da Mimmo Jodice e da Pascale Giffard, direttrice delle mostre del festival Incontri di fotografia di Arles, sono adesso in mostra. Tra queste durante l’inaugurazione saranno assegnati i quattro premi in palio. Per scoprire a chi andrà l’ambito soggiorno ad Arles per la settimana del festival bisogna essere presenti la sera di venerdì 24 maggio alle 19 all’Institut français Napoli (via Crispi 86).
Per chi invece fosse interessato al risvolto sociologico è consigliata la partecipazione alle 18 all’incontro con il Professor Pecchinenda, preside della facoltà di Sociologia della Federico II, che ha firmato l’introduzione in catalogo.
188 è il numero di insegne che sono state fotografate tra Napoli e provincia, il che ha consentito una prima mappatura della Francia in Campania. Ma le insegne ed i richiami alla Francia, sono molti di più e per rendersene conto basterà adesso alzare lo sguardo per esserne sommersi!
Insegne in francese a Napoli
24 maggio – 19 luglio
Dal lunedì al venerdì 10 – 19.
Institut français Napoli
Via Crispi 86
www.napoliinstitutfrancais-napoli.com
(c.cam.)
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SHADOWS – THE DAYS OF SILENT
Spazio Arte di Claudia Campagnano
Comunicato Stampa
TEATRO INSTABILE NAPOLI
dal 25 al 28 aprile – ore 21 (domenica, ore 18.30)
DISSOLVENZE
presenta
SHADOWS – THE DAYS OF SILENT
con Francesca Romana Bergamo, Anna Cioffi, Gennaro Di Micco,
Giuseppe Fiscariello, Emanuela Futia, Carmela Gragnaniello,
Vito Marotta, Sara Saccone, Marco Serra, Dario Tucci
costumi – MaD
supporto tecnico – Marcello Cozzolino
assistente regia – Anna Cioffi
progetto e regia – Vittorio Adinolfi
Siamo negli anni ’20, nel periodo precedente all’avvento del sonoro nel cinema, che gli storici della settima arte indicano come silent era. Ci troviamo in uno spettacolo di vaudeville itinerante, dove si alternano varie forme di spettacolo. Il pubblico si accomoda in una “sala”, va e viene tra i vari spazi dove sono allestiti le performance. Nell’intervallo tra i vari numeri di vaudeville, viene preparato un schermo per la proiezione di un film. Il film proiettato è Nosferatu di Murnau. Il finale di questo film fa da prologo allo spettacolo: 1838. Ellen apprende che l’unica strada per sconfiggere il conte-vampiro Orlok e la sua epidemia è quella di esporlo alla luce del sole, e per raggiungere questo obiettivo si sacrifica dissetandolo del suo sangue fino ad alba inoltrata. Ma 80 anni dopo…
La vicenda continua proprio durante il vaudeville, ed in particolare durante uno spettacolo circense: improvvisamente, entra in scena, inaspettato, il vampiro Orlok, attratto dalla presenza tra il pubblico della nipote di Ellen, di nome Mary. Mary riesce a fuggire inseguita dal conte vampiro… La fuga della donna, diventa un viaggio attraverso i “generi” del cinema muto.
La messa in scena è totalmente muta. La tecnica di recitazione, come all’epoca del muto, è caratterizzata da enfasi mimica, esagerando l’espressività facciale e l’azione corporea. In realtà i film dell’epoca non erano del tutto “muti”, quantomeno la fruizione: era infatti costume, dal grande teatro di città a quello di periferia, accompagnare le proiezioni con la musica, che fungeva da colonna sonora, e cosi accade in questo spettacolo.
Teatro Instabile Napoli – Vico Fico Purgatorio ad Arco, 38 (nei pressi di via Tribunali) – Napoli
Ufficio Stampa: Iride Comunicazione (iride.comunicazione@libero.it)
Info e prenotazioni: shadows2013@libero.it – 3476965152
pagina facebook: http://www.facebook.com/ShadowsTheDaysOfSilent
blog: shadows.bloog.it
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Manigrasso al Blu di Prussia
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Manigrasso
a cura di Diana Gianquitto
Vernissage 9 gennaio 2013 ore 17.30 – 20.30
Blu di Prussia – via Filangieri 42 NapoliA un anno dalla sua ultima personale, Giuseppe Manigrasso torna Al Blu di Prussia – lo spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo diretto da Mario Pellegrino dove sarà protagonista con una nuova personale. In esposizione, un cospicuo corpus di lavori di nuova produzione: 185 tecniche miste di piccolo formato, tutte di nuova produzione, nelle quali coniuga segni e residui di materia. Un ciclo che, nell’incontro della grafica con l’assemblage, per inserimento di materiali e oggetti quotidiani naturali e artificiali, rappresenta un ulteriore step della ricerca di Manigrasso: una ripresa della grafica che aveva già trattato negli anni degli inizi. Naturalmente con una consapevolezza e intensità differente dato che, in questo accostarsi alla dimensione del “foglio”, egli fa confluire tutta l’esperienza e le sfide accumulate in un quarantennio di ricerca ed esperienze artistiche e umane.
