“Opera Talk Show” riprende al Teatro Diana con un benaugurante brindisi
Dopo la lunga sosta causata dalla pandemia, le attività artistiche stanno progressivamente riprendendo.
Uno dei primi eventi tenutisi al Teatro Diana di Napoli, dal titolo “Viva il vin!”, rientrava nell’ambito di “Opera Talk Show”, format che si prefigge di avvicinare il pubblico alla lirica, ideato e condotto dal maestro Riccardo Canessa.
Il noto regista, visibilmente emozionato per il ritorno sulle scene, ha ripercorso con la sua consueta bravura le vicende legate a “L’elisir d’amore” di Donizetti, sicuramente un’opera in cui il vino ricopre un ruolo preponderante, intervallate da notizie e brevi pezzi su altre opere, dove la bevanda trova una collocazione più o meno importante.
Insieme a lui ha voluto sul palcoscenico un quartetto di cantanti, formato dal soprano Milly Enza Maccaro, dal mezzosoprano Elide Facciuto e dai tenori Antonio Della Mora e Giuseppe Malafronte, accompagnati al pianoforte da Maurizio Iaccarino e, per rafforzare la portata enologica della serata, si è avvalso della collaborazione del poliedrico Salvatore Criscuolo, proprietario di un albergo della costiera amalfitana e grande appassionato di musica lirica, con il quale ha dialogato con l’intento di identificare, per ogni scena d’opera proposta, il probabile vino bevuto dai protagonisti.
Così, grazie agli eruditi interventi di Salvatore Criscuolo, abbiamo appreso che il presunto “elisir d’amore” non era altro che un buon “Bordeaux” e, passando alla “Carmen” di Bizet, nella locanda di Lillas Pastia si beveva la “Manzanilla” (come recita anche il testo).
Ancora, nella farsa “Il campanello dello speziale”, sempre di Donizetti, il personaggio principale, don Annibale Pistacchio, curava uno dei suoi pazienti con l’ “Asprinio d’Aversa” (vino inizialmente consumato dai ceti meno abbienti, che guadagnò immensa notorietà in quanto papa Paolo III ne divenne grande estimatore e lo utilizzava per accompagnare i suoi pasti estivi).
Infine, il “vino spumeggiante” di “Cavalleria rusticana” era presumibilmente il “Nero d’Avola”, mentre l’ubriacatura dell’astemio Cassio, provocata da Iago durante i festeggiamenti che si stavano svolgendo a Cipro per la vittoria di Otello, si doveva al “Commandaria”, vino locale ottenuto attraverso un procedimento estremamente elaborato.
Tornando agli artisti, giovani e molto bravi, il duetto iniziale fra Adina e Nemorino è stato affidato al soprano Milly Enza Maccaro e al tenore Antonio Della Mora, quest’ultimo ben confrontatosi anche con la celeberrima “furtiva lagrima”.
Il mezzosoprano Elide Facciuto ha invece vestito i panni sensuali di Carmen, interpretando altri due pezzi di grande notorietà, l’Habanera (“L’amour est un oiseau rebelle”) e la “Chanson bohème”, ed il gran finale è stato appannaggio del brindisi della “Traviata”, a base di champagne, fra Violetta ed Alfredo, impersonati rispettivamente da Milly Enza Maccaro e Giuseppe Malafronte.
Straordinario, come sempre, il maestro Maurizio Iaccarino al pianoforte che, oltre a supportare ottimamente i solisti, era chiamato a sottolineare anche le scene operistiche, di volta in volta descritte da Riccardo Canessa.
In conclusione una serata, contraddistinta da un perfetto equilibrio tra musica e vino, connubio quanto mai benaugurante per un definitivo ritorno agli spettacoli “dal vivo”.
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