Mercoledì 16 marzo l’Associazione Scarlatti propone una serata dedicata a Schoenberg con l’Ensemble In Canto, diretto da Fabio Maestri, ed il soprano Alda Caiello

Mercoledì 16 marzo, alle ore 21, nell’Auditorium di Castel Sant’Elmo la Associazione Alessandro Scarlatti ospita una serata tutta dedicata al multiforme genio di Arnold Schönberg, con l’Ensemble In Canto diretto da Fabio Maestri e la voce di Alda Caiello, una delle maggiori interpreti nel panorama europeo.
La prima parte dello spettacolo vive una dimensione “leggera” con i Brettl-Lieder, otto canzoni composte nel 1901 per un cabaret letterario berlinese.
Irriverenti, spassose, ammiccanti, danno vita a otto piccole messe in scena, cui seguiranno una serie di sorprendenti trascrizioni da lieder di Schubert a Funiculì Funiculà.
Il tono poi cambia completamente: dopo la marcia militare “Die eiserne Brigade” si ascolterà la “Ode a Napoleone” su testo scritto da Byron nel 1814, quando, alla notizia dell’ abdicazione di Napoleone e del suo esilio all’Elba, il poeta inglese sfogò le proprie ansie di romantico «libertario» in una violenta e impietosa invettiva contro il tiranno caduto.
La scrittura di Schönberg in questo brano è concepita secondo la tecnica dodecafonica, ma la funzione della musica è palesemente subordinata ai contenuti espressi dal testo, dove l’immagine della tirannide napoleonica allude a quella della tirannide hitleriana.
Biglietti
Intero: 15 Euro
Ridotto giovani (under 33): 10 Euro
Last minute (under 33): 3 Euro – in vendita un’ora prima del concerto
Per informazioni:
www.associazionescarlatti.it
Infoline: 081 406011
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Mercoledì 16 marzo 2016, ore 21.00 – Auditorium di Castel S. Elmo
Alda Caiello, soprano
Ensemble In Canto
Direttore: Fabio Maestri
Silvia Paparelli, pianoforte
Anna De Luca, ottavino
Roberto Petrocchi, clarinetto
Massimo Martusciello, fagotto
Andrea Di Mario, tromba
Francesco Mammola, mandolino
Paolo Macedonio, chitarra
Fabiola Battaglini, tamburo
Vincenzo Bolognese, violino
Anna Chulkina, violino
Gianluca Saggini, viola
Michele Chiapperino, violoncello
Programma
Arnold Schönberg (1874 – 1951): Brettl-Lieder (1901)
Luigi Denza (1846 – 1922): Funiculì–Funiculà
trascrizione di A. Schoenberg per clarinetto, mandolino, chitarra, violino, viola e violoncello (1921)
Franz Schubert (1797 – 1828): Ständchen D889
trascrizione di A. Schoenberg per voce, clarinetto, fagotto, mandolino, chitarra, 2 violini, viola e violoncello (1921)
Johann Sioly (1843 – 1911): Weil i a alter Drahrer bin
trascrizione di A. Schoenberg per clarinetto, mandolino, chitarra, violino, viola e violoncello (1921)
Arnold Schönberg:
Die eiserne Brigade per quartetto d’archi e pianoforte (1916)
Ode to Napoleon Buonaparte op. 41 per voce recitante, quartetto d’archi e pianoforte (su testo di Lord Byron)
Ensemble In Canto
Nasce all’interno del Festival OperaInCanto, promosso in Umbria dall’Associazione In Canto dal 1988.
Regolarmente presente nei più qualificati cartelloni concertistici e più volte inserito nella programmazione di Radio Tre Rai, l’ensemble ha inizialmente lavorato sul repertorio contemporaneo, eseguendo, spesso in prima assoluta, musica dei maggiori compositori italiani viventi e del Novecento storico e producendo progetti tematici (tra gli altri: Poesia e Musica, Cartoline per Mozart, Tierkreis) diffusi radiofonicamente.
Negli ultimi anni, l’Ensemble ha intensificato la sua attività anche nel repertorio “tradizionale”, anche in trascrizione cameristica o riletto da compositori di oggi (partendo da composizioni di Mahler, Händel, De Falla).
Particolarmente attento al repertorio con voce, l’Ensemble ha spesso collaborato con Roberto Abbondanza, Alda Caiello, Cristina Zavalloni, partecipando, inoltre, a numerose esecuzioni e prime di opera contemporanea.
L’Ensemble In Canto è stato ospite, ovunque in Italia e sempre con grande successo, di tutte le maggiori istituzioni concertistiche e dei più importanti festival internazionali.
Alda Caiello
Diplomata in pianoforte e in canto al Conservatorio di Perugia, è considerata oggi fra le maggiori interpreti nel panorama europeo per versatilità, raffinatezza e capacità espressive.