Orari della mostra: mar-ven 16.30-20; sabato 10.30-13 e 16.30-20.
Ingresso libero. Brochure della mostra in galleria.
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Napoli le forme di un paesaggio
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Comunicato stampa
Napoli le forme di un paesaggio
a cura di Stefania Martirano
Mercoledì 19 dicembre ore 17:00 – Castel dell’ Ovo, Sala delle Carceri
Il confine inteso come marginalità, come esistenza periferica, costituisce il campo d’interesse della ricerca artistica di Salvatore Esposito (1956; vive e lavora a Napoli), in mostra da mercoledì 19 Dicembre 2012 presso gli spazi espositivi di Castel dell’Ovo con un nuovo progetto intitolato Napoli le forme di un paesaggio.
Nel 2009 il fotografo napoletano aveva presentato un lavoro sul travestitismo, documentando quella femminilità liberata come questione sociale e senza scadere in risvolti psicologici o intimistici – proprio come, agli albori degli anni Settanta, aveva insegnato la genovese Lisetta Carmi.
Per la mostra nelle Sale delle Carceri di Castel dell’Ovo, da sociale il margine diventa geografico: protagonisti, negli scatti del napoletano, sono pudichi paesaggi che si concedono solo allo sguardo di frequentatori abituali e occasionali delle strade ferrate, quelli che sopravvivono a un passo dai porti maleodoranti della periferia affacciata sul golfo, coricati dietro impianti industriali in rovina.
L’idea è quella di cercare, nella mestizia del loro essere dimenticati, le relazioni che intrattengono con le abitudini di un’umanità meno chiacchierata, più periferica eppure ricca di potenza e coscienza.
Si tratta anche di un aggiornamento del repertorio visivo delle rappresentazioni mitizzanti o eccessivamente fustiganti che la storia dell’immagine italiana ha conosciuto nei secoli, in continuità con le ricerche che furono di Walker Evans e le sperimentazioni sul paesaggio raccolte in Viaggio in Italia di Luigi Ghirri.
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Limen. Al Salotto Antichità Scippa fino al 31 ottobre
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Limen
Fotografie di Luca Canzanella
3 ottobre ore 18 – Salotto Antichità Scippa
Terzo appuntamento della rassegna fotografica Cum Finis presso il Salotto Antichità Scippa, il 3 ottobre alle 18 inaugura la personale di Luca Canzanella, dal titolo Limen.
In latino LIMEN è soglia, ingresso ma anche confine. Un punto di passaggio tra due luoghi fisici, ma anche tra due fasi di un percorso.
In una Napoli territorio di confine tra scempio e bellezza, gli scatti di Luca Canzanella sembrano alimentarsi dei simboli portanti della città, che attraverso il suo occhio attento, lasciano in mostra quanto di bello e di poetico resta da osservare.
Tre i lavori esposti, che rappresentano una Napoli vista per frammenti, luoghi comuni del passaggio quotidiano, ripetitivi come ripetitivo è lo schema mentale di ognuno di noi, e ripetitivo è quel fastidioso luogo comune che infesta la città.
Una nota di speranza è data dallo sconvolgimento dello schema formale dell’ultima immagine, che sta li a suggerirci la possibilità di un cambiamento.
Il superamento di un confine mentale che, se riconosciuto, può essere abbattuto in qualunque momento.
Serata inaugurale in presenza del fotografo: mercoledì 3 ottobre ore 18
Interverranno Mario Scippa, curatore
Pompeo Paparo, editore
Antichità Scippa
via Vannella Gaetani 20,
fino al 31 ottobre, lun-sab 10-13 e 15-19.
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Save the skin. Asta online di beneficenza al museo Madre. Fino al 10 giugno.
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“Save the Skin” è l’iniziativa di beneficenza organizzata dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli “Fondazione G. Pascale ” e dal Museo Madre per la raccolta fondi in favore della Fondazione Melanoma.
45 artisti del panorama culturale napoletano e campano sono stati chiamati dalla direzione del Madre a partecipare all’iniziativa e tutti hanno risposto generosamente donando una loro opera. L’asta OnLine “Save the Skin” si propone come un’occasione d’incontro tra artisti e collezionisti nella speranza di poter contribuire allo sviluppo di un’importante istituzione medica napoletana attraverso la vendita di opere d’arte. I partecipanti all’asta avranno la possibilità di portare a casa una testimonianza della creatività contemporanea scegliendo tra dipinti, disegni, fotografie e sculture, e di aiutare allo stesso tempo la propria città.
Dal 10 maggio al 10 giugno 2012si potranno visionare le opere, registrarsi, fare un’offerta e, aggiudicandosi all’asta un’opera, effettuare la donazione alla Fondazione Melanoma, tutto online.
il sito è http://www.museomadre.it
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Non vedi quello che credi di vedere
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Marc Breslin • Jota Castro • Santiago Cucullu • Luca Francesconi •
Marco Raparelli • Marinella Senatore • Eugenio Tibaldi • vedovamazzei
Galleria Umberto Di Marino – Napoli
17 maggio – 28 settembre 2012La condizione di disagio sociale cui ha condotto l’attuale momento storico indica ormai la necessità di un punto di svolta, che non interessi più solo i processi economici e produttivi, ma investa drasticamente le premesse politiche ed il sistema dei valori della società occidentale. È opinione comune tra gli studiosi, a partire da Noam Chomsky, Zygmunt Bauman e molti altri, sebbene da prospettive differenti, che ci troviamo di fronte all’onda lunga della crisi dello stesso sistema capitalistico. Un fenomeno che affonda le sue origini nel secolo scorso e comincia ad aggravarsi a seguito degli sconvolgimenti politici negli anni ’80.L’aver concentrato il potere nelle mani di ristrette oligarchie economiche ed autoreferenziali, infatti, si è rivelata a lungo andare una scelta controproducente. A partire dai movimenti di protesta spontanei, fino anche a certi discorsi politici ormai populisti, la democrazia partecipativa è sempre più invocata, in termini più o meno strumentali, per proporre modelli economici e sociali alternativi a quelli precostituiti.
Tuttavia, questa tensione non è affiancata da una parallela ricerca delle forme in cui sviluppare una corretta
partecipazione collettiva alla politica. Mai come in questi anni, infatti, grazie anche all’evoluzione tecnologica, è stata apparentemente data tanta libertà d’azione alle masse attraverso la rete globalizzata. Di contro, però, si è assistito progressivamente ad una continua mistificazione dei contenuti e ad un impoverimento intellettuale attraverso la manipolazione delle informazioni, laddove il ruolo predominante dei mass-media è andato di pari passo con la trascuratezza nelle politiche culturali.
La riflessione intorno a cui si articola la collettiva presso la Galleria Umberto Di Marino cerca dunque di considerare, in un mondo evidentemente distopico, alcuni possibili mezzi di rigenerazione sociale e soprattutto il contributo fondamentale dell’arte in questo senso. Non ignorando l’impossibilità di decretare il miglior mondo possibile per tutti, la mostra vuole tuttavia sottolineare il valore dell’utopia e del ragionare fuori dagli schemi prefissati come veicolo per il cambiamento.
Partendo da queste premesse l’invito è rivolto ad interrogarsi su quanto sia funzionale la costruzione o la decostruzione di un linguaggio o di un fenomeno nella formulazione di nuove ipotesi. Le pratiche artistiche selezionate, dunque, si trovano in relazione con questi quesiti attraverso lo slancio poetico, la carica ironica, la condivisione sociale, la riflessione sul valore del passato, i possibili contesti da cui attingere le risorse innovative.
Il titolo Non vedi quello che credi di vedere si riferisce ad un noto classico ante-litteram della letteratura distopica, Flatlandia (1882) di Edwin A. Abbott. Il protagonista (un quadrato proveniente da un mondo piatto iniziato al concetto di profondità da una sfera) pone in dubbio la conoscenza acquisita della realtà ed ipotizza l’esistenza di mondi a più dimensioni. A questo punto, però, chi lo aveva inizialmente messo nelle condizioni di progredire intellettualmente, lo invita subito a fermarsi per paura di perdere la propria condizione di vantaggio. Al contrario, ciò che chiamiamo crisi potrebbe essere inteso come occasione di rigenerazione degli equilibri sociali, guardando con una nuova attenzione il contesto in cui viviamo.
Nicoletta Daldanise
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