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Venerdì 2 ottobre 2015 presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli si inaugura “Bild”, nuova personale del fotografo Sergio Goglia

Courtesy Kromìa e l'artista

Foto Sergio Goglia – Courtesy Kromìa e l’artista

Venerdì 2 ottobre 2015, dalle ore 17.00 alle ore 20.30, Kromìa è lieta di presentare, in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli (via Monte di Dio 14 – Palazzo Serra di Cassano), “Bild”, la nuova personale del fotografo Sergio Goglia.
In mostra, la più recente produzione dell’artista, tesa a indagare senso e idea contemporanei della bellezza, dell’immagine e della rappresentazione, in generale e del sé.
La personale, in linea col principio portante del progetto PhilosophArt – unire l’analisi della filosofia a quella dell’arte – vuole offrire una riflessione fotografica sul tema de Il culto dell’immagine nella società odierna.

La Mostra rientra nel Progetto Philosophart – Il Culto dell’immagine nella società odierna ed è gemellata con la tavola rotonda Immagine, Immaginario e Teoria dello Sguardo”, che si terrà il giorno di inaugurazione della mostra alle ore 17.00, sempre presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, presieduta da Aldo Trione (UniNa) con la partecipazione di Vincenzo Parisi (IISF), Clementina Gily (UniNa) e Matteo D’Ambrosio (UniNa).

La conferenza stampa di presentazione dei due eventi si terrà giovedì 1 ottobre, alle ore 12.00, presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli.

Dal 9 Ottobre 2015 la Mostra sarà visitabile presso lo Spazio Kromìa (via Diodato Lioy 11, adiacenze piazza Monteoliveto – Napoli)

In occasione dell’inaugurazione della mostra e della tavola rotonda, sarà offerto un rinfresco a cura degli sponsor Kukai e Emilio il pasticciere-Roccobabà

Organizzazione e Comunicazione: Kromìa – Edizioni fotografiche d’autore
Direzione Artistica: Donatella Saccani
Supporto Critico-curatoriale: Diana Gianquitto

Info
Info mostra: Spazio Kromìa
08119569381
3315746966
info@kromia.net
www.kromia.net

Orari di apertura Spazio Kromìa (verificare via telefono):
lun/merc/ven 10.30-13.30 e 16.30-19.30
mar/giov/sab 10.30-13.30

Info evento e tavola rotonda:
l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli
3930369890
vincenzo.parisi2002@libero.it

Orari di apertura l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli:
lun-ven: 16.00-20.00

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Narciso allo specchio dell’arte – nota critica di Diana Gianquitto

Moltiplicazione dei sensi.
Messa in discussione, esplosione, parcellizzazione e ricomposizione tanto del livello di lettura superficiale quanto di quello profondo di immagine e immaginario, e ricomposizione di un nuovo orientamento che, come in sintesi hegeliana, sia arricchito anche dal processo antitetico, rigenerando il significato.
La bellezza dei corpi, l’armonia estrema, l’euritmia e la perfezione riferiti alla figura del sé, con l’uso cultuale dagli esiti spesso paradossalmente materialistici che ne fa la società odierna, divengono nelle impeccabilmente esatte visioni di Sergio Goglia riflessione privilegiata sulla fenomenologia e immaginario sociologici contemporanei, ma inevitabilmente, data la portata atemporale del tema e grazie alla profondità di trattazione del fotografo, assurgono a meditazioni più ampie, oltre che sul concetto di narcisismo in ogni epoca e declinazione – in primis archetipicamente mitologica e psichica – anche sulla funzione e il carattere ontologico dell’arte in sé.
Vi è, nella condensazione osservativa ed espressiva dei suoi scatti, l’ambivalenza dell’androginia caratteristica dell’idea contemporanea di bellezza, i cui canoni registrano una generalizzata spoliazione da ogni rigidità e conseguente liberante con-fusione dei criteri di riferimento estetici maschili e femminili, specchio tanto delle odierne transizioni, flessibilità e fluidità dei ruoli sociologici dell’uomo e della donna, quanto delle attuali cadute di ogni inaccettabile discriminazione legata a identità e preferenze sessual-sentimentali, ancor prima della recentemente riscoperta e non più demonizzata necessità psicologica di riconnessione sia con la propria parte femminile che con quella maschile, allo scopo di vitale reintegrazione di una unità psichica.
E in essi si palesa anche, di certo, la registrazione di dinamiche e aspetti legati al narcisismo e alla sua autocelebrazione attraverso lo specchio, rispetto ai quali scoprire che Amarsi, Prendersi Cura e Occuparsi davvero di sé non vuol dire sclerotizzare ogni propria energia intrapersonale su attenzioni ossessive alla propria facies che servono solo ad alienarsi efficacemente dal sé più profondo, con cui si teme l’intimità. Splendido oltre ogni possibilità d’appunto, l’essere umano di Sergio Goglia si perde, rapito dalla sirena del narcisismo, nella moltiplicazione dei flutti frastagliati di mille argentei o cerulei riflessi, ma le fratture e spezzature che subisce la sua immagine, scarti inevitabili sfuggiti alla sua ossessione perfezionista e perfezionatrice, ne denunciano il macroscopico fallimento: perso nella mania del con-trollo di ogni dettaglio del sé esteriore, si distanzia da ogni con-tatto col sé autentico e perfettamente riesce a far naufragare ogni vero stare con sulla scogliera dell’alienazione (auto)isolante e (auto)allontanante. Un congruo riflesso della verità propria e altrui resta dolorosamente impossibile, come la latente e sofferente – ma velleitaria – ricerca della ricomposizione di una integrità tra immagine e vero. Così, anche l’incorniciatura di corpi e volti, negli scatti dell’artista, si muove sugli antitetici versanti di costituire una mise en valeur che evidenzia, ma al tempo stesso spezza, introducendo sfasature nella continuità.
Ma, al fondo del trattato per immagini di Goglia, riluce con forza anche una potentissima riflessione metalinguistica sul ruolo dell’arte: l’ambivalenza di figure che non si riesce a definire come statue – tanta la loro euritmia – o come reali conduce necessariamente verso l’interrogazione sul senso e la funzione della mimesis e rappresentazione tutta in arte, così come sulle diadi di effimero ed eterno, natura e artificio, significato e significante (vuoto o pieno) nella pratica artistica.
Poli cardine indagativi di ogni teoria dell’arte e sull’arte, cui in Goglia conferiscono ancor maggiore magnetismo e forza di attrazione anche, da un lato, l’allure citazionisticamente iperrealista (nei toni perlati e patinati da magazine o pubblicità, nei pori della pelle e minimi dettagli paradossalmente più veri del vero), dall’altro, la memoria delle riflessioni di Dan Graham con specchi e macchina fotografica in ambito concettuale, e in aggiunta le suggestioni surreali e metafisiche derivanti, tra cornici e riflessi, dalla precipitazione in interminabili mises en abîme e prospettive a cannocchiale di dechirichiana memoria.

In tal modo, tra disorientanti inghiottimenti in baratri o tunnel di pericolosa bellezza, estremismi di vero finto verosimile, svestirsi per in realtà rivestirsi di inautentico, con-fondersi per ritrovarsi, inavvertitamente transita dallo sguardo esplorativo di Sergio Goglia a quello rapito del fruitore la responsabilità della reintegrazione e ricomposizione di un senso superiore e non deformante per la bellezza, l’(auto)rappresentazione e l’immagine del sé.
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23 settembre, 2015 - Posted by | Agenda Eventi, Arte, Campania, Fotografia, Italia, Napoli, Regioni | , , , , , , , , ,

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