Prediletta da Berio per le sue “Folk songs”, ha cantato sotto la guida di direttori quali Berio stesso, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Valery Gergiev, e ha collaborato con ben noti registi fra cui citiamo Daniele Abbado, Yoshi Oida, Giorgio Barberio Corsetti, Davide Livermore, Giorgio Pressburger.
Invitata dalle maggiori istituzioni musicali europee e dai più importanti festival internazionali, ha cantato ovunque in Europa, proponendo con costante successo un vasto repertorio che spazia dagli autori “classici” a quelli del Novecento – da Monteverdi a Bach, Purcell, Scarlatti, Mozart, Boccherini, Pergolesi, Gluck, Rossini, Respighi, Mahler, Schönberg, – , e numerose partiture del Novecento e contemporanee fra cui “La voix humaine” di Poulenc, “Pierrot Lunaire” di Schoenberg, “Passaggio” e “Recital for Cathy” di Berio, “Io” frammento di “Prometeo” di Nono, “Rara Requiem” di Bussotti.
Ha inciso per BMG/Ricordi, CAM Stradivarius, Rai Trade, Col Legno, Zig Zag Territoires, Verso, Bottega Discantica, Praga Digitals.
Fabio Maestri
Compositore e direttore d’orchestra, ha studiato con Franco Donatoni e Franco Ferrara.
Da quarant’anni attivo sulla scena musicale, è stato più volte ospite di importanti orchestre e ha diretto in prestigiosi enti e festival: Maggio Musicale Fiorentino, Teatro di S. Carlo di Napoli, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Massimo di Palermo, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Lirico di Cagliari, Ravenna Festival, Teatro dell’Opera di Nizza. Assai apprezzato come esecutore di musica contemporanea, ha più volte diretto alla Biennale di Venezia, a Rai Nuova Musica (Torino), al Festival Play.it! (Firenze, ORT), al Festival “Musica d’oggi”, al Festival Pontino, al Festival di Nuova Consonanza, al Festival di Villa Medici (Roma), all’Accademia Filarmonica Romana (Teatro Olimpico), al Sinopoli Festival (Taormina).
Ha diretto numerose prime assolute di vari autori fra cui ricordiamo Panni, Pennisi, Donatoni, Bortolotti, Brouwer, Manzoni, Galante, Cardi, Ambrosini, Sbordoni, Tutino, Betta, Del Corno, Boccadoro, D’Amico, Dall’Ongaro, Pedini, Vacca, Panfili, Gregoretti, Montalti, Antignani.
Sue composizioni sono state premiate e segnalate in diversi concorsi e rassegne tra cui: Venezia Opera Prima (1981), Concorso Achantes di Parigi (1983, presidente Yannis Xenakis).
Ha curato numerose revisioni di opere di Pergolesi, Haendel, Padre Martini, Morlacchi, Vaccaj, Haydn.
Ha al suo attivo 19 produzioni discografiche, dal ‘600 ai contemporanei.
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Al Teatro Mercadante dal 15 al 20 marzo l’imperdibile Candide di Mark Ravenhill ispirato all’opera di Voltaire con la regia di Fabrizio Arcuri

Dopo il successo registrato al debutto romano lo scorso 27 febbraio al Teatro Argentina, giunge a Napoli – dal 15 al 20 marzo al Teatro Mercadante – lo spettacolo Candide di Mark Ravenhill, ispirato all’opera di Voltaire, nella traduzione di Pieraldo Girotto, con la regia di Fabrizio Arcuri.
In scena Filippo Nigro, Lucia Mascino, Francesca Mazza, Francesco Villano, e Matteo Angius, Federica Zacchia, Francesca Zerilli, Domenico Florio, Lorenzo Frediani, Giuseppe Scoditti, con la partecipazione straordinaria di Luciano Virgilio.
Musiche composte, arrangiate e eseguite dal vivo dalla cantante e violinista H.e.r.; le scene sono di Andrea Simonetti; i costumi di Fabrizio Arcuri; video di Luca Brinchi e Daniele Spanò; live visual di Lorenzo Letizia.
Una produzione Teatro di Roma in collaborazione con Centro Teatrale Santacristina.
Un Candide “alla seconda” per un grande affresco senza tempo, ricco di ironia e suspense che smonta le certezze di ieri e di oggi, attraverso un meccanismo teatrale che è un congegno a spasso fra le epoche.
Autore acclamato come il “nuovo arrabbiato”, fin dagli esordi con Shopping and fucking, quando cominciò a imporre una nuova idea di drammaturgia, Mark Ravenhill mette mano al Candide nel 2013, ispirandosi all’opera che Voltaire aveva composto nel 1759 come risposta indignata a coloro che si erano convinti che il terremoto, che aveva raso al suolo Lisbona quattro anni prima, fosse parte di un piano divino per il bene dell’umanità.
Mentre oggi il “terremoto” è rappresentato da una crisi ideologica, culturale e politica, di identità, di rappresentanza e di rappresentazione.
Candide è un ottimista, un sognatore convinto che tutto andrà per il meglio, poi, all’improvviso, il mondo, che ha creduto il migliore possibile, comincia a crollargli intorno.
Due secoli dopo, Ravenhill compone una cover dell’originale classico e ne fa uno strumento di indagine del presente.
Un canovaccio linguistico e narrativo con cui interrogare l’idea di Occidente, mettendone in ridicolo il pensiero e aggredendone le certezze con tragica ironia, così come Voltaire demoliva quella che considerava l’idiozia ideologica su cui si fondavano i poteri di Chiesa e Stato.
Un gioco scenico di teatro nel teatro di gusto shakespeariano che permette di avanzare una mossa nel gioco della società e far esplodere il tema del “futuro del nostro presente”.
Sono 5 le scene e 2 le storie che corrono parallele, una nel passato l’altra nel presente, per incontrarsi in un improbabile futuro; a legarle i percorsi musicali, i fili del pensiero e le parabole dei personaggi per un viaggio attraverso i generi – la farsa, la commedia, la tragedia, il musical – dove ogni capitolo è dedicato ad un diverso scioglimento del pensiero di Voltaire: l’Occidente, la sua ideologia e le sue strutture culturali e di potere; l’idea di democrazia, le sue storture e le sue trappole.
«Candide di Mark Ravenhill – commenta il regista Fabrizio Arcuri – non è esattamente una riscrittura dell’omonimo testo di Voltaire, ma una vera e propria trasposizione teatrale con variazioni. Una stanza degli specchi è questo Candide di Ravenhill: specchi che riproducono perfettamente o che deformano, e che nella loro fedeltà tradiscono l’immagine originale, ma anche nella loro distanza rivelano verità profonde e censurate. E non è semplice dire a che epoca appartiene l’uomo Candide di Ravenhill, anche perché nell’arco del testo del drammaturgo inglese, di epoche se ne attraversano molte, ognuna confusa nell’altra, ognuna in cui sembra rappresentarsene un’altra ancora. Appena si riconosce una geografia o un tempo della scena, già la lingua o l’immaginario evocato sembrano sfuggirgli e portarci altrove. Di certo c’è un’idea di civiltà che Ravenhill mette al centro del suo lavoro e articola il tema del pensiero di Voltaire: l’individualismo anarchico radicale come risposta all’accelerazionismo ottimistico leibniziano».
«Candide – sottolinea ancora il regista – diventa così l’incorporamento di un pensiero che prova nevroticamente a sfuggire all’ideologia dominante rappresentata da un Pangloss che sopravvive ai mutamenti storici. E Cunegonde a rappresentare l’oggetto del desiderio, il simulacro di una condizione umana migliore, e che con i suoi 400 anni di Storia ci racconta di un’Europa vecchia e confusa in cerca di un ultimo bacio. Non bisogna compiere l’errore di pensare che questa sia solo un’altra versione del Candide. Qui è di Candide di Voltaire che si parla e di qualcosa molto vicino a noi: il pensiero occidentale moderno su cui si sono costruiti i valori attuali, le immagini attuali del nostro rappresentarci, che difendiamo o con cui entriamo quotidianamente in conflitto. In fondo tutto si consuma sempre in quello spazio che si crea tra ciò che siamo e quello che vorremmo essere e quindi come ci rappresentiamo. È la regola del teatro moderno e tra i primi a incorporarla nei suoi testi c’è Shakespeare. E Ravenhill gioca con Shakespeare, con Candide e con noi, perché sa bene che le regole il teatro le ha mutuate dalla vita».
Mark Ravenhill, acclamata star della nuova scena inglese e editorialista delle pagine culturali del quotidiano “The Guardian”, ha debuttato come drammaturgo nel 1995 con i monologhi Fist e His Mouth.
Il successo internazionale risale però all’anno successivo grazie a Shopping and Fucking, messo in scena dalla compagnia Out Of Joint al Royal Court Theatre di Londra.
Il monologo The Product risale al 2005 e ha segnato il debutto dell’autore sulla scena nelle vesti di attore.
Da sempre leader indiscusso della generazione dei “nuovi arrabbiati” Ravenhill è autore di teatro, cinema e serie televisive.
Nel 2012 Mark Ravenhill è diventato drammaturgo residente della Royal Shakespeare Company.
Teatro Mercadante, Piazza Municipio – Napoli
Info:
tel. 081.5524214
www.teatrostabilenapoli.it
Biglietteria:
tel. 081.5513396
biglietteria@teatrostabilenapoli.it
Calendario rappresentazioni:
15, 18 marzo: ore 21.00
16, 17 marzo: ore 17.00
19 marzo: ore 19.00
20 marzo: ore 18.00
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