Un trio di fuoriclasse esalta la cameristica schubertiana all’Auditorium di Castel S. Elmo
Il terzo appuntamento della stagione 2011-2012 dell’Associazione Alessandro Scarlatti ha avuto come eccezionali protagonisti il violinista Philip Setzer ed il violoncellista David Finckel (ovvero metà Quartetto Emerson) che, insieme alla pianista Wu Han (compagna di Finckel sulla scena e nella vita) hanno eseguito il Trio n. 1 in si bemolle maggiore op. 99 D. 898 ed il Trio n. 2 in mi bemolle maggiore op. 100 D. 929, due capolavori assoluti della cameristica schubertiana.
Entrambi i brani appartengono alla produzione conclusiva dell’autore austriaco, con il primo, risalente al 1827, che appare arioso, piacevole e trasmette serenità e gioia di vivere.
Diversa l’atmosfera che si respira nel Trio n. 2, scritto su richiesta dell’amico fraterno Josef von Spaun, prossimo alle nozze, e completato nel gennaio del 1828, quando Schubert era già minato dalla malattia, che lo avrebbe portato alla morte di lì a qualche mese.
Infatti la composizione è pervasa da un intenso lirismo e da un senso di forte nostalgia, che si concentrano soprattutto nell’Andante con moto del secondo movimento, riproposto poi nel tempo conclusivo, il cui motivo origina da un canto popolare svedese.
Tale melodia è poi divenuta molto celebre, in quanto il regista Stanley Kubrick la prese a prestito per sottolineare alcune scene del film “Barry Lindon”.
Da quanto finora accennato, sia per la presenza di brani molto noti e amati, sia per la presenza di prestigiosi interpreti, le premesse per un concerto memorabile c’erano tutte.
E il trio non ha assolutamente tradito l’attesa, evidenziando perfetto affiatamento, derivante da una lunghissima consuetudine (basti pensare al sodalizio, più che trentennale, fra Setzer e Finckel nell’ambito del Quartetto Emerson) e una straordinaria bravura dei singoli.
Ma, a parte le indiscutibili doti tecniche, ciò che colpisce maggiormente in questo trio è rappresentato dal piacere di fare musica, rimasto inalterato dopo tanti anni trascorsi sul palcoscenico, e tale peculiarità, immediatamente recepita dagli spettatori, ha contribuito non poco a rendere memorabile il concerto.
Un cenno merita anche il maestro Giuseppe De Fusco, al quale spesso è affidato il compito di girare le pagine al pianista di turno, che si è integrato a meraviglia nello spirito e nel ritmo del trio, fornendo il suo oscuro quanto prezioso apporto.
Successo finale meritatissimo, decretato da un pubblico che gremiva l’Auditorium di castel S. Elmo e bis di rara raffinatezza con l’Andante con moto tranquillo dal Trio n. 1 in re minore, op. 49 di Mendelssohn, a coronamento di una eccezionale serata musicale.
La stagione prosegue ora con un doppio appuntamento rivolto a Beethoven, il 7 novembre con l’orchestra Spira mirabilis, che proporrà la Sinfonia n. 7, mentre domenica 13 novembre il duo formato da Alain Meunier e Anne Le Bozec darà vita al primo degli appuntamenti dedicati all’integrale delle Sonate per violoncello e pianoforte del grande autore tedesco.
Marco del Vaglio
